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Abusi ai casting: un decalogo in aiuto di aspiranti attori e attrici

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Per prevenire gli abusi ai casting ecco il decalogo per attrici e attori. Parla Laura Muccino, presidente UICD: “Tutti siano consapevoli di cosa è giusto e cosa non lo è”

Prima regola: “I provini e gli incontri con chi si occupa del casting non devono avere luogo in una stanza d’albergo o in una residenza privata e non devono avere luogo in orari notturni, a meno che questa richiesta non sia giustificata”. E ancora: “Se questo viene proposto, è lecito chiedere che invece l’incontro si svolga in uno studio o in produzione e durante le ore di lavoro”. È stato firmato oggi al Cinema Troisi di Roma il documento che riporta le linee guida contro gli abusi durante la fase di casting, redatto dall’Unione Italiana Casting Directors (U.I.C.D.), l’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (U.N.I.T.A.), Amleta, Agenti Spettacolo Associati (A.S.A.), Libera Associazione Rappresentanti di Artisti (L.A.R.A.).

“Noi tutti pensiamo che la normalità sia il rispetto degli individui ma poi nella pratica quotidiana purtroppo viviamo in un sistema patriarcale molto radicato in cui sembra che sia normale per attori e attrici essere molestasti, ricevere delle avance e nei peggiori dei casi abusati perché fanno un lavoro che prevede anche questo”, ha detto Laura Muccino, presidente U.I.C.D., all’agenzia Dire (www.dire.it).

Il ‘Me Too’ ha acceso una luce importante su questo argomento però continuano ad arrivare tante segnalazioni all’associazione Amleta, che ha lavorato con noi per la stesura delle linee guida. Noi – ha proseguito – cerchiamo di fare qualcosa di concreto per far sì che tutti siano consapevoli di cosa è giusto e cosa non lo è, cosa è consentito e cosa non è consentito fare in un ambito di lavoro. Vogliamo creare un ambiente di lavoro sempre più protetto e sempre più rispettoso degli esseri umani che lavorano”.

IL DECALOGO CONTRO GLI ABUSI

Da oggi in avanti “Ci aspettiamo che l’informazione capillare di queste linee guida generi maggiore consapevolezza negli attori e nelle attrici, soprattutto negli interpreti più giovani giovani affinché sappiano dire di ‘no’ senza avere paura”, ha detto Muccino, che ha concluso: “consapevolezza anche nei professionisti che sono coinvolti in questa fase così sensibile e che sappiano che quelle regole le stanno seguendo tutti. Chi non le segue sta commettendo un’azione non corretta e non condivisa da chi fa questo mestiere”. Difficile pensare ad una situazione che renda più vulnerabili di una scena di sesso davanti ad altre persone o a scene che richiedono di essere nudi, di mostrare il proprio corpo. “Ovviamente sono precise e non fraintendibili le regole stilate anche per queste delicate situazioni. Negli ultimi due anni, inoltre, le produzioni si sono rivol te sempre più a coordinatori dell’intimità, ‘intimacy coordinator’, che lavorano nell’industria del cinema, televisione e teatro, in maniera differente ma, fondamentalmente, con lo stesso scopo: rapportarsi con l’intera produzione, assistendo nella facilitazione di una o più scene con contenuti intimi o nudità. È chiaro che questa figura agisce più in fase di set che di casting”, si legge nella nota dell’U.I.C.D.

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