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Dal Pd al M5S: al Congresso Cgil il centrosinistra cerca l’intesa

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I leader di centrosinistra al congresso della Cgil, Schlein: “Facciamo insieme un’opposizione efficace”. Ma il leader di Azione, Carlo Calenda, chiude alle alleanze

“Ho amato questo confronto, diamoci un appuntamento, chiudiamoci in una stanza per trovare qualcosa da fare insieme e per essere più efficaci come opposizione“. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, al termine della tavola rotonda tra i leader dei partiti di centrosinistra che si è svolto nel corso del congresso della Cgil, alla presenza del segretario generale Maurizio Landini. Che domani, sempre dal palco di Rimini, ospiterà anche la premier Giorgia Meloni, per una storica prima volta.

“Quando abbiamo chiesto a tutti di partecipare lo abbiamo fatto perchè la discussione fosse vera, sapendo che ci sono idee diverse, chi è qui rappresenta forze politiche importanti ma che hanno perso le elezioni, chi non ha votato ha pensato che anche voi non dovevate prendere voti”. E Schlein applaude.

I LEADER DI CENTROSINISTRA AL CONGRESSO CGIL

La giornalista che modera la tavola rotonda, Lucia Annunziata, propone di chiamare il coordinamento tra i partiti del centrosinistra ‘anti-Papeete’. Ad aderire alla proposta di Schlein di un tavolo delle opposizioni il leader di SI Nicola Fratoianni e quello del M5S Giuseppe Conte, per il quale “ogni forza progressista deve fare fronte comune”. Anche Carlo Calenda di Azione conviene che “ci sono punti su cui possiamo lavorare insieme e abbiamo il dovere di farlo”, che però chiude ad alleanze: “Non posso governare insieme a chi è qui”. E si becca i fischi della platea.

IL SALARIO MINIMO

Schlein, come aveva già sottolineato nell’interrogazione di ieri a Meloni, ribadisce che bisogna battersi per il salario minimo perché “sotto una certa soglia non è lavoro, bensì sfruttamento. In Italia ci sono più di tre milioni di lavoratori poveri. Con una inflazione così alta e una situazione di rischio per le famiglie, non si può accettare che ci siano salari così bassi e contratti precari. Anche i contratti pirata vanno combattuti”, scandisce la leader del Pd.

“Il salario minimo è uno dei temi su cui tutte le opposizioni in Parlamento hanno presentato mozioni e proposte di legge. Quindi ne discuteremo”, dice Schlein. E per venire incontro agli altri leader dell’opposizione, la segretaria dem si dice “disposta da subito a ragionare di come cambiare la nostra proposta sul salario minimo e di come trovare una proposta unitaria”. Proprio il salario minimo è il tema su cui da subito Conte ha cercato una sponda con Schlein in seguito alla sua vittoria alle primarie. “Occorre una soglia di salario minimo legale, 21 Paesi in Europa hanno dimostrato che una soglia non toglie nulla alla forza della contrattazione collettiva”, spiega il presidente M5S dal palco di Rimini. Conte poi spinge per un “welfare aziendale più ricco” e iniziative per “contrastare la precarietà e per ridurre il tempo di lavoro“.

Fratoianni rilancia, oltre al tema del salario minimo, quelli di “scuola, sanità e aggiungo una patrimoniale per i super ricchi. Non è una cosa estremista. Da queste proposte possiamo ricostruire la fiducia”. Ma Calenda mette i puntini sulle I: “Le nostre proposte sul salario minimo divergono”.

CALENDA: “NON POSSO GOVERNARE CON CHI È QUI”, E PIOVONO FISCHI

Il leader di Azione non ha intenzione di usare il palco della Cgil per lanciare una alleanza di centrosinistra: “Pd e M5S sono una cosa, noi siamo un’altra cosa. Non lo dico perché mi stiano antipatici, ma perché abbiamo idee diverse su quasi tutta l’agenda politica”. Parole accolte dai fischi della platea. E Calenda sbotta: “Volete che vi dico quello che penso o no? Amici belli, fate manifestazioni per la libertà di pensiero e ora lasciatemi parlare“. Lo stesso Landini cerca di stoppare le reazioni dei delegati dicendo che Calenda è stato invitato perché dicesse quello che pensa. E la chiarezza non fa difetto al senatore, che sottolinea: “Posso governare con loro che sono qui? No”.

LANDINI: MI SONO ROTTO DI PAGARE LE TASSE PER CHI NON LO FA

Landini, che al termine del congresso della Cgil a Rimini sarà rieletto alla guida del sindacato, torna sul tema dell’evasione fiscale: “Il Paese sta in piedi con le tasse che pagano i lavoratori dipendenti e i pensionati. Io mi sono rotto le scatole, non ci sto più che sono io che pago le tasse anche per quelli che non le pagano, quando le potrebbero pagare più di me”. Per il leader Cgil, il fisco è “il nuovo patto di cittadinanza”.

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