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Rai Storia racconta “La battaglia di Chosin” della Guerra di Corea

battaglia di chosin

La battaglia del bacino di Chosin raccontata dallo speciale “Corea 1950. La battaglia di Chosin” in onda venerdì 17 febbraio alle 21.10 su Rai Storia

La Guerra di Corea (1950-53) ha segnato l’affermazione della Cina comunista tra le grandi potenze mondiali e contribuito a creare gli equilibri geopolitici in Estremo Oriente, con cui confrontarsi ancora oggi. La battaglia del bacino di Chosin (27 novembre – 11 dicembre 1950) – raccontata dallo speciale “Corea 1950. La battaglia di Chosin” in onda venerdì 17 febbraio alle 21.10 su Rai Storia – è uno dei momenti decisivi del conflitto, oltre che il più violento scontro della storia tra truppe cinesi e statunitensi. A introdurre e contestualizzare l’argomento, lo storico militare Gastone Breccia.

Tra il 1950 e il 1953 la Corea è teatro di una guerra durissima, che provoca oltre due milioni di morti e la distruzione di buona parte del paese. Causa del conflitto, la divisione della penisola lungo il 38mo parallelo, decisa nel 1945 quando sovietici e statunitensi pongono fine all’occupazione giapponese. Dal 1948 nel sud inizia una cruenta guerra civile tra comunisti e nazionalisti; dopo la sconfitta dell’insurrezione, l’esercito comunista passa il confine il 25 giugno 1950, contando sulla debolezza militare dell’avversario. Due giorni dopo le Nazioni Unite autorizzano però l’intervento di una forza multinazionale per ripristinare lo status quo. Gli statunitensi forniscono il grosso delle truppe combattenti e riescono in extremis a fermare l’avanzata nordcoreana.

Il 15 settembre 1950 il generale Douglas MacArthur, a capo delle forze dell’Onu, lancia un fulmineo contrattacco anfibio che porta alla liberazione di Seoul e alla cacciata dei nordcoreani da tutto il sud.

Ma MacArthur, con il consenso del presidente Truman, decide di non fermarsi al 38mo parallelo: convinto di poter riunificare il paese, dà ordine alle sue truppe di raggiungere lo Yalu, che separa la Corea dalla Manciuria, ignorando i segni di un possibile coinvolgimento nel conflitto della Repubblica Popolare Cinese. Mao Zedong fa capire subito che non avrebbe tollerato senza reagire una presenza americana ai suoi confini e a fine ottobre quasi 300 mila soldati cinesi avanzano in Corea contrattaccando di sorpresa le colonne delle Nazioni Unite, che subiscono gravi perdite.

Alla fine di novembre la prima divisione dei Marines viene circondata da 60 mila cinesi nei pressi del lago artificiale di Chosin, sui monti Taebaek: la sua distruzione avrebbe potuto infliggere un colpo decisivo al morale degli Stati Uniti, inducendo Truman a cercare una via d’uscita dal conflitto. Per due settimane i Marines lottano per sopravvivere con temperature fino a 30 gradi sottozero, riuscendo infine a rompere l’accerchiamento e a mettersi in salvo al porto di Hungnam. La guerra sarebbe andata avanti fino al luglio 1953, senza un vero vincitore.

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