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Un anno di guerra in Ucraina, Zelensky: “Nel 2023 vinceremo”

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Il 24 febbraio 2022 la Russia invadeva l’Ucraina, Zelensky: “È stato un anno di dolore, tristezza, fede e unità. E quest’anno siamo rimasti invincibili”

“Il 24 febbraio, milioni di noi hanno fatto una scelta. Non una bandiera bianca, ma quella blu e gialla. Non fuggire, ma affrontare. Resistere e combattere. È stato un anno di dolore, tristezza, fede e unità. E quest’anno siamo rimasti invincibili. Sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria“. Lo scrive su twitter il presidente dell’UcrainaVolodymyr Zelensky.

Al suo fianco Joe Biden, che qualche giorno fa è stato in visita a Kiev per ribadire il sostegno all’Ucraina. “Un anno fa il presidente Putin ha creduto che avrebbe potuto prendere Kiev agilmente. Poi ha conosciuto il coraggio dell’Ucraina e la volontà di ferro delle nazioni, ovunque-, scrive il presidente americano su Twitter in occasione del primo anniversario dall’inizio del conflitto russo-ucraino- Il presidente Putin ha creduto che la Nato si sarebbe spaccata e divisa. E invece la Nato è unita e forte come mai prima”.

LA SITUAZIONE IN UCRAINA A UN ANNO DALLO SCOPPIO DELLA GUERRA

Intanto però nel Paese la situazione è drammatica. Negli ultimi 12 mesi 17 milioni e mezzo di ucraini sono diventati completamente dipendenti dagli aiuti umanitari, altre 6,3 milioni di persone hanno dovuto lasciare le proprie case per sfuggire ai combattimenti, mentre oltre 7mila sono morte – di cui oltre 400 bambini, uno ogni 17,5 adulti – e 11.327 rimaste ferite. La maggior parte delle vittime si registrano nelle regioni del Donbass, così come la principale causa di morte o ferimento resta l’uso di “armi esplosive ad ampio raggio, inclusa artiglieria pesante, sistemi missilistici multipli e attacchi aerei”. Questi alcuni dei dati, diffusi dalle Nazioni Unite, che contribuiscono a creare un’istantanea di 12 mesi di conflitto in Ucraina.

Si tratta, spiega la Dire (www.dire.it), di stime aggiornate al 23 gennaio a partire dal 24 febbraio 2022, giorno dell’avvio da parte della Federazione Russa di una “operazione speciale” che a oggi ha anche causato la morte di decine di migliaia di soldati da ambo le parti.

Nel terzo millennio – epoca segnata da globalizzazione e mercati interconnessi – sono tanti i Paesi ad aver risentito dell’impatto del conflitto. A partire dalla Russia, che in occasione dell’anniversario del 24 febbraio andrà incontro al decimo pacchetto di sanzioni così come assicurato al capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Oltre alle restrizioni all’import e all’export e il tetto al prezzo di gas e prodotti petroliferi, guerra e sanzioni sono diventate le cause all’origine di un’impennata dei prezzi di fertilizzanti e cereali russi e ucraini.
L’8 febbraio scorso la Fao ha avvisato che il conflitto ha determinato “uno shock senza precedenti al sistema alimentare globale” che ha colpito soprattutto “i Paesi più vulnerabili”: ben “349 milioni di persone in 79 Paesi soffrono di insicurezza alimentare grave”. L’inflazione, continua il Fondo Onu, “rimane elevata, con dozzine di Paesi che registrano un tasso a doppia cifra”. I più esposti sono 24, di cui 16 in Africa.

 MELONI: L’AMORE PER LA PATRIA PIÙ FORTE DI MISSILI E CARRI ARMATI

Un anno fa la Federazione Russia ha scioccato il mondo invadendo l’Ucraina. La Russia aveva già compiuto in passato aggressioni nei confronti dei propri vicini, non aveva mai spento le rivendicazioni su quelli che chiama i suoi confini storici, ma nessuno avrebbe potuto immaginare un atto così grave. Ci eravamo illusi. L’obiettivo di Putin era far capitolare l’Ucraina per poi rivolgere le sue mire espansionistiche agli altri Stati confinanti, non solo europei“, dichiara la premier Giorgia Melonin un videomessaggio. “Il piano è fallito- aggiunge-. Mosca ha dovuto fare i conti con l’eroica reazione di un popolo disposto a tutto per difendere la propria libertà e con una cosa più forte dei missili e carri armati: l’amore per la propria Patria”.

MELONI: QUELLO CHE HO VISTO A BUCHA E IRPIN NON LO DIMENTICHERÒ

“Il popolo ucraino sta pagando un prezzo molto alto per questo. A Bucha e Irpin l’ho visto con i miei occhi e non lo dimenticherò“, dichiara ancora la premier.

MELONI: IL MONDO LIBERO DEBITORE NEI CONFRONTI DONNE E UOMINI UCRAINI

“L’Ucraina non è e non sarà sola, perché sta difendendo anche i valori di libertà e democrazia su cui nasce l’identità europea e le fondamenta stesse del diritto internazionale, senza il quale varrebbe solo la forza militare e ogni Stato del mondo rischierebbe di essere invaso dal proprio vicino. Non possiamo consentirlo ed è nostro dovere lavorare per arrivare ad una ‘pace giusta’. Il mondo libero è debitore nei confronti delle donne e degli uomini ucraini. L’Italia è dalla loro parte”, conclude la premier.

LETTA: CON LA RESISTENZA IN NOME VALORI LIBERTÀ E GIUSTIZIA

“La mattina di un anno fa ci siamo svegliati e l’invasore era entrato in Ucraina portando morte e distruzione. Dal primo momento siamo stati con la resistenza del popolo ucraino. Continueremo a farlo in nome dei valori di libertà e giustizia. I valori della Costituzione italiana e dell’Europa”. Lo scrive su twitter il segretario del Pd Enrico Letta, che in un successivo tweet aggiunge: “Oggi pomeriggio, come un anno fa, saremo davanti all’ambasciata russa a chiedere libertà e giustizia per il popolo ucraino”.

CALENDA: UN ANNO DI RESISTENZA DI UN GRANDE POPOLO

“Un anno di resistenza di un grande popolo. Dovevano essere sconfitti in 48 ore, si sono mobilitati con coraggio, hanno riconquistato terreno metro per metro e per una volta l’Occidente ha risposto. Slava Ukraini!”. Lo scrive su twitter il leader di Azione Carlo Calenda.

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