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Reddito di cittadinanza: come sarà la riforma del governo Meloni

Il flop dei Navigator, la nuova figura professionale prevista nel decreto del Reddito di Cittadinanza, finisce all’attenzione della Corte dei Conti

Reddito di cittadinanza, la viceministro Bellucci assicura: “La riforma del sussidio da parte del governo Meloni non lascerà indietro nessuno”

“Già nell’ultima manovra il governo Meloni ha dimostrato massima attenzione ai più fragili destinando risorse importanti per famiglie e persone in difficoltà ma sentiamo la necessità di riformare il reddito di cittadinanza che ha fallito gli obiettivi che si era prefissato”. Così il viceministro al Lavoro, Maria Teresa Bellucci, intervistata dall’Agenzia DIRE (www.dire.it).

La misura pensata dal governo Conte “doveva cancellare la povertà”, ricorda Bellucci. Ma così, sostiene il viceministro, non è stato: “La povertà è aumentata nell’ultimo triennio, i poveri sono passati da 5 milioni a oltre 5.5 milioni. I dati Caritas ci dicono inoltre che il 50% dei poveri non viene raggiunto dal reddito. Le politiche attive poi – continua Bellucci – non hanno funzionato, pochissime sono state le persone avviate al lavoro malgrado i 25 miliardi investiti per il reddito di cittadinanza. Infine c’è stato lo scandalo truffe che ha dimostrato l’inefficacia dei controlli e delle autocertificazioni“.

Tutte ragioni, sostiene il viceministro Bellucci, che impongono “di riformare il reddito”. Con una promessa: “Lo faremo senza lasciare indietro nessuno“. Per questo il governo ha pensato a due misure. “Il trasferimento economico accompagnato da servizi di inclusione sociale, come l’assistenza domiciliare, e l’uso di 8 miliardi di fondi europei per la formazione da usare in ottica politiche attive del lavoro”, spiega Bellucci.

Per il resto, la manovra aveva già modificato la struttura del reddito di cittadinanza a firma M5s. Gli ‘occupabili’ “lo avranno per i primi 7 mesi del 2023, poi decadrà se non verrà accettata la prima offerta di lavoro”, termina il viceministro.

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