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Bpco e polmonite comunitaria: ridurre antibiotici è possibile

Miglioramenti alla f unzione polmonare ottenuti in pazienti con BPCO obesi trattati con liraglutide, un farmaco normalmente indicato per la perdita di peso

Nuovo sistema di valutazione a punteggio utile nel ridurre l’impiego eccessivo di antibiotici anti-Pseudomonas in pazienti con BPCO e polmonite comunitaria

Sono stati recentemente pubblicati sulla rivista iberica Archivos de Bronconeumología, organo ufficiale della Società Respiratoria Spagnola di Pneumologia e Chirurgia Toracica, i risultati di uno studio che avrebbe identificato un nuovo sistema di valutazione a punteggio, di facile utilizzo, che potrebbe rivelarsi utile nel ridurre drasticamente l’impiego eccessivo della terapia empirica co antibiotici anti-Pseudomonas nei pazienti con BPCO e polmonite acquisita in comunità (CAP).

Se confermati e validati in studi ulteriori, i risultati ottenuti avranno sicuramente un impatto sulla pratica clinica di routine nel trattamento di questi pazienti.

Razionale e disegno dello studio
La BPCO è una condizione clinica fortemente associata allo sviluppo di polmoniti acquisite in comunità (CAP), ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.

Sono disponibili dati limitati sui fattori di rischio di infezione da batteri di difficile gestione, come Pseudomonas aeruginosa, nei pazienti BPCO con CAP.

L’obiettivo dello studio è stato quello, pertanto, di valutare i pattern microbiologici associati ai fattori di rischio che comportano il ricorso all’antibioticoterapia empirica nei pazienti BPCO ospedalizzati per la compresenza di CAP.
A tal scopo, i ricercatori hanno condotto un’analisi secondaria dei dati provenienti da GLIMP  (Global Initiative for Methicillin-resistant Staphylococcus aureus Pneumonia), uno studio internazionale, multicentrico, osservazionale, di prevalenza, che aveva reclutato pazienti ospedalizzati con BPCO e CAP.

Condotto tra marzo 2015 e giugno 2015. GLIMP aveva incluso pazienti immunocompetenti con BPCO ricoverati con CAP provenienti da 37 Paesi sparsi sul globo.
L’analisi secondaria dello studio GLIMP ha coinvolto 689 pazienti con BPCO ricoverati per CAP (età media [SD], 72 (11) anni; 67% maschi). Di questi pazienti, l’11% mostrava una limitazione del flusso aereo molto severa (FEV1≤30%), il 10% era affetto da bronchiectasie, mentre il 5% era andato incontro a precedente infezione sostenuta da Pseudomonas aeruginosa.

Per prima cosa, i ricercatori hanno identificato i fattori di rischio associati a vari microrganismi patogeni, per poi sviluppare, successivamente, un sistema di punteggio in grado di aiutare i clinici a guidare il processo decisionale relativo al trattamento antibiotico empirico anti-Pseudomonas.

Risultati principali
Tra i microrganismi isolati più frequentemente, vi erano lo Streptococcus pneumoniae (8%) e alcuni batteri Gram-negativi (8%), P. aeruginosa (7%) ed Haemophilus influenzae (3%).

I ricercatori hanno osservato, inoltre, che P. aeruginosa era il microrganismo associato a un maggior numero di fattori di rischio nei pazienti con BPCO ricoverati con CAP.

Utilizzando questi dati sui fattori di rischio, i ricercatori hanno implementato un sistema a punteggio (da 0 a 5 punti) per definire la prevalenza di P. aeruginosa (con un punteggio di 5 che indica la massima probabilità di prevalenza).

Il sistema a punteggio utilizzava 3 variabili indipendenti, a ciascuna delle quali veniva attribuito un punteggio diverso:
– precedente infezione o isolamento di P aeruginosa (3 punti)
– ricovero ospedaliero nei 12 mesi precedenti (1 punto)
– bronchiectasie (1 punto)

L’analisi dei dati ha documentato che la prevalenza di P. aeruginosa in pazienti con BPCO con 0 e 1 punto era del 2% e del 5%, rispettivamente; la prevalenza di questo microrganismo, invece, saliva al 20% nei pazienti con un punteggio pari a 2 e al 50% in quelli con un punteggio pari o superiore a 3.

Analisi ulteriori dei dati hanno mostrato che più della metà dei pazienti con pazienti compresi tra 0 e 1 era stata sottoposta, inutilmente, a trattamento con antibiotici anti-Pseudomonas.
Da ultimo, i ricercatori hanno stimato che l’impiego di questo sistema a punteggio per evitare l’impiego non necessario agenti anti-Pseudomonas in pazienti con punteggio pari o inferiore a 1 era in grado di ridurre la probabilità di sovra-trattamento dal 54,1% al 6,2% e di  aumentare la probabilità di un non-utilizzo appropriato dal 39,3% all’87,2%.

Limiti dello studio
Tra i limiti metodologici intrinseci dello studio, ammessi dagli stessi autori, si segnala la diversità degli standard di cura nei diversi centri coinvolti nella sperimentazione, la mancanza di informazioni sugli outcome dei pazienti e, last but not least, l’impossibilità di stabilire nessi causa-effetto in ragione della natura osservazionale dello studio.

Bibliografia
Pascual-Guardia S et al; GLIMP Investigators. Bacterial patterns and empiric antibiotic use in COPD patients with community-acquired pneumonia. Arch Bronconeumol. Published online September 28, 2022. doi:10.1016/j.arbres.2022.09.005
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