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Carenza di vitamina D associata a dinapenia negli over 50

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Deficit e insufficienza di vitamina D associati ad aumento del rischio di dinapenia, la perdita di forza muscolare, negli ultra50enni

Uno studio di recente pubblicazione sulla rivista Calcified Tissue International and Musculoskeletal Research ha dimostrato che le persone anziane con livelli sierici di 25-idrossivitamina D inferiori a 30 nmol/l sono a maggior rischio di incidenza di dinapenia (perdita di forza muscolare associata all’età) rispetto a quelle con livelli vitaminici pari o superiori a 30 nmol/l.

Escludendo, invece, gli individui affetti da osteoporosi e quelli sottoposti a supplementazione vitaminica D, si osserva che la soglia del rischio per l’incidenza di dinapenia è più elevata (≤ 50 nmol/l), a suggerire un beneficio della supplementazione vitaminica.

Razionale e disegno dello studio
Con il termine di “dinapenia” si definisce la perdita di forza muscolare associata all’età. Rappresenta un importante fattore di rischio per la disabilità e la mortalità in età avanzata, parzialmente spiegato dall’atrofia muscolare.
Questa condizione è stata recentemente associata a basse concentrazioni sieriche di 25(OH)D, dato che il deficit di 25(OH)D si associa ad una riduzione dell’assorbimento di Ca2+ nei miociti, con conseguente impatto negativo sulla cinetica della contrazione muscolare e sviluppo di problemi relativi alla miogenesi e all’espressione dei geni responsabili della crescita, del metabolismo e della differenziazione dei mioblasti, ostacolando il processo di riparazione e il metabolismo delle fibre muscolari.

I risultati di una metanalisi non hanno dimostrato la capacità di un intervento di supplementazione vitaminica D di contrastare la dinapenia (misurata dai test di forza della presa). Lo studio, tuttavia, era gravato da molti biasi, quali il numero ridotto di studi inclusi condotti in pazienti di sesso maschile, la presenza di importanti differenze metodologiche e di analisi e, last but not least, il riscontro di molte differenze relative al dosaggio, alla durata del trattamento e alla formulazione di vitamina D utilizzata per l’intervento di supplementazione vitaminica.

Inoltre, la maggior parte (83%) dei partecipanti allo studio presentava livelli sierici sufficienti di 25(OH)D (>50 nmol/l) al basale, mentre analisi per sottogruppi della meta-analisi hanno mostrato che la supplementazione vitaminica D poteva rivelarsi vantaggiosa solo negli individui con ridotti livelli sierici di 25(OH)D.

Il nuovo studio ha voluto approfondire la questione, proponendosi di analizzare se i livelli sierici di deficit e di insufficienza di 25(OH)D fossero fattori di rischio per l’incidenza di dinapenia individui ultra50enni e se l’osteoporosi i la supplementazione vitaminica D fossero in grado di modificare queste associazioni.

A tal scopo, sono stati presi in considerazione 3.205 partecipanti dello studio ELSA, non dinapenici al basale, seguiti nel corso di un follow-up della durata di 4 anni.
I ricercatori hanno misurato i livelli di vitamina D al basale e classificato lo stato vitaminico D come sufficiente (> 50 nmol/L), insufficiente (≥ 30 and ≤ 50 nmol/L) o carente (< 30 nmol/L).
L’incidenza di dinapenia è stata determinata mediante test di forza della presa <26 kg per gli uomini e <16 kg per le donne alla fine dei 4 anni di follow-up.

Inoltre, i ricercatori hanno determinato l’associazione esistente tra i diversi livelli vitaminici D e l’incidenza di dinapenia mediante il ricorso ai modelli di regressione Poisson, aggiustati in base alle caratteristiche sociodemografiche, cliniche e biochimiche dei partecipanti allo studio.

Risultati principali
Dai dati è emerso che il deficit di 25(OH)D nel sangue rappresentava un fattore di rischio per l’incidenza di dinapenia (IRR = 1,70; IC95%: 1,04–2,79).

Quando venivano presi in considerazione solo gli individui non affetti da osteoporosi e quelli non sottoposti a supplementazione vitaminica D, è emerso che la presenza di livelli deficitari o di livelli insufficienti di 25(OH)D costituiva un fattore di rischio per l’incidenza di dinapenia (IRR = 1,78; IC95%;1.01–3,13 per lo stato di deficit vitaminico D; IRR = 1,77; IC95%:1,06–2,94 per lo stato di insufficienza vitaminica D).

Implicazioni dello studio
In conclusione, i risultati di questo studio osservazionale, con tutti i limiti che questa tipologia di studi comporta (impossibilità di stabilire relazione causa-effetto) hanno chiaramente dimostrato come sia la condizione di deficit che quella di insufficienza vitaminica D aumentino il rischio di andare incontro a dinapenia negli ultra50enni.

La seconda importante considerazione da fare è che la supplementazione vitaminica D sembra essere associata alla prevenzione della dinapenia sia negli individui con carenza vitaminica D che in quelli con livelli sierici insufficienti di questa vitamina.

E’ auspicabile, a questo punto, la conduzione di trial clinici che combinino gli esercizi fisici di resistenza con la supplementazione vitaminica D in soggetti con dinapenia con stato vitaminico D di partenza differente, al fine di verificare l’efficacia di questo intervento combinato sulla forza muscolare negli individui ultra50enni.

Bibliografia
Delinocente, M.L.B. et al. Are Serum 25-Hydroxyvitamin D Deficiency and Insufficiency Risk Factors for the Incidence of Dynapenia?. Calcif Tissue Int 111, 571–579 (2022).
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