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Colite ulcerosa: con guselkumab risposta clinica dell’80%

Colite ulcerosa e morbo di Crohn: il farmaco biologico sperimentale mirikizumab riduce la gravità della malattia secondo nuovi studi

Gli adulti con ulcerosa attiva da moderatamente a gravemente attiva hanno ottenuto un tasso di risposta clinica complessiva di circa l’80% con guselkumab

Gli adulti con ulcerosa attiva da moderatamente a gravemente attiva hanno ottenuto un tasso di risposta clinica complessiva di circa l’80% con l’anticorpo monoclonale guselkumab, secondo i risultati dello studio QUASAR comunicati all’American College of Gastroenterology (ACG) 2022 da Janssen, che sta sviluppando questa nuova indicazione per il farmaco.

Guselkumab è il primo anticorpo monoclonale completamente umano approvato che si lega selettivamente alla subunità p19 dell’interleuchina (IL)-23 e ne inibisce l’interazione con il recettore IL-23. È approvato negli Stati Uniti, in Canada, Giappone e numerosi altri paesi per la psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti candidati alla terapia sistemica o alla fototerapia e negli adulti con artrite psoriasica attiva. È inoltre approvato nell’Unione Europea per la psoriasi a placche da moderata a grave negli adulti candidati alla terapia sistemica e per l’artrite psoriasica attiva negli adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che sono stati intolleranti a una precedente terapia con farmaci modificanti la malattia.

Il trial QUASAR Induction Study 1 
Si tratta di uno studio di induzione di fase IIb, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, della durata di 12 settimane, per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’uso sperimentale di guselkumab in 313 adulti con colite ulcerosa da moderatamente a gravemente attiva con inadeguata risposta o intolleranza alle terapie convenzionali (tiopurina o corticosteroidi) e/o alle terapie avanzate (antagonisti del TNFα, vedolizumab o tofacitinib). Circa il 50% dei pazienti arruolati aveva una precedente risposta inadeguata o intolleranza alla terapia avanzata della malattia.

I partecipanti dovevano avere un punteggio Mayo modificato al basale da 5 a 9, con un punteggio secondario Mayo di sanguinamento rettale ≥1 e un punteggio secondario Mayo endoscopico ≥2 ottenuto durante la revisione centrale della videoendoscopia.

I pazienti sono stati randomizzati in tre gruppi, che alle settimane 0, 4 e 8 hanno ricevuto guselkumab per via endovenosa (IV) alla dose di 200 o 400 mg oppure placebo. I soggetti in trattamento attivo senza risposta clinica alla settimana 12 sono stati sottoposti a guselkumab (da placebo IV a guselkumab IV 200 mg, da guselkumab IV 200 mg a guselkumab sottocute 200 mg, da guselkumab IV 400 mg a guselkumab sottocute 200 mg) alle settimane 12, 16 e 20 e sono stati valutati alla settimana 24. Per mantenere il cieco è stato somministrato un placebo corrispondente IV o sottocute. I pazienti che hanno ottenuto una risposta clinica alle settimane 12 o 24 sono entrati nello studio di mantenimento di fase III.

La risposta clinica è stata definita come una riduzione nel punteggio Mayo modificato di almeno il 30% e almeno 2 punti rispetto al basale, con una diminuzione di almeno 1 punto rispetto al basale nel punteggio secondario di sanguinamento rettale o un punteggio secondario di sanguinamento rettale di 0 o 1.

Il punteggio Mayo modificato è un punteggio Mayo a tre componenti (frequenza delle feci, sanguinamento rettale ed endoscopia) senza la valutazione globale del medico (PGA, physician’s global assessment).

Guselkumab superiore al placebo con entrambe le dosi studiate
I risultati riportati in precedenza alla settimana 12 hanno mostrato il raggiungimento della risposta clinica nel 61,4% e nel 60,7% dei pazienti randomizzati rispettivamente a guselkumab IV 200 mg e 400 mg, in confronto al 27,6% con il placebo (p<0,001).

Nei nuovi dati presentati al congresso, la risposta clinica alle settimane 12 o 24 dello studio è stata raggiunta dall’80,2% dei pazienti randomizzati al braccio guselkumab 200 mg IV e dal 78,5% di quelli nel braccio 400 mg IV. Una media del 52,1% dei soggetti trattati con guselkumab IV che non hanno ottenuto una risposta clinica alla settimana 12 e hanno continuato il trattamento attivo per via sottocutanea ha raggiunto una risposta clinica alla settimana 24.

I pazienti in trattamento attivo che non stavano ottenendo una risposta clinica alla settimana 12 sono stati sottoposti a guselkumab 200 mg sottocute. Di questi, hanno ottenuto una risposta clinica alla settimana 24 il 54,3% e il 50,0% di quanti avevano ricevuto in precedenza rispettivamente guselkumab IV 200 mg o 400 mg.

I partecipanti che hanno raggiunto una risposta clinica potevano entrare nel QUASAR Maintenance Study alla settimana 12 o 24.

Riguardo alla sicurezza, i risultati alla settimana 24 erano coerenti sia con quelli alla settimana 12 che con il profilo noto di guselkumab nelle indicazioni approvate, senza che venissero identificati nuovi segnali di sicurezza.

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