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A Roma prosegue “NaturalMente”, la mostra di Valentina De Martini

valentina de martini

La mostra “NaturalMente” di Valentina De Martini aperta fino a mercoledì 17 maggio a Roma presso la galleria “Spazio Arti Floreali”

“Non più solo animali di grandi dimensioni, non più solo il profondo mare blu, ma anche muri e muretti dai quali nascono piante di ogni genere e sui quali vivono animaletti”. Federica Di Stefano, curatrice della mostra “NaturalMente” di Valentina De Martini, illustra così la personale che sarà allestita e aperta al pubblico fino al 17 maggio presso la galleria “Spazio arti floreali” (vicolo della Campanella 42, Roma – https://artifloreali.it/spazio/naturalmente/). L’ingresso gratuito.

“Dopo il successo delle mostre di Palermo, Losanna e Milano -, sottolinea ancora la curatrice – Valentina De Martini torna a Roma con una personale che si arricchisce di nuovi soggetti: oltre alle immagini maestose degli animali multicolori e alle magnifiche rappresentazioni del mare, la pittrice romana realizza muri e muretti dai quali nascono piante di ogni genere e sui quali vivono piccoli animali – come la lumaca, il geco, la mosca -, a testimoniare l’esigenza che ha l’uomo di entrare in un contatto stretto, profondo quasi simbiotico con la natura per ritrovare il suo vero sé. Il Pianeta sta soffrendo e il mondo animale e vegetale, che sono l’espressione stessa della vita su questo pianeta, sono lì a ricordarlo. È solo prestando attenzione alla loro semplice bellezza che l’uomo può tentare di recuperare e comprendere la magia della vita”.

Gran parte dei soggetti sono dipinti con colori vivaci, che non si hanno in natura (come: Asino blu, Capretta gialla, Pecora fucsia, Lumaca verde, Lumaca rosa), ma che l’artista associa rendendo lo spettatore partecipe delle sue fantasie cromatiche; e quasi sorprende perché di colpo porta a chiedersi: ma perché non c’è un asino arancione in natura?

Tra le opere esposte -, ventuno opere in olio su tela più due incisioni -, di particolare rilievo sono la Lucio blu (2022 cm 240×200), la Capretta gialla (2023 cm 50×60), la Pecora fucsia (2022 cm 60×70), l’Elefante grigio 2 (2023 cm 50×50), Pecora ovale (2023 cm 40×50), Asino ovale (2023 cm 50×60), La mosca sul muro (2023 cm 23×29), C’è una zebra nella mia stanza 2 (2023 cm100x100), C’è un topo nella mia stanza (2023 cm 100×100), Lumaca verde (2023 cm 60×60), Oca (2023 cm 51,5×56,5), Lumaca rosa (2023 cm 45×45), due opere, olio su tela, Senza titolo del 2023 di un metro per un metro, e un’altra opera Senza titolo del 2023 di due metri per un metro e mezzo, dove vengono raffigurati muri nelle cui crepe sorgono fiori sottili o piccole foglie: né la pioggia, né il vento, né il caldo afoso delle estati li danneggiano. Restano lì, fermi, a mala pena ondeggiando, a testimoniare la vita che trova spazio persino nelle incrinature di un muro. E poi, di grande interesse sono le due incisioni in acquaforte su lastra di zinco acquerellata a mano: Pecora gialla (2022, cm. 22×22) ed Elefante (2022, cm. 42×42).

L’artista romana, classe 1963, nel 1986 si diploma allo Ied, Istituto Europeo di Design, in “Disegno di Moda e Gioiello” e lavora per diversi anni a fianco di Franco Montanarini Fontana. Il suo interesse per il colore e le stampe dei tessuti la porta a Londra alla “Leonard Pardon’s School of Decoration” dove studia e approfondisce le arti decorative. Tornata a Roma con un importante bagaglio personale e professionale si dedica per circa 13 anni alla decorazione d’interni affinando il senso del colore, della forma e dello spazio. È con questo spirito che Valentina si avvicina alla pittura, non senza un profondo timore, sentendo l’urgenza di unire le esperienze del passato per cercare uno stile proprio, libero dalle imposizioni della committenza. Nel 2002 la svolta. Abbandona definitivamente la decorazione per dedicarsi esclusivamente alla realizzazione di una lunga serie di quadri dallo stile personale, che si propongono di unire il linguaggio della moda a quello delle emozioni attraverso i colori.“Sono diventata pittrice perché ho sempre amato i colori, l’armonia che può nascere dal loro incontro, le linee e le forme, ricercando nella bellezza quell’equilibrio che spesso manca nella vita – dichiara Valentina De Martini – . Ho sentito il bisogno di perdermi completamente nella pittura, immergermi nei colori per ritrovarmi. Ho cercato l’estremo: ho dipinto un elefante enorme, un elefante rosa su un fondo verde petrolio, e da lì poi sono apparsi tutti gli altri animali. È stato un lavoro lunghissimo, dedicato, una sorta di prolungata meditazione, come se stessi creando un mandala, che giorno dopo giorno mi riconducesse al centro. Rivestiti di colori puri e vibranti questi animali mi sembravano essere più potenti, come se allontanandomi dal “naturalismo” in qualche modo potessi coglierne la loro essenza più profonda. Avendo passato tanto tempo con i miei animali colorati sono rimasta incantata da quello che hanno da insegnarci, dalla bellezza che ognuno, anche il più piccolo e strano nasconde, perché semplicemente è espressione della magia della vita, e noi abbiamo il dovere di preservarla”.

“Ho conosciuto Valentina De Martini nel 2005 quando cercavo un’artista che inaugurasse il ciclo di mostre “Nel segno delle donne” – ribadisce Federica Di Stefano -. Andai a trovarla nell’appartamento di viale delle Milizie dove all’epoca viveva e lavorava. Rimasi letteralmente incantata, come del resto molti che le hanno conosciute prima e dopo di me, da lei e dalle sue “signorine” dipinte nell’unico formato, 42 per 240 centimetri, che con leggiadria riempivano le stanze. Il suo talento che in altri forse sarebbe stato compresso da quel formato obbligato, balzava agli occhi chiaro e limpido già al primo sguardo. Un dono quindi il suo. E un dono per me che avevo conosciuto un vero artista. Un’anima pura, sensibile, di cristallo sottile che diventa infrangibile solo mentre crea. E quando crea Valentina lo fa senza sosta, fino a che anche il più piccolo pezzo di tela o tavola nel suo studio non è stato dipinto. E ora che il suo favoloso mondo si è arricchito di nuove creature prese in prestito dall’Universo animale, dipinte su tele di diverse dimensioni, comprese quelle tanto piccole da stare ferme su muro pieno di crepe, l’emozione forte e profonda del primo incontro ritorna prepotente e non smette di stupire”.

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