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Asma: CHART identifica bambini a rischio elevato

I bambini con asma non controllato mostrano una frequenza più elevata di infezioni virali e sintomatologia più acuta rispetto a quelli con asma sotto controllo

Asma pediatrico: uno studio avrebbe individuato in uno strumento denominato con l’acronimo anglosassone CHART un mezzo di screening non invasivo e validato

E’ recente la pubblicazione sulla rivista JAMA Network Open di uno studio che avrebbe individuato in uno strumento denominato con l’acronimo anglosassone CHART (The CHILDhood Asthma Risk Tool) un mezzo di screening non invasivo e validato, basato sulla sintomatologia, in grado di identificate i bambini a rischio elevato di asma sin dall’età di 3 anni.

Stando agli autori di questa pubblicazione, sarebbe ipotizzabile l’impiego di questo strumento nella Pediatria di base per sollecitare misure tempestive di trattamento e promuovere un monitoraggio attivo di malattia in questa fascia di età.

Razionale e disegno dello studio
“I medici di famiglia non dispongono di opzioni semplici per l’identificazione di bambini a rischio di sintomi cronici nel periodo prescolare, anche se la maggior parte degli adulti asmatici colloca solitamente l’ inizio della sintomatologia asmatica proprio a quell’età – scrivono i ricercatori nell’introduzione al lavoro”.

Di qui il nuovo studio che si è proposto l’obiettivo di semplificare l’identificazione dei bambini a rischio all’asilo nido, in modo da consentire una tempestiva valutazione clinica di questi bambini da parte del medico di famiglia e iniziare al più presto un trattamento appropriato.

“CHART – spiegano – utilizza il timing e il numero di attacchi di sibilo respiratorio o di tosse, l’impiego di farmaci per l’asma e le visite in Pronto Soccorso o i ricoveri ospedalieri a 3 anni per identificare i bimbi a rischio elevato, moderato o lieve di asma o con sintomatologia persistente all’età di 5 anni”.

Lo studio ha incluso 2.511 bambini in età prescolare (età media: 3,08 anni±0,17; 52,7% di sesso maschile; 64,9% di etnia Caucasica) che erano stati visitati a 3 anni tra il 2008 e il 2012. Di questi erano disponibili i dati sugli outcome a 5 anni per 2.354 piccoli pazienti (pari al 93,7% rispetto al totale).

All’età di 3 anni, i genitori avevano riferito episodi di sibilo respiratorio nel 16,5% dei loro piccoli (nel 53,1% addirittura due o più episodi), mentre il 77,7% era in trattamento con farmaci contro l’asma e il 10% del campione aveva ricevuto diagnosi di asma.

Risultati principali
All’età di 3 anni, CHART ha classificato 178 (7,1%) bambini a rischio elevato di asma, 597 (23,8%) a rischio moderato e 1.736 (69,1%) a basso rischio, compresi 57 bambini considerati ad alto rischio che i medici non avevano identificato.

Settantanove (35,9%) dei 220 bambini che avevano avuto due o più episodi di sibilo respiratorio all’età di 3 anni hanno continuato a manifestare questo sintomo all’età di 5 anni. Di questi, CHART ha classificato 72 (91,1%) come a rischio elevato (area sotto la curva ROC – AUROC: 0,94; IC95%: 0,9-0,97) rispetto ai 49 (62%) classificati come ad alto rischio dai medici in studio (AUROC: 0,79; IC95%: 0,74-0,85), di cui quattro non rilevati da CHART, e 33 (48,5%) classificati come ad alto rischio dai medici in studio (mAPI; AUROC: 0,74; IC95%: 0,68-0,8), di cui uno non rilevato da CHART.

La sensibilità nel rilevare effettivamente la presenza di asma all’età di 5 anni sulla base dei sintomi dell’età di 3 anni variava dal 50% per CHART (AUROC: 0,73; IC95%: 0,69-0,77), al 43,5% per i medici in studio (AUROC: 0,77; 95% CI, 0,73-0,81), al 41,7% per le segnalazioni dei genitori di asma diagnosticata da un medico esterno e al 24,4% per mAPI (AUROC: 0,62; IC95%: 0,568-0,65).

Su 367 bambini per i quali era stato riferito l’uso corrente di farmaci per l’asma o l’effettuazione di visite al pronto soccorso o il ricovero ospedaliero all’età di 3 anni, la CHART ne ha classificati 178 (48,5%) come a rischio elevato, con la raccomandazione di una valutazione di follow-up da 6 a 12 mesi dopo per gli altri.

La CHART ha avuto la più alta sensibilità nel predire il ricorso all’assistenza sanitaria all’età di 5 anni (45,5%; AUROC: 0,7; IC95%: 0,61-0,78), seguita dalla mAPI standardizzata (25%), dai medici in studio (36,4%) e dalla diagnosi del medico esterno (34,4%).

I ricercatori hanno osservato che la CHART ha continuato ad avere una sensibilità e un AUROC più elevati rispetto ai dati dei prick test cutanei, e i livelli di eosinofili nel sangue registrati all’età di 1 anno non hanno migliorato le prestazioni della CHART nella diagnosi di asma o di sibilo respiratorio persistente.

Le analisi condotte su coorti esterne hanno mostrato che CHART ha prodotto risultati simili anche per la previsione del respiro sibilante persistente tra 2.185 bambini di 5 anni provenienti da una popolazione generale inclusa nel Raine Study (AUROC: 0,82; IC95%: 0,79-0,86) e tra 349 bambini ad rischio elevato di 7 anni nel Canadian Asthma Primary Prevention Study (AUROC: 0,87; IC95%: 0,8-0,94).

Considerazioni conclusive
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno ammesso la loro sorpresa nel vedere come “…questo semplice strumento abbia superato altri strumenti di diagnosi comuni nell’identificare i bambini ad rischio elevato di sintomi asmatici persistenti”.

Nel sottolinerare che CHART si basa su informazioni che gli operatori sanitari possono raccogliere facilmente attraverso interviste e questionari riferiti dai genitori in Medicina primaria e in contesti sanitari caratterizzati da scarse risorse finanziarie, i ricercatori hanno affermato che il loro strumento ha ottenuto risultati pari o superiori nell’identificare i bambini ad rischio elevato di asma rispetto ad altri test, compresi i metodi che richiedono misure più invasive.

“I medici – hanno aggiunto nelle conclusioni del lavoro – hanno bisogno di approcci semplici e standardizzati per segnalare i bambini a rischio elevato di asma. Strumenti come CHART sono ideali perché i genitori possono registrare direttamente i sintomi ogni 6 mesi, aiutando i medici a focalizzare la loro attenzione su un follow-up approfondito di questo gruppo ristretto di pazienti”.

Con una migliore identificazione e l’uso di routine dello strumento, i medici potrebbero promuovere un controllo tempestivo del trattamento, migliorare la qualità della vita e ridurre gli l’oneri clinici ed economici legati all’asma.
A questo punto, è intenzione degli autori di questo studio approfondire quanto da loro dimostrato, “…sperimentando l’utilità di questo strumento nel setting della pratica clinica reale, al fine di valutarne l’affidabilità finora documentata negli studi osservazionali di coorte sopra indicati.

Bibliografia
Reyna MA et al. Development of a Symptom-Based Tool for Screening of Children at High Risk of Preschool Asthma. JAMA Netw Open. 2022;5(10):e2234714. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.34714
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