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“Giorgia, legalizzala”: Fratelli d’Italia attacca Fedez e Articoli 31

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Continua a tenere banco la polemica dopo l’appello di Articolo 31 e Fedez alla premier Meloni per la legalizzazione della cannabis: Fratelli d’Italia all’attacco

Si fa sempre più politicizzata l’edizione di Sanremo che si è conclusa ieri sera con la vittoria di Mengoni. Dopo le polemiche sulla presenza del presidente ucraino Zelensky, ieri sera è scoppiato anche il ‘caso Fedez’. Già nell’occhio del ciclone per aver strappato la foto del viceministro Bignami, è bastata la frase “Giorgia legalizzala”, pronunciata dal rapper con gli Articolo 31, in occasione della serata dei duetti, per scatenare un putiferio che ha notevolmente infervorato gli onorevoli di FdI.

MESSINA (FDI): RAI COMPIACENTE DI KILLERAGGIO POLITICO FEDEZ

“Il doppiopesismo della Rai non è più accettabile. Gli attacchi di Fedez ad un viceministro, con tanto di foto stracciata in diretta, non sono stati una spiazzante improvvisata, ma un vero killeraggio politico di cui i vertici Rai erano consapevoli e che, con compiacenza, hanno permesso. La verità stamane ci racconta addirittura che in un primo momento la foto sventolata dall’indomito rapper fosse prevista a testa giù. Questa è forse democrazia? Chiediamo chiarezza ai vertici Rai perché averne consentito la performance, rileva complicità rispetto ad un vero e proprio attacco ad personam che è lontana dai valori costituzionali e democratici che tanto vengono millantati dal quel palco”. Lo dichiara Manlio Messina, vice capogruppo vicario di Fratelli d’Italia alla Camera.

FOTI(FDI): CON GOVERNO MELONI NO SPAZIO PER LEGALIZZAZIONE DROGA

Uno dei primi volantini della destra giovanile che ho distribuito davanti al Liceo Scientifico che frequentavo, era titolato: ‘chi ti dà la droga, ti dà la morte’. Sono sempre convinto di quella sintesi politica: alle persone si devono offrire valori, idee, ragioni per cui battersi, non paradisi artificiali. Chi dal palco dell’Ariston ha urlato ‘Giorgia legalizzala’ riferendosi alla droga, poteva risparmiarsi la voce. Con il Presidente Meloni al Governo non ci sarà spazio per alcuna legalizzazione delle droghe, tutte parimenti dannose e fonte di dipendenza. Per chi è di Destra, sa che al centro del vivere sociale è posta la persona, non stupefacenti appelli alle droghe libere. Lo dobbiamo innanzitutto a chi delle stesse è vittima, che va aiutato a liberarsi da ogni dipendenza, e alle loro famiglie, in prima linea nel sopportare a volte penose e pericolose situazioni con cui sono obbligate a convivere”. Così Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.

BALBONI (FDI): CHI NON HA VIGILATO SU FEDEZ SI DIMETTA

Lo spettacolo di Fedez contro il viceministro Bignami è stato indecoroso. Ma altrettanto sgradevole è stato il silenzio della Rai su questo caso. Secondo le ricostruzioni pubblicate oggi dal quotidiano La Verità, i vertici di Viale Mazzini erano consci del contenuto dello show del rapper e nessuno si è degnato di correggere il tiro prima che fosse troppo tardi. Il ruolo di servizio pubblico svolto dalla Rai deve essere una cosa seria. Chi non ha vigilato, o ha omesso di intervenire, faccia un passo indietro e si dimetta”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Alberto Balboni.

CALENDA: TG1 E TG2 SEMBRANO UFFICI STAMPA MELONI E VI LAMENTATE PURE?

“Ma si possono chiedere le dimissioni dei vertici Rai per due battute di Fedez durante una canzone? Mi sembra indice di un grado di intolleranza inaccettabile. Tra l’altro TG1 e TG2 sembrano gli uffici stampa della Meloni. E vi lamentate pure?”. Lo scrive su twitter Carlo Calenda, leader di Azione.

COLETTA SU FEDEZ: DIRETTA NON SI PUÒ CONTROLLARE, NON È CIVILE PENSARLO

Del ‘caso Fedez’ si è parlato anche durante la conferenza stampa del Festival. Il primo a rispondere è stato il direttore di Rai 1 Stefano Coletta: “Se un dirigente dovesse dimettersi per ogni cosa che avviene in diretta, ci dovremmo dimettere tutti. Lavoriamo tante ore al giorno con tanta attenzione, ma ciò che improvvisamente avviene in diretta non è controllabile, quindi non strumentalizziamo l’omesso controllo. Perché se arriviamo a questo, non è civile. Non posso rispondere a tutto ciò che avviene su un palco: la diretta non è prevedibile. Non posso sapere cosa un artista dirà sul palco”. E ancora: “Si sta parlando da questa mattina solo di questo- ha aggiunto Coletta- dormo da 15 giorni 3 ore a notte, e credo di fare al meglio il mio lavoro. Non è civile pensare che io possa rispondere di ciò che un artista faccia su un palco“.

MORANDI SU CASO FEDEZ: MI FU VIETATO DI CITARE VIETNAM, MA LO FECI

Ad intervenire è stato anche il co-conduttore del festival Gianni Morandi, che in merito al caso Fedez ha raccontato un episodio personale: “Quando uscì ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’ mi fu vietato di citare il Vietnam. Ci fu un’interrogazione parlamentare su questo. Ma quando cantai la canzone al ‘Festival delle Rose’, io dissi la frase sul Vietnam”.

AMADEUS: MAI RICEVUTO PRESSIONI POLITICHE, NON LO PERMETTEREI MAI

Non ho mai ricevuto pressioni politiche, e non lo permetterei mai, da qualsiasi corrente politica arrivi”. Lo ha detto Amadeus, direttore artistico di Sanremo, in conferenza stampa. In riferimento al racconto di Morandi, che ha ricordato che anche ‘C’era un ragazzo’ venne censurata ma che in diretta lui scelse di cantarla comunque citando il Vietnam, Amadeus ha detto: “anche se l’avessi saputo, non gliel’avrei impedito”.

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