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A “Dilemmi” in seconda serata su Rai 3 si parla di bellezza

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È la bellezza il tema al centro di “Dilemmi”, il nuovo programma ideato e condotto dallo scrittore Gianrico Carofigli, in seconda serata su Rai 3

Umberto Eco ha scritto che la bellezza non è un mito immutabile, ma cambia a seconda del luogo e del periodo storico. Si dice che i belli in genere siano considerati anche intelligenti, sensibili e spiritosi e numerose ricerche hanno accertato che nei processi i belli vengono assolti più facilmente e, se condannati, ricevono condanne più miti. Oggi la bruttezza è rimossa dai canoni estetici mainstream: i giornali, le televisioni, la pubblicità, i social sostengono che, se si fanno le cose giuste (dieta, esercizio fisico, medicina estetica), tutti possono diventare belli.

Sembra un messaggio di speranza positivo, ma nasconde l’altra faccia della medaglia: se diventare belli dipende da ogni singolo individuo, il non conseguire questo risultato (ritenuto) possibile, è solo colpa sua. È la bellezza il tema al centro di “Dilemmi”, il nuovo programma ideato e condotto dallo scrittore Gianrico Carofiglio, in onda lunedì 3 aprile alle 23.15 su Rai 3.

A discutere, in studio con Carofiglio, lo scrittore e giornalista Gianpiero Mughini e la filosofa scrittrice Maura Gancitano, mentre la libraia Alba Donati suggerirà le letture per approfondire il dilemma e – in chiusura – Frida Bollani Magioni proporrà la canzone “Halleluja” di Leonard Cohen.

Da quando le donne soprattutto – ma ora anche gli uomini – si sono sentite vincolate a una sorta di dovere sociale legato alla cura ossessiva dell’immagine? La diffusione degli standard attuali di bellezza così pervasivi e universali nasce con l’avvento della fotografia. Prima, per le donne, il termine di paragone erano le altre donne della comunità. Non c’erano standard manipolati al computer dai media, dai social, dalla pubblicità a seconda del prodotto da vendere. La bellezza, nell’accezione oggi più diffusa, sembra dunque materiale “tossico”.

Questo lascia tanto più perplessi ove si consideri l’etimologia della parola e il suo posto nella storia del pensiero perché, come sostiene il sociologo e psicoterapeuta Luigi Zoja “nelle sue forme più antiche, il bene assoluto era composto inseparabilmente da giustizia e bellezza. Ma è un vincolo perfettamente attuale: ancor oggi, per il nostro inconscio far scempio della bellezza è massima ingiustizia”.

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