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Caro energia: il 91,2% degli italiani cerca di ridurre spese per l’elettricità

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Gli italiani cercano di risparmiare sull’energia evitando sprechi per la luce: lo rivela una ricerca realizzata dall’ICSR per conto di Silvi Costruzioni Edili

Il principale investimento per risparmiare sulla bolletta elettrica nell’ultimo anno è stato —in termini di ricorrenza (quindi non tanto di valore economico)— il passaggio a lampadine a maggiore risparmio energetico rispetto a quelle che si erano “fulminate” o che per tagliare un po’ di costi si è voluto sostituire: una scelta che ha riguardato il 70% degli italiani, forse preoccupati dai continui rincari dell’energia e dalla crisi determinata dal conflitto in Ucraina.

È quanto emerge dal «Sondaggio sulla propensione al risparmio energetico degli italiani nelle loro abitazioni» commissionato da Silvi Costruzioni Edili —leader dal 1970 nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati, includendo immobili sottoposti a tutela delle Belle Arti— all’International Center for Social Research (ICSR).

«Un piccolo gesto quello della lampadina che porta a grandi risparmi, soprattutto se accompagnato da altri piccoli gesti, come scollegare gli elettrodomestici che non si utilizzano ed evitare così lo standby che annualmente pesa per ben 135 euro sulle nostre tasche» commenta Silvia SilviGeneral Manager della Silvi Costruzioni Edili.

Un singolo dispositivo elettronico in modalità stand-by può consumare mediamente 4 watt ogni ora, ma lasciare in “attesa” un lettore blu-ray può costarci anche 15 watt ogni ora ed il microonde addirittura 27 watt, facendo lievitare complessivamente la bolletta elettrica di circa un 10% ed andando ad incidere su una spesa energetica che nel 2022 —secondo il sondaggio— è stata pari a 4.656 euro a famiglia, di cui 1.697 euro per l’energia elettrica e 2.489 per il metano (il resto è relativo a gasolio, GPL, legna e pellet).

Di piccoli gesti, comunque, gli italiani ne fanno tanti: secondo il sondaggio ICSR, nell’ultimo anno il 91,2% ha cercato di ridurre in qualche modo le sue spese per l’energia elettrica.

Le regioni con le percentuali più elevate di interventi tesi al risparmio sono Emilia-Romagna (98,2%), Umbria (97,3%), Lazio (96,8%) e —pari merito—Toscana e Veneto (96%), mentre la Calabria con l’81,2% ha il valore più basso. A cambiare meno lampadine è invece la Basilicata (53,5%).

A fare il punto della situazione è la Silvi Costruzioni Edili (www.silvicostruzioniedili.it) che tra i clienti, oltre a committenti pubblici ed istituzionali, annovera importanti clienti privati e Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato “strip out” e ristrutturazioni globali di particolare importanza, come quella del Centro Direzionale AGIP di Roma in Via Laurentina/Via del Serafico.

«Gli investimenti in efficienza energetica si sono tradotti in grandi opere di ristrutturazione come quelle relative al Superbonus110, ma anche in tanti interventi più piccoli finalizzati —ad esempio— a ridurre le spese per l’acqua calda o per il riscaldamento domestico» sottolinea Silvia Silvi.

Oltre al Superbonus ed agli altri incentivi fiscali legati ai lavori edilizi, gli interventi più richiesti nel 2022 sono infatti stati relativi a dotazioni più efficienti. «Nell’ambito delle nostre ristrutturazioni, moltissime sono ad esempio le richieste che abbiamo ricevuto per ridurre la spesa per la produzione di acqua calda, sostituendo la caldaia o lo scaldabagno con modelli più efficienti o addirittura con le pompe di calore ed efficientando così anche il sistema di riscaldamento» racconta Gianni SilviCEO di Silvi Costruzioni Edili.

Nel corso dell’ultimo anno, ha optato per la sostituzione degli elettrodomestici con apparecchi più efficienti  —con o senza incentivi fiscali— il 21,7% degli italiani, soprattutto in Emilia-Romagna (24,4%), Toscana (24%) e Trento (23,9%). Un po’ meno in Umbria (19,2%) ed a Bolzano (19,7%).

Interventi più strutturati di efficientamento energetico, con passaggio di classi, cappotto termico, interventi sulle finestre —con o senza incentivi quali Superbonus110, Ecobonus e via dicendo— hanno invece riguardato il 4,1% degli italiani. Le regioni con le percentuali più elevate in questo caso sono state Lombardia (12,4%), Veneto (9,8%) e Lazio (6,8%).

«Salvo nell’ambito degli incentivi fiscali con sconto in fattura o cessione del credito, meno richiesti in assoluto sono risultate essere le installazioni di impianti ad energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica, quali il fotovoltaico, il mini-eolico e via dicendo» osserva il CEO di Silvi Costruzioni Edili, Gianni Silvi.

Ormai il solare o l’eolico sono scelte che fanno gola più alle imprese —soprattutto a quelle più energivore— piuttosto che ai privati cittadini. «A livello domestico il fotovoltaico, avendo subito a causa della crisi energetica rincari inimmaginabili e ritardi nelle consegne, desta incertezze e preoccupazioni anche per via dei costi di mantenimento che non sono certo alla portata di tutti» conclude Gianni Silvi.

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