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Asma eosinofilico: benralizumab migliora punteggi di occlusioni di muco

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Asma eosinofilico: benralizumab ha indotto miglioramenti significativi dei punteggi indicativi della presenza di muco alla Tac e nel controllo dell’asma nell’arco di 2,5 anni

L’impiego di benralizumab ha indotto miglioramenti significativi dei punteggi indicativi della presenza di muco alla Tac e nel controllo dell’asma nell’arco di 2,5 anni, come indicato dai dati di 29 soggetti con asma eosinofilico.
Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Thorax.

Razionale e disegno dello studio
Benralizumab, come è noto, è un anticorpo monoclonale che si lega direttamente al recettore IL-5α posto sugli eosinofili. Induce un esaurimento diretto e quasi completo degli eosinofili tramite citotossicità cellulare mediata da anticorpi (ADCC) causando una notevole riduzione di eosinofili nel sangue e dei loro precursori midollari.

In letteratura è documentata da tempo l’efficacia di una dose singola di benralizumab nel migliorare i punteggi del questionario relativo al controllo dell’asma (ACQ-6). Fino ad ora, però, non era ancora stata affrontata la questiona se la deplezione degli eosinofili fosse in grado di eliminare i tappi di muco nei pazienti con asma eosinofilico.

Di qui il nuovo studio nel corso del quale i ricercatori hanno fatto ricorso alla Tac e all’imaging a risonanza magnetica (RM) per esplorare l’effetto del trattamento con benralizumb sui tappi di muco e sui difetti di ventilazione (misurati in percentuale di difetto di ventilazione – VDP) in un periodo di 2,5 anni.

La popolazione dello studio comprendeva 29 adulti di età compresa tra 18 e 80 anni con asma eosinofilico scarsamente controllato. L’età media dei pazienti era di circa 60 anni e più di due terzi del campione erano rappresentati da donne.

I pazienti sono stati  sottoposti a valutazione 28 giorni dopo essere stati sottoposti ad un singolo trattamento con benralizumab.  Di questi pazienti, 16 sono tornati per il follow-up ad 1 anno e 13 a 2,5 anni; le visite a 1 anno e 2,5 anni prevedevano il ricorso all’imaging, alla spirometria e all’oscillometria.

Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che Il punteggio medio ACQ-6 (pari a 2 a 28 giorni dopo il trattamento con benralizumab) è migliorato significativamente dopo 1 anno (0,5; P =0,02) e 2,5 anni (0,5; P =0,03).
La variazione media di VDP polmonare a 2,5 anni (pari a -4%) è risultata superiore alla differenza minima clinicamente importante, ma non è stata significativamente diversa rispetto alla VDP a 28 giorni dopo trattamento con benralizumab.

Il punteggio del muco rilevato alla Tac, anzi, è migliorato un modo significativo, passando da un valore pari circa a 3 ad un valore pari circa a 1 a 2,5 anni (p=0,03). Non solo:  a 2,5 anni, 5 pazienti con punteggio medio relativo al muco pari a 11 al basale non presentavano alcuna di evidenza di tappi di muco alla Tac. Inoltre, un paziente ha presentato due tappi di muco in meno rispetto al basale, uno aveva lo stesso numero, mentre quattro pazienti che non avevano tappi di muco al basale hanno continuavano a non averne.

Da ultimo, si sono avuti miglioramenti significativi anche per quanto riguarda il controllo dell’asma, la resistenza delle vie aeree centrali, la qualità della vita, il  valore di FEV1, l’area del lume delle vie aeree, lo spessore delle pareti e la conta totale delle vie aeree respiratorie a 2,5 anni.

Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno affermato che la constatazione della persistenza del miglioramento medio di VDP riflette i dati di studi precedentemente condotti con benralizumab.
“Il miglioramento del controllo dell’asma in risposta al benralizumab – scrivono – potrebbe essere meccanicamente legato alle occlusioni di muco e alla funzione delle vie aeree, che sembrano essere entrambi degli outcome modificabili”.

Pur con alcuni limiti metodologici intrinseci, ammessi dagli stessi autori dello studio (dimensioni ridotte del campione di pazienti e presenza di un bias legato alla valutazione dei soli pazienti con risposta clinica che hanno continuato il trattamento), e nonostante siano necessari nuovi studi sulle dinamiche di formazione-dissoluzione dei tappi di muco, i risultati dello studio suggeriscono che “…”la deplezione di eosinofili guidata dal trattamento con benralizumab, nel lungo termine, si traduce in una eliminazione dele occlusioni luminali delle vie aeree interrotte e in un miglioramento della struttura e della funzione delle vie aeree”.

Quanto osservato, pertanto, potrebbe fornire ulteriori informazioni future in merito alla presunta attività modificante la malattia dei farmaci biologici in funzione anti-asma (benralizumab in questo caso) e, di conseguenza, migliorare la cura di questi pazienti.

Bibliografia
McIntosh MJ et al. CT Mucus Score and 129Xe MRI Ventilation Defects After 2.5 Years’ Anti-IL-5Rα in Eosinophilic Asthma. Chest. 2023 Feb 11:S0012-3692(23)00189-7. doi: 10.1016/j.chest.2023.02.009. Epub ahead of print. PMID: 36781102.
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