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Meloni al Congresso Cgil tra applausi e fischi: “Non li temo”

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Meloni al congresso Cgil: “Non temo i fischi”. Per la premer, che cita Chiara Ferragni e boccia salario minimo e reddito di cittadinanza, anche applausi

“Era da 27 anni che il capo del Governo mancava al congresso della Cgil. Era normale che il premier più lontano da questa platea ad essere qui dopo tutti questi anni? Penso di sì. Perché con questo confronto possiamo celebrare l’unità nazionale. Il confronto è necessario e inevitabile”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dal palco del Palacongressi di Rimini, in cui si sta svolgendo il congresso della Cgil.

Ieri era il turno della tavola rotonda tra i leader di centrosinistra, oggi tocca alla premier. Che viene invitata a salire sul palco dal segretario generale del sindacato, Maurizio Landini. Ma deve attendere un minuto prima di iniziare a parlare, perché una parte della platea la accoglie sulle note di ‘Bella ciao’. Qualcuno, come preannunciato, lascia anche la sala, Meloni ascolta impassibile, poi comincia a parlare.

LA STILETTATA DI MELONI ALLA CGIL

“Ringrazio tutta la Cgil dell’invito, anche chi mi contesta – esordisce la premier -. Con slogan efficaci come ‘pensati sgradita’, non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica. Non ho voluto mancare per rispetto di un sindacato che è il più antico del nostro Paese. Sono contenta di leggere che la Cgil non è un sindacato di opposizione e mi viene da dire: figuriamoci se lo fosse. In oltre due ore non ho trovato nulla in favore del Governo. La mia presenza qui ha fatto discutere, alcuni pensavano che non venissi per timore delle contestazioni ma sono fischiata da trenta anni, sono cavaliere al merito della materia. Non mi spaventa il contesto difficile”, puntualizza Meloni.

MELONI: DOVEROSO ABOLIRE RDC, CHI LO HA PRESO PER 3 ANNI È RIMASTO POVERO

“Abolire il reddito di cittadinanza per chi è in grado di lavorare è stato doveroso. Lo strumento ha mantenuto le persone in condizioni in povertà, l’unico modo per farle uscire da quella condizione è il lavoro – sottolinea Meloni – Era una misura pensata per essere transitoria, ma chi l’ha preso per tre anni sta nella condizione di partenza. A monte c’era un errore: metteva nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi no, offrendo a tutti la stessa risposta“.

MELONI: CON ASSALTO SEDE CGIL E ANARCHICI RITORNO VIOLENZA POLITICA

Pensavamo che il tempo della contrapposizione ideologica fosse dietro le nostre spalle, invece in questi mesi abbiamo assistito a un ritorno della violenza come dimostra l’assalto dell’estrema destra alla Cgil o i disordini dei movimenti anarchici che si rifanno alle Brigate rosse”, dice la premier dal palco del Palacongressi di Rimini.

MELONI: RIFORMA FISCO FRETTOLOSAMENTE BOCCIATA DA ALCUNI

A proposito della riforma del fisco approvata ieri in Consiglio dei ministri, Meloni afferma: “La riforma fiscale si rivolge ai più fragili e al ceto medio, come abbiamo già fatto con la legge di bilancio. C’è un’emergenza in corso? Sì, le ricette utilizzate finora hanno funzionato? Veniamo da un mondo in cui si diceva che la povertà si poteva abolire per decreto, ma la povertà non è stata abolita. La ricchezza la creano le aziende e i loro lavoratori. E se questa è la verità la sfida è mettere quelle aziende e quei lavoratori in una condizione migliore per favorire la crescita occupazionale. Questa è la visione che sta alla base della riforma fiscale approvata ieri dal Cdm. Una misura che è stata un po’ frettolosamente bocciata da alcuni”.

MELONI: AL LAVORO PER RIDURRE CARICO E CONTRASTARE EVASIONE

“Il principio del merito, a pari condizioni di partenza, è l’unico vero ascensore sociale che esista”, sottolinea la presidente del Consiglio. “Lavoriamo per consegnare agli italiani una riforma complessiva che riformi l’efficienza della struttura delle imposte, riduca il carico fiscale e contrasti l’evasione fiscale“.

APPELLO MELONI ALLA CGIL: INSIEME PER AMMORTIZZATORI SOCIALI UGUALI PER TUTTI

“Voglio ribadire con chiarezza, l’introduzione del salario minimo legale non credo sia la strada più efficace – ribadisce Meloni, che sul tema si è anche confrontata di recente alla Camera con Schlein – Temo possa diventare non una tutela aggiuntiva ma una tutela sostitutiva e questo per come la vedo io finirebbe di fare un altro grande favore alle concentrazione a ribasso dei diritti dei lavoratori. Il nostro obiettivo di fine legislatura rimane un taglio del cuneo fiscale più significativo. Sono d’accordo da sempre con Landini quando dice ‘stesso lavoro, stessi diritti’. Uno dei grandi temi sui quali possiamo provare a lavorare insieme è un sistema di ammortizzatori sociali che tuteli allo stesso modo ogni tipo di lavoratore”.

MELONI: PRESIDENZIALISMO LA PIÙ POTENTE MISURA DI SVILUPPO

“La riforma presidenzialista è, per rispetto della volonta popolare e per questioni di stabilità, una delle più potenti misure di sviluppo che possiamo immaginare”, dice Meloni. Che poi parla anche di famiglia: “Stiamo assistendo non a un inverno demografico ma a una glaciazione demografica. Rischiamo di avere sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano per mantenerle. C’è molto da fare e è necessario rilanciare la centralità della famiglia”.

MELONI: MANCATA VISIONE HA FRENATO CRESCITA INDUSTRIA

La premier parla ovviamente anche di lavoro: “Sono d’accordo con Landini quando dice che in passato c’è stata assenza di chiare scelte di politica industriale”, questo “ha frenato la nostra crescita economica” e “ha reso l’Italia troppo dipendente dall’estero in molti settori strategici. Stiamo cercando di invertire questa rotta”. Ma, sottolinea Meloni, “a differenza di Landini non considero finto questo confronto, altrimenti non starei a perdere tempo. Nel giorno dell’unità d’Italia – dice la premier – rivendicate senza sconti le vostre istanze nei confronti del Governo, a volte saremo d’accordo altre no, ma vi garantisco che le vostre istanze troveranno un ascolto serio e privo di pregiudizi“.

LE PAROLE DI LANDINI

“Abbiamo scelto di fare un congresso aperto per parlare al Paese delle nostre proposte, e di voler parlare con tutti dei suoi problemi. Bisogna imparare anche ad ascoltare, non è solo gesto di altruismo ma anche condizione per chiedere diritto di essere ascoltati. Quindi voglio ringraziare a nome di tutto il congresso il presidente del Consiglio Giorgia Meloni per essere qui. Quando le ho telefonato, ha subito accettato. Lo vivo come momento di rispetto e riconoscimento di quel che siamo”. Così, riferisce la Dire (www.dire.it), il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, accoglie sul palco del Palacongressi di Rimini la premier.

“Per segno di rispetto, la capacità di ascoltare è legata diritto di chiedere di essere ascoltati. Noi vogliamo essere protagonisti e non spettatori del cambiamento del nostro Paese – sottolinea Landini, che al termine del congresso sarà rieletto alla guida del sindacato – La prima volta che ci siamo incontrati con la premier Meloni a Palazzo Chigi disse una cosa che condividevo, cioè che la situazione era difficilissima. Ma proprio perché cosi complicata, pensiamo che il mondo del lavoro, in tutta la sua articolazione, va messo in condizione di conoscere, discutere e negoziare per fare le riforme di cui abbiamo bisogno“.

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