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Sibode DJ online con “Non voglio figli/Vado di là”

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SIBODE DJ, cantautore electropop che suona un mix micidiale di strumenti sapientemente miscelati, pubblica il doppio singolo “Non voglio figli/Vado di là”

Ingresso nel roster di Garrincha Dischi di SIBODE DJ – cantautore electropop che suona un mix micidiale di strumenti sapientemente miscelati, dalla chitarra alla tastiera, dalle trombe alle loop station, ed è pronto a trascinarci sul dancefloor con il doppio singolo “Non voglio figli/Vado di là”.

Due brani che passano dal groove funky-dance dell’uno alla malinconia synth-pop dell’altro, rispecchiando i diversi aspetti della personalità dell’artista, così come della sua musica: una ricetta pop multisfaccettata che mischia con irriverenza elettronica, canzone d’autore e lo-fi. Il tutto è condito da una vena di teatralità che lo rende un performer dallo stile eclettico ed inimitabile, capace di coinvolgere il pubblico nel suo delirio creativo di suoni e parole che rimangono incollati in testa e costringono a ballare fino allo sfinimento.

BIOGRAFIA

Sibode Dj: musica niente male dentro a un corpo niente male.

«(…) SDj sale sul palco come una divinità normanna vestita da tennista. In lui vediamo quella versione di noi che conosciamo solo stando di fronte allo specchio, da soli. Ubriachi».

C’è chi lo definisce l’inventore dell’Electro-Bobalin, chi lo vede come un punto d’arrivo nell’esperienza della crescita personale/spirituale, chi lo vuole toccare; lui si definisce semplicemente un solitario sexy-looper… molto sexy.
Armato di tromba, tastiera, chitarra, beatbox e loop station, grida avvolto dal neoprene e dal funky, dal sudore e dalla techno-dance, dai capezzoli e dalla musica del cuore, che batte e va avanti all’infinito.
Lui vuole cantare forte insieme a te, forse ancora non lo sai, ma lo saprai, forse già lo sai e lo vuoi fare ancora.
Nel suo incedere ninja, quando Mercurio e Omicron Persei 8 sono allineati, viene affiancato nella missione di giustizia da Kimberly, la prima ballerina del suo corpo di ballo.

«(…) non gli eroi che ci meritiamo, ma quelli di cui abbiamo bisogno. Di cui non sapevamo di avere bisogno».

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