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Covid: il 2023 potrebbe iniziare con mascherine e limitazioni

stato di emergenza mascherine

Covid: il Governo punta forte sul sequenziamento e non esclude il ritorno dello smart working, le mascherine nei luoghi affollati e le limitazioni dei grandi eventi

Prima l’ordinanza che prevede l’obbligo di tampone per i passeggeri che arrivano in Italia dalla Cina. Poi l’informativa del ministro Orazio Schillaci in Senato, su richiesta delle opposizioni. Oggi, ecco il documento elaborato dal dicastero della Salute sulla gestione del Covid nella stagione invernaleL’esplosione dei contagi in Cina dopo l’allentamento delle restrizioni nel Paese asiatico ha fatto salire il livello di allerta in tutto il mondo.

E anche se la premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa di fine anno ha assicurato che non torneranno le “privazioni delle libertà” (messaggio ribadito oggi su Telegram) e si punta a “lavorare sulla responsabilizzazione dei cittadini e sulla prevenzione” in quanto “il modello restrittivo adottato in passato non ha funzionato”, il documento del ministero della Salute torna a evocare lo scenario del ritorno generalizzato delle mascherine.

LE INDICAZIONI DEL MINISTERO DELLA SALUTE SULLE MASCHERINE

Nel testo degli ‘Interventi in atto per la gestione della circolazione del Sars-CoV-2 nella stagione invernale 2022-2023’, realizzato dal ministero con il supporto dell’Istituto superiore di sanità, si legge che la mascherina “è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori” e “nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave”.

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TORNANO LE LIMITAZIONI E LO SMART WORKING?

Analogamente, “nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico – continua il ministero – si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti“. Sebbene l’evoluzione della pandemia “sia allo stato attuale imprevedibile”, si legge nel documento, “il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di Sars-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione“.

Per quanto riguarda le misure di isolamento, autosorveglianza e gestione dei contatti, il documento ribadisce che “l’individuazione dei casi attraverso i test, l’isolamento dei casi e la ricerca mirata dei contatti continuano ad essere strumenti utili per gestire l’epidemia da Sars-CoV-2, in particolare in contesti in cui è più alto il rischio di un impatto elevato di Covid-19 sui servizi sanitari”.

LE INDICAZIONI SUI VACCINI ANTI-COVID

Per quanto riguarda la campagna vaccinale il ministero della Salute spiega che nella stagione invernale 2022-2023 l’obiettivo “sarà quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione“. Le priorità e i fattori da considerare nella preparazione e nell’attuazione delle nuove strategie vaccinali includono “la prosecuzione della campagna vaccinale in corso, colmando le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati e mantenendo una sufficiente capacità di vaccinazione; la possibilità di combinare le campagne di vaccinazione contro COVID-19 e influenza; lo sviluppo di programmi di vaccinazione con vaccini adattati, identificando gruppi di popolazione prioritari ed assicurando che ci sia una disponibilità sufficiente di dosi; il monitoraggio dell’efficacia e la sicurezza dei vaccini adattati una volta iniziata la diffusione su larga scala; l’implementazione di strategie di comunicazione efficaci per promuovere l’assunzione di dosi di richiamo, il completamento della serie primaria e la campagna sui nuovi vaccini e adattati e sui vaccini proteici. Al tempo stesso, le campagne informative dovrebbero essere indirizzate anche a incentivare l’uso dei vaccini anti-influenzali per le persone a rischio“.

Il ministero ricorda poi che la somministrazione della seconda dose di richiamo (second booster) è raccomandata per le seguenti categorie, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 gg) dalla prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo): persone di 60 anni e più, persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti, operatori e ospiti dei presidi residenziali per anziani, operatori sanitari, donne in gravidanza. I vaccini bivalenti possono, comunque, essere resi disponibili su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni.

Per le dosi di richiamo è raccomandato l’uso di vaccini a m-RNA nella formulazione bivalente. Un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente è attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone, che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2 (data del test diagnostico positivo): persone dagli 80 anni in su, ospiti delle strutture residenziali per anziani, persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti. Su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni, che hanno già ricevuto un secondo richiamo, potranno, comunque, vaccinarsi con una ulteriore dose di vaccino. Inoltre, dal 9 dicembre 2022 è stata estesa la raccomandazione della vaccinazione anti-Sars-CoV2/COVID19 ai bambini nella fascia di età 6 mesi-4 anni (compresi) che presentino condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2.

AVANTI TUTTA CON IL SEQUENZIAMENTO DEI VIRUS

“Si evidenzia la necessità di intensificare il sequenziamento al fine di raggiungere una numerosità sufficiente a identificare l’eventuale circolazione di nuove varianti“. Nel documento il ministero definisce “particolarmente importante evitare la congestione delle strutture sanitarie limitando l’incidenza di malattia grave da Covid-19 e le complicanze dell’influenza nelle persone a rischio, proteggendo soprattutto le persone più fragili”.

“Implementare e supportare sistemi di sorveglianza e monitoraggio integrati è fondamentale per seguire l’andamento delle diverse malattie respiratorie citate – si legge ancora nel documento – I dati provenienti dai sistemi di sorveglianza e monitoraggio consentono di documentare la diffusione dei virus respiratori in circolazione e di rilevare i cambiamenti nelle tendenze e l’emergere di nuove varianti di interesse sanitario. Questo, a sua volta, potrà orientare le misure di controllo per mitigare l’impatto delle nuove varianti. Tali sistemi saranno un elemento chiave anche in questa fase della pandemia da Covid-19″.

“Nel periodo invernale 2022-2023 – nota il ministero -, continueranno pertanto tutte le attività di sorveglianza. Poiché è verosimile un aumento della pressione sui laboratori sia per la diagnostica, ma anche più in generale sulle reti di sorveglianza virologica a causa di una maggiore circolazione stagionale dei virus respiratori, è necessario che siano previsti meccanismi di rafforzamento dei sistemi in vigore. Sarà essenziale assicurare un volume di sequenziamento sufficiente per monitorare i virus in circolazione e l’emergenza di nuove varianti virali e una adeguata capacità diagnostica dei laboratori. Pertanto, è fortemente raccomandato – scrive il ministero – per lo meno in contesti d’elezione quali ospedali e pronto soccorso, raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, per garantire in ogni Regione/PA un numero minimo di campioni da genotipizzare”.

LE INDICAZIONI PER OSPEDALI E STRUTTURE SANITARIE

Infine in merito all’organizzazione dei servizi sanitari il testo del ministero della Salute indica che “si ritiene indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino, e, se necessario, rafforzino il proprio stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2″.

“È inoltre importante sottolineare – si legge ancora – che l’assetto organizzativo dei servizi sanitari dedicati al Covid-19 (con particolare riferimento alle dotazioni di posti letto ospedalieri) dovrà seguire dinamicamente gli andamenti della relativa domanda e della situazione epidemiologica, per limitare le ricadute della gestione della pandemia sulle cure di patologie diverse dal Covid-19 e sulle liste d’attesa per le prestazioni programmate. A questo proposito si raccomanda lo stretto monitoraggio dell’andamento delle liste d’attesa per le prestazioni programmate di ricovero, ambulatoriali e di screening oncologico e l’attento aggiornamento dei piani di recupero in base ai risultati del monitoraggio, secondo i criteri individuati nelle Linee di Indirizzo per il recupero delle prestazioni sanitarie non erogate in ragione dell’epidemia da Sars-CoV-2″, conclude il ministero della Salute.

SCHILLACI: “ITALIANI POSSONO GUARDARE CON SERENITÀ ALLE FESTE”

Ieri intanto, sotto la presidenza del ministro della Salute, Orazio Schillaci, si è riunita l’Unità di Crisi per valutare l’andamento della campagna di testing adottata in seguito alla grande diffusione del virus Sars-Cov-2 in Cina e alla necessità di evitare che possano diffondersi in Italia possibili nuove varianti derivanti dalla ripresa del fenomeno pandemico in Cina. Dalle prime attività di screening mirate al sequenziamento del genoma del virus, svolte presso gli aeroporti di Lazio e Lombardia, non sono risultate nuove varianti rispetto a quelle già presenti in Italia.

Si sottolinea, inoltre, che i dati epidemiologici confermano come in Italia si registri ormai da tempo una tendenza al miglioramento di tutti gli indicatori. “I cittadini italiani possono guardare con serenità alle festività in corso – dichiara Schillaci – mettendo in atto, come sempre, comportamenti responsabili. Le misure adottate in queste ore in Itali, sono state condivise anche da altri Stati europei, da Israele e dagli Stati Uniti. Gli italiani hanno fatto sacrifici, gli indicatori sono al momento rassicuranti e continueremo a lavorare per non tornare indietro“, conclude il ministro della Salute.

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