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“Sciara” è il nuovo libro scritto da Marina Mongiovì

festa del libro

In libreria e negli store online il nuovo romanzo di Edizioni Kalós, Sciara, scritto da Marina Mongiovì e seconda uscita della nuova collana editoriale Talè

In libreria e negli store online il nuovo romanzo di Edizioni KalósSciara, scritto da Marina Mongiovì e seconda uscita della nuova collana editoriale Talè.

Oltre un aspro e nero confine di sciara, chiuso tra la montagna e la pianura, c’è il paese di Teresa. È un sabato torrido, che si preannuncia come lunghissimo. In una cucina piastrellata, con motivi floreali arancioni e verdi, sotto la guida sapiente della nonna si sta per compiere una vera liturgia. Il rituale, che annata dopo annata imbottiglia il sapore dell’estate, si interrompe nel momento del riposo pomeridiano, quel sonno che è una vertigine, un atto di sospensione che genera fantasmi e fantasie. Un delirio che dal passato e dal chiacchierio confuso conduce a una spirale di fotogrammi e sequenze. Così Teresa si ritrova avviluppata nei suoi ricordi, con personaggi che si rincorrono nello scirocco di un’estate che fa avanti e indietro, dando forma a un intricato impasto di storie. Frequenze di un mondo lontano che, racconto dopo racconto, tramanda la sua eco fino al risveglio.

Marina Mongiovì (Paternò, 1982), laureata in Comunicazione, è autrice e fotografa. Suoi racconti sono apparsi su varie riviste letterarie, tra cui «Pastrengo», «Blam», «Morel» e «Spazinclusi». Ha collaborato con diverse testate giornalistiche locali e cura un blog per «Rewriters». Una sua fotografia è stata selezionata da Letizia Battaglia per una mostra che si è tenuta nel 2021 al Wegil di Roma. Ha pubblicato un racconto fotografico dell’opera di Giovanni Verga, Storie del Castello di Trezza (Rossomalpelo Edizioni, 2022).

Talè è una produzione dal tocco contemporaneo, deciso e profondo, un invito allo sguardo, alla sorpresa, alla scommessa. I suoi volumi sono il racconto di un mondo in fieri, di un presente sospeso tra dimensioni temporali senza limiti. La parola è scuotimento, mai cliché. È custode di una varietà di temi universali che parlano di noi con una liricità commovente o con ironia dissacrante.

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