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“Art Night” su Rai 5 prosegue il racconto dei colori dell’arte

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Il bianco è la somma di tutti i colori: si chiude la serie di Linda Tugnoli – prodotta da Mark in Video con la collaborazione di Rai Cultura – “I colori dell’arte” su Rai 5

Se il nero è assenza di colori, il bianco è la somma di tutti: si chiude con questo colore la serie di Linda Tugnoli – prodotta da Mark in Video con la collaborazione di Rai Cultura – “I colori dell’arte”, in onda mercoledì 22 marzo alle 21.15 in prima visione su Rai 5 per “Art Night”, con Neri Marcorè.

Un colore che è stato spesso equivocato, a partire dall’immagine delle statue classiche, sempre immaginate bianche, attribuendo a questo colore il significato della purezza più ricercata. Una falsa credenza, invece, come dimostra il progetto “Mann in colours”, realizzato dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli ed esposto in mostra al Metropolitan Museum di New York, che svela gli antichi colori delle opere. Ne parlano l’archeologa research scientist Cristiana Barandoni, responsabile del progetto, e il direttore del Mann, Paolo Giulierini.

Anche il bianco delle architetture classiche in origine non era stato pensato di questo colore, come rivela la collezione Santarelli di Marmi Policromi ai Musei Capitolini di Roma, raccontata dallo storico dell’arte Andrea De Marchi.

Eppure, a questa “falsa” idea di bianco si è ispirata l’arte successiva come dimostrano le opere di Canova spiegate da Moira Mascotto, direttrice del Museo Gypsoteca Canova a Possagno, e dalla restauratrice Elena Catra.

Nell’antichità e fino all’invenzione della stampa su carta il concetto di incolore non era necessariamente legato al bianco, ma al colore del supporto. Un caso intrigante è quello di un manoscritto cassinese del XI secolo, studiato dalla storica della miniatura Lucinia Speciale.

Il bianco è, comunque, un colore che ha avuto un ruolo centrale in tutta l’arte occidentale. Ce ne sono tracce importanti in un manoscritto cassinese del XI secolo, illustrato dalla storica dell’arte Licinia Speciale; nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce a Firenze, di cui parla  Maria Rosa Lanfranchi restauratrice dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze; fino ad opere interamente incentrate sulla forza del bianco come gli Stucchi Serpotta a Palermo, come l’incredibile Oratorio dei Bianchi, illustrato dalla direttrice della Galleria Regionale della Sicilia Palazzo Abatellis Evelina Di Castro e dalla restauratrice Serena Bavastrelli; e l’Oratorio di Santa Cita, su cui si sofferma il restauratore Mauro Sebastianelli.

Il bianco, però, è complesso da produrre, utilizzare e conservare, come spiegano il restauratore Ottaviano Caruso e Andrea Rattazzi della Banca della Calce a Bologna.
L’avvento della chimica apre una nuova era del colore, in cui la sintesi dei coloranti gioca un ruolo importante, come mostrano il direttore del Museo della Chimica “Primo Levi” all’Università La Sapienza di Roma, Donato Monti, e l’esperta di coloreria Marcella Guiso.
E c’è, infine, l’avvento della fotografia, quando finalmente bianco e nero, opposti e complementari, si combinano in un duetto perfetto come nelle opere di Mario Giacomelli, Daido Moryama e Gianni Berengo Gardin, raccontate al Maxxi di Roma da Alessandra Mauro, direttore editoriale della casa editrice Contrasto.

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