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Economia circolare: oltre 360 buone pratiche con il progetto ReCiProco

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Con il progetto ReCiProco oltre 360 buone pratiche di economia circolare, laboratori urbani e QR code per aiutare i consumatori

Oltre 360 buone pratiche di economia circolare, laboratori urbani e QR code per aiutare i consumatori a comprendere, attraverso indicatori specifici[1], la circolarità di alcuni prodotti dei settori della carta, dell’edilizia e del tessile. Sono questi i principali risultati del progetto ReCiProco[2] di ENEA, che nell’arco di due anni ha coinvolto i cittadini di BolognaTaranto e Anguillara Sabazia (Roma), nell’ambito di una convenzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sullo sviluppo di strumenti per promuovere il consumo sostenibile e circolare.

“Il coinvolgimento dei consumatori e dei territori è fondamentale in un processo di transizione verso l’economia circolare delle comunità, sia per la raccolta e la diffusione di buone pratiche che per lo sviluppo di un sistema di smart governance locale e di interazione intersettoriale costruttiva sui temi della sostenibilità”, ha sottolineato la referente del progetto Claudia Brunori, responsabile della divisione ENEA di Uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli, in occasione dell’evento finale che si è svolto in contemporanea nei tre territori pilota con la partecipazione di oltre 100 persone tra rappresentanti di istituzioni, imprese e società civile.

In tutte le attività del progetto sono stati coinvolti attori pubblici e privati del territorio, in modo particolare scuole e associazioni di consumatori, in un processo di co-progettazione di soluzioni per un consumo circolare e una gestione del territorio improntata a un uso più efficiente delle risorse. “Con questo tipo di approccio, si affiancano a iniziative di formazione e informazione sui temi della transizione circolare, momenti di scambio costruttivi in cui idee e progetti innovativi sono condivisi a livello di comunità, nel rispetto delle tipicità culturali del territorio. I progetti sviluppati diventano parte del patrimonio della comunità e possono essere implementati con il supporto degli enti locali”, aggiunge Brunori.

Nei tre territori pilota, il confronto tra associazioni, singoli cittadini ed esperti è avvenuto all’interno di ecosistemi denominati “Urban Living Lab”, nell’ambito dei quali sono stati affrontati temi nel campo del turismo, agroalimentare, verde in città e sharing economy, in un’ottica di economia circolare e di consumo sostenibile.

[1] Indicatori in grado di cogliere aspetti chiave della circolarità, in base ai cinque settori del Piano d’azione per l’economia circolare della Commissione europea presentato nel 2015: produzione, consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde ed innovazione e investimenti. [2] Realizzazione di strumenti e iniziative sull’economia circolare a vantaggio dei consumatori
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