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Tumore al seno: rischi al cervello da chemio prima di terapia endocrina

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Cancro al seno: la chemioterapia prima della terapia endocrina potrebbe aumentare il rischio di deterioramento cognitivo correlato al tumore

Nelle donne con cancro al seno, il trattamento chemioterapico prima della terapia endocrina potrebbe aumentare il rischio di deterioramento cognitivo correlato al tumore rispetto alla sola terapia ormonale, indipendentemente dallo stato di pre- o post-menopausa delle pazienti. Lo evidenziano i risultati di un sottostudio del trial di fase 3 RxPONDER, nel quale sono stati analizzati i questionari sulla qualità della vita compilati dalle pazienti (Patient Reported Outcomes, PROs) e i cui risultati sono stati presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) in Texas.Nelle donne con cancro al seno, il trattamento chemioterapico prima della terapia endocrina potrebbe aumentare il rischio di deterioramento cognitivo correlato al tumore rispetto alla sola terapia ormonale, indipendentemente dallo stato di pre- o post-menopausa delle pazienti.

Lo evidenziano i risultati di un sottostudio del trial di fase 3 RxPONDER, nel quale sono stati analizzati i questionari sulla qualità della vita compilati dalle pazienti (Patient Reported Outcomes, PROs) e i cui risultati sono stati presentati al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) in Texas.

«Il deterioramento cognitivo correlato al cancro sembra persistere nel tempo in una percentuale significativa di pazienti», ha spiegato Irene Kang, del Women’s Health Breast Oncology City of Hope Orange County, di Irvine in California. Tuttavia, ha aggiunto l’autrice, sebbene sia noto che il trattamento del cancro al seno è associato a un deterioramento cognitivo correlato alla patologia, finora mancavano studi sull’impatto del trattamento chemioterapico prima dell’ormonoterapia rispetto alla sola ormonoterapia, nonché sull’influenza dello stato pre- o post-menopausale, sul decadimento cognitivo delle pazienti affette da tumore al seno.

Lo studio RxPONDER
Lo studio internazionale RxPONDER (SWOG S1007; NCT01272037) ha considerato un campione di oltre 5000 donne affette da carcinoma mammario HR+/ HER2- con un numero di linfonodi positivi da uno a tre, e senza metastasi a distanza. In sintesi, lo studio RxPONDER ha dimostrato che con il test genomico Oncotype DX è possibile prevedere quali donne con tumore al seno HR+/HER- e linfonodi positivi possono trarre beneficio dalla chemioterapia e quali, invece, possono evitarla senza aumentare il rischio di recidiva del carcinoma.

Nel sottostudio RxPONDER PRO sono state incluse pazienti arruolate nello studio RxPONDER assegnate in modo casuale al trattamento con chemio più ormonoterapia (274) o al trattamento con solo ormonoterapia (294). Le pazienti di lingua inglese nei centri situati negli Stati Uniti sono state invitate a compilare i questionari sulla qualità della vita legata alla salute (HRQoL), tra cui il questionario PROMIS Perceived Cognitive Function Concerns (PCF) nella forma breve. Si tratta di un questionario a 8 item che chiede ai partecipanti informazioni su aspetti quali la memoria e l’attenzione su una scala di Likert a 5 punti.

La funzione cognitiva è stata quindi valutata poco dopo la randomizzazione (al basale) e poi a 6, 12 e 36 mesi.

L’endpoint primario del sottostudio era rappresentato dal punteggio medio della funzione cognitiva in base al braccio di trattamento e allo stato di pre- o post-menopausa. In particolare, un quarto delle pazienti (139, età mediana 48 anni) era in pre-menopausa, mentre le restanti (429, età mediana 62 anni) erano in post-menopausa.

I punteggi che indicavano alterazioni della funzione cognitiva percepita al basale erano simili nei due gruppi di trattamento. Gli sperimentatori hanno rilevato che nelle pazienti trattate con la sola terapia endocrina i punteggi sono peggiorati a 6 e a 12 mesi, ma a 36 mesi sono risaliti ai valori basali. Al contrario, le pazienti assegnate alla chemioterapia, pur avendo segnalato la stessa diminuzione dopo 6 e 12 mesi, non hanno visto i loro punteggi risalire al valore iniziale a 36 mesi.

In base allo stato menopausale, la differenza media di punteggio tra il braccio assegnato alla chemioterapia seguito dall’ormonoterapia e quello sottoposto alla sola ormonoterapia è risultata di -3,02 (P = 0,01) per le donne in pre-menopausa e -2,36 (P = 0,003) per quelle in post-menopausa. In particolare, nel primo sottogruppo è stato segnalato un declino sostenuto e clinicamente significativo della funzione cognitiva dal 42% delle pazienti trattate con chemioterapia e ormonoterapia, rispetto al 28% delle donne trattate con la sola terapia ormonale. Nel sottogruppo in post-menopausa, questo decadimento è stato riportato rispettivamente dal 41% e dal 36% delle pazienti.

Diifferenze con lo studio TAILORx e liniti dell’analisi
L’autrice ha sottolineato che questi risultati divergono da quelli ottenuti nello studio TAILORx, nel quale le differenze nel deterioramento cognitivo correlato al cancro riscontrate con i due schemi terapeutici si sono annullate dopo 12 mesi di follow-up. Tuttavia, ha precisato, i due studi hanno utilizzato scale di misurazione delle funzioni cognitive differenti.

Tra i limiti dello studio, la Kang ha citato la ridotta dimensione del campione, in particolare nel sottogruppo delle pazienti in pre-menopausa, la calo del numero delle partecipanti nel tempo, l’assenza di dati di aderenza alla terapia endocrina, e il fatto che non erano noti i cambiamenti dello status menopausale intervenuti durante lo studio. Inoltre, le partecipanti erano in maggioranza bianche (84,2%) e non ispaniche (91,6%).

In conclusione
«Il nostro studio evidenzia la necessità di fare luce sul deterioramento cognitivo legato al cancro in una popolazione di pazienti più eterogenea, nonché di chiarire chi svilupperà il decadimento cognitivo e chi, invece, potrà recuperare», ha sottolineato l’oncologa.

Inoltre, ha concluso la Kang, «Credo che questi dati evidenzino il fatto di utilizzare un test di rischio molecolare per evitare la chemioterapia in pazienti che non ne trarrebbero beneficio è davvero importante per prevenire un sintomo così invalidante».

Bibliografia
I. Kang, et al. Patient-reported cognitive impairment in women participating in the RxPONDER trial (SWOG S1007) by menopausal status. SABCS 2022; abstract GS1-04. Link

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