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Asma severo eosinofilico: ci sono pazienti “super-responder” a mepolizumab

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Quasi il 70% dei pazienti con asma severo eosinofilico in trattamento con mepolizumab per 5-6 anni non vanno incontro ad esacerbazioni di malattia per un anno

Quasi il 70% dei pazienti con asma severo eosinofilico in trattamento con mepolizumab per 5-6 anni non vanno incontro ad esacerbazioni di malattia per un anno. Queste le conclusioni di uno studio retrospettivo condotto nella real life e presentato in occasione del congresso annuale dell’American Academy of Allergy, Asthma and Immunology (AAAAI2023), che suggerisce l’esistenza di pazienti “super-responder” al trattamento con il farmaco biologico da tempo impiegato con successo nel trattamento di questa condizione clinica.

Lo studio in breve
I ricercatori hanno analizzato retrospettivamente i dati relativi a 67 pazienti (età media: 59 anni; range: 21-97; donne= 37) con asma severo eosinofilico per determinare l’efficacia real world del trattamento a lungo termine con mepolizumab. Di questi pazienti, 31 erano in trattamento con il farmaco biologico da più di 5 anni, mentre 9 erano in trattamento da più di 6 anni.
Prima di essere sottoposti a trattamento mensile con mepolizumab, i pazienti dello studio erano stati sottoposti a trattamenti con farmaci diversi (formulazioni giornaliere di ICS/LABA, montelukast e uso frequente di terapia inalatoria a base di salbutamolo).

Inoltre, i pazienti reclutati dovevano aver sperimentato non meno di due interruzioni di prednisone e/o prednisone giornaliero nel corso dell’anno precedente all’inizio del trattamento con mepolizumab.

I ricercatori hanno valutato i punteggi ACQ-7 nel corso delle visite mensili di controllo e la conta di eosinofili prima dell’inizio del trattamento con mepolizumab e poco prima della conclusione dello studio.

Sul totale della coorte di pazienti considerata, ben 47 pazienti (pari al 70,1%) sono stati classificati come “super-responder” – a significare che non erano andati incontro ad esacerbazioni di malattia necessitanti di ricorso a steroidi orali per un anno, che avevano sperimentato un miglioramento di entità considerevole del controllo dell’asma e che non necessitavano più di trattamento giornaliero con steroidi di mantenimento.
Degna di nota, per i ricercatori, è stata l’osservazione che uno di questi pazienti “super-responder” aveva un’età pari a 97 anni.

Non solo: all’interno del gruppo di pazienti “super-responder”, i ricercatori hanno identificato 10 pazienti (14,9%) “super-super responder”, che soddisfacevano la definizione di pazienti “super-responder” pur ricevendo solo montelukast, e due (3%) pazienti considerati “super-super-responder-plus” che non erano stati sottoposti a trattamento con nessun farmaco per l’asma per più di 1 anno, escluse le iniezioni mensili di mepolizumab.

Rispetto alla conta assoluta media degli eosinofili di 409 cellule/µL prima del trattamento con mepolizumab, i pazienti hanno presentato una conta media alla fine dello studio di 59,7 cellule/µL (P < 0,001).

I pazienti hanno sperimentato anche miglioramenti, rispetto al basale, del punteggio medio ACQ-6 (1,54 vs. 0,72) e ACQ-7 (2,09 vs. 1,17; P <0,001 per entrambi) relativi al controllo dell’asma.

Da ultimo, considerando la funzione polmonare in base a parametri spirometrici, è emerso che i pazienti trattati con mepolizumab hanno sperimentato una riduzione del 2,5% dei valori di FEV1 (74,36% del valore predetto vs. 72,49% del valore predetto), nonché un incremento del 30,4% del flusso espiratorio forzato (FEF) al 25-75% (52,3% del valore predetto vs. 68,2% del valore predetto: p<0,001) rispetto al basale.

Bibliografia
Strauss R et al. Asthmatic super responders treated with mepolizumab up to six years. Abstract 065. Presented at: AAAAI Annual Meeting; Feb. 24-27, 2023; San Antonio.

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