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Allergie alimentari: buoni risultati con immunoterapia orale

Allergia alimentare LTP (lipid transfer protein): si manifesta con un gonfiore delle labbra, eritema, vescicole e un fortissimo prurito in bocca

Due adulti su 3 che hanno portato a termine un regime di immunoterapia orale contro alcune allergie alimentari sono andati incontro a desensibilizzazione completa

Due adulti su 3 che hanno portato a termine un regime di immunoterapia orale (OIT) contro le allergie al latte, alle arachidi, al sesamo, alle uova o alla frutta a guscio, sono andati incontro a desensibilizzazione completa a questi allergeni. Queste le conclusioni di una review retrospettiva di dati clinici israeliani, recentemente pubblicata sulla rivista Allergy, che suffragano il beneficio di questa misura di contrasto alle principali allergie alimentari.

Razionale e disegno dello studio
Per quanto sia tradizionalmente considerata una condizione pediatrica, l’allergia alimentare sta prendendo sempre più piede anche nella popolazione adulta, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio.
L’OIT è notoriamente un trattamento efficace nel desensibilizzare alle allergie alimentari la popolazione pediatrica, migliorando la qualità di vita di questi piccoli pazienti.

La limitata disponibilità di dati relativi all’impiego dell’OIT nonché l’indisponibilità di forme alternative di immunoterapia nella popolazione adulta, ha sollecitato questo nuovo studio, nel corso del quale sono state analizzate retrospettivamente le cartelle cliniche di pazienti adulti con allergia alimentare che avevano portato a termine un trattamento di OIT tra il 2010 e il 2020 in un centro specialistico israeliano. I dati relativi a questi 93 pazienti, di età media pari a 23 anni, sono stati messi a confronto con quelli relativi a 1.299 bambini e 309 adolescenti sottoposti allo stesso trattamento nello stesso periodo.

Il programma di introduzione all’ OIT nella struttura scelta per lo studio, condotto in prima battuta in un setting ambulatoriale, inizia con una fase di titolazione verso l’alto della dose di OIT da impiegare, della durata di 3-4 giorni, per determinare la dose massima tollerata individuale (STHD) per ciascun paziente.

Una volta individuata, questa dose viene somministrata una volta al giorno per 24 giorni, durante i quali è possibile scalare ulteriormente la dose verso l’alto (fino a 4 volte al dose iniziale), anche a domicilio.

Il protocollo in uso prevede la continuazione del trattamento fino al raggiungimento della dose target specifica per la desensibilizzazione parziale o completa. “Le dosi target per la desensibilizzazione parziale (latte 180 mg di proteine; arachidi 300 mg; noci 300 mg; uova 1500 mg e sesamo 240 mg di proteine) riflettono una protezione significativamente maggiore in caso di esposizione accidentale”, notano gli autori, “mentre le dosi target per la desensibilizzazione completa (latte 7200 mg di proteine; uova 6000 mg; arachidi 3000 mg; noci 3900 mg e sesamo 4000 mg di proteine) consentono il libero consumo”.

Più della metà della coorte di adulti (55,2%) era stata trattata per l’allergia al latte, mentre il 5,2% era stato trattato per l’allergia alle uova, il 18,8% per le arachidi, il 7,3% per il sesamo e il 13,5% per le noci.

Risultati principali
Nel complesso, il 61,5% degli adulti ha raggiunto una desensibilizzazione completa, il 18,8% una desensibilizzazione parziale mentre il 19,8% non ha tratto alcun beneficio dal trattamento. In confronto, gli stati di desensibilizzazione completa, parziale e di quella mancata si sono manifestati nel 73,4%, 17,2% e 9,3% dei bambini e nel 69,6%, 20,7% e 9,7% degli adolescenti.

Negli adulti, le reazioni anafilattiche sono risultate la ragione più frequente sia per la desensibilizzazione parziale (54%) sia per il mancato beneficio del trattamento (70%), con un tasso significativamente più elevato di reazioni avverse gravi che hanno richiesto l’uso di epinefrina durante l’up-dosing in clinica (49% rispetto al 15,9% dei bambini e al 26,5% degli adolescenti; P < 0,0001 per entrambi), e analogamente durante il trattamento domiciliare (22,9% degli adulti, 17,5% degli adolescenti e 12,4% dei bambini).

Il latte è risultato l’alimento allergenico più fortemente associato al fallimento del trattamento.

Dai risultati dell’ analisi multivariata è emerso che  l’allergia al latte era fortemente associata al mancato beneficio del trattamento nell’intera popolazione (odds ratio [OR], 3,63, P < .001), e che i tassi di insuccesso terapeutico del trattamento erano significativamente più elevati nei pazienti con OIT al latte che erano adulti (28,3%) rispetto ai bambini (14,3%, P = 0,015) e agli adolescenti (14,1%, P = 0,022).

Non solo: Gli adulti trattati con OIT per l’allergia al latte si sono caratterizzati per un tasso significativamente più elevato di reazioni che hanno richiesto l’impiego di epinefrina, sia in clinica che durante il trattamento domiciliare, rispetto ai bambini e agli adolescenti.

Considerazioni conclusive 
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno sottolineato che, nonostante i tassi più elevati di insuccesso terapeutico del trattamento e di reazioni avverse tra gli adulti, “la maggior parte di questi è stata in grado di raggiungere la completa desensibilizzazione”.

Inoltre,  “…l’aumento del tasso di reazioni avverse e di insuccessi terapeutici del trattamento è stato rilevato limitatamente all’OIT per le allergie al latte. Nei pazienti adulti sottoposti a OIT per altri alimenti come arachidi, noci, sesamo e uova, i tassi di reazioni gravi a casa e di insuccesso terapeutico del trattamento sono risultati ridotti e paragonabili a quelli dei pazienti più giovani. È importante notare che il tasso di desensibilizzazione completa è risultato elevato negli adulti non trattati per le allergie al latte, raggiungendo oltre l’80%, e simile a quello dei bambini e degli adolescenti”.

In conclusione, secondo gli autori, “…a differenza degli allergeni diversi dal latte, per cui i pazienti possono essere incoraggiati a sottoporsi all’immunoterapia orale a tutte le età, i pazienti allergici al latte dovrebbero essere incoraggiati al trattamento in giovane età, per aumentare i tassi di successo”.

Data la limitata disponibilità di dati sull’OIT negli adulti, “…i risultati ottenuti in questa review – aggiungono – sono moderatamente incoraggianti per i medici che per i loro pazienti adulti allergici agli alimenti, in quanto l’OIT sembra dare a questi ultimi maggiori chance di condurre una vita più normale, migliorando la loro qualità di vita”.

Bibliografia
Epstein-Rigbi N, Levy MB, Nachshon L, Koren Y, Katz Y, Goldberg MR, Elizur A. Efficacy and safety of food allergy oral immunotherapy in adults. Allergy. 2022 Oct 3. doi: 10.1111/all.15537. Epub ahead of print. PMID: 36190349.

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