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Milano Mediterranea: i vincitori dell’Open Call 2023

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Milano Mediterranea è orgogliosa di annunciare i vincitori dell’Open Call 2023: sono Soukaina Abrour e Houssem Ben Rabia

Milano Mediterranea è orgogliosa di annunciare i vincitori dell’Open Call 2023. Dopo un processo di selezione partecipata, insieme al Comitato di Quartiere, che ha gravitato in diversi spazi del quartiere come il Layalina Shisha Bar, la pizzeria Luna Rossa, il Bar Sincero e il Mercato Lorenteggio, sono stati scelti i due artisti e progetti che più di tutti potessero creare una connessione e una partecipazione attiva del quartiere stesso: quelli di Soukaina Abrour e Houssem Ben Rabia. Due residenze d’artista che a marzo e maggio vedranno i due giovani artisti gravitare in diversi spazi, tra laboratori di costruzione di maschere per creare un rituale collettivo come in un nuovo Carnevale e atelier aperti e permanenti di produzione cinematografica partecipata alla ricerca di nuovi racconti prodotti dai giovani del quartiere.
Uno Sguardo Giovane su Giambellino – Houssem Ben Rabia
Un intervento di espressione artistica di un gruppo di giovani che abitano il quartiere popolare “Giambellino”. Un progetto sperimentale di narrazione della quotidianità del contesto in cui vivono attraverso l’uso del linguaggio audio-visivo. Un regista esordiente nato a Tunisi, trasferitosi poi in Italia per studiare e laurearsi in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo presso Alma mater- Università di Bologna e nel 2021 ha ottenuto la laurea magistrale in Cinema, Televisione e produzione multimediale presso la stessa università. Ha autoprodotto diversi cortometraggi documentari e altri prodotti audiovisivi per scopi educativi con adolescenti e nel 2021 realizza il suo primo lungometraggio documentario intitolato COVID Youth-Cronache di Cortili.
Ri-tessere Nuovi Volti – Soukaina Abrour
Un laboratorio di raccolta di materiale di scarto – stoffe e oggetti – e del loro riciclo per creare maschere e costumi da attivare durante una festa collettiva di quartiere.
Nata a Oued Amlil in Marocco, cresciuta a Olgiate Molgora in Italia. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ora vive e lavora tra Venezia e Milano. La sua ricerca indaga la costruzione identitaria del sé considerando le sue moltitudini umane e non umane, passate e future, attraverso la fabulazione e la sua materializzazione in nuove forme da indossare, degli altrimenti in forma di maschera in tessuto.
Un percorso che parte da un’indagine sull’ornamento e sulle trasformazioni del volto e del corpo all’interno dei rituali e delle situazioni collettive di festa nel retaggio culturale del bacino mediterraneo – partendo dai ricordi delle feste marocchine – come momenti in cui la comunità accoglie queste moltitudini altrimenti impossibilitate a manifestarsi.
PARALLELI – RIDISEGNARE LA GEOGRAFIA DEL QUARTIERE ATTRAVERSO UNO SPAZIO DI CREAZIONE 
In questo terzo anno di lavoro Milano Mediterranea prosegue nella sua apertura di spazi, spazi condivisi, spazi aperti, accessibili e decolonizzati. Abitiamo un quartiere denso di contraddizioni, attraversato e abitato da diversi mondi paralleli, che spesso non incrociano le proprie rotte se non per collisione.
Se i paralleli sono circonferenze immaginarie date dall’intersezione tra la superficie terrestre e i perpendicolari e all’asse di rotazione terrestre, Milano Mediterranea prova a ridisegnare la geografia del quartiere attraverso una diversa cartografia, dove le linee immaginarie si incontrano, sovrapponendo in un tempo magico e sospeso un qui molto vicino e, contemporaneamente, un altrove che si fa prossimo.
La rotta di collisione si trasforma allora in spazio di creazione dove artiste ed artisti delle diaspore contribuiscono a creare nuove narrazioni, relazioni inedite, a trasformare temporaneamente gli spazi che abitano con i propri processi di ricerca partecipata.
“Grazie al lancio della terza edizione dell’open call dedicata ad artist3 delle diaspore residenti sul territorio nazionale, noi di Milano Mediterranea vogliamo continuare il nostro dialogo con una comunità artistica nuova e dirompente, che ha partecipato numerosa dando stimolo alla creazione di una mappatura che possa diventare luogo di networking e visibilizzazione pubblica” afferma  Rabii Brahim, co-founder di MIlano Mediterranea, attore professionista, musicista e performer tunisino.
UN DIALOGO SEMPRE ATTIVO CON IL TERRITORIO
Milano Mediterranea si pone da sempre l’obiettivo di creare processi di interconnessione tra le persone e nuove estetiche del contemporaneo, coinvolgendo attivamente il territorio target dell’intervento e mettendo al centro le lingue del Mediterraneo. Residenze artistiche partecipate e pratiche collettive che utilizzano l’arte performativa – legata alla musica, al visuale, alla performance – per costruire nuove narrazioni nel e con il quartiere. Accanto alle residenze, un laboratorio artistico permanente rivolto ai giovani/e del quartiere interroga corpi e linguaggi attraverso le arti performative e visive, intrecciando illustrazione con l’artista visivo Luigi Zetti del collettivo StoryBe e pratiche del corpo insieme al performer, musicista e attore Rabii Brahim, tra proposte individuali e corali, che si sedimenteranno in un piccolo libro d’artista.
“Il dialogo con la città è attivo e continuo anche grazie al ritorno a giugno 2023 di Twiza, il festival biennale che Milano Mediterranea porta nello spazio pubblico del quartiere dove le linee immaginarie, i nostri paralleli ridisegnati e riscritti porteranno a Milano nuove geografie artistiche e politiche.” commenta Anna Serlenga, co-founder di Milano Mediterranea,  regista teatrale, ricercatrice italiana.
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