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Cristina D’Avena alla festa di Fratelli d’Italia: la cantante si difende

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Cristina D’Avena si difende dalle accuse per la scelta di salire sul palco di Fratelli d’Italia a Roma: “Non mi schiero, canto ovunque, anche nei Pride. E sostengo i diritti”

Non porto ideologie, ma musica“. E ancora: “Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera”. Cristina D’Avena si difende dalle accuse che da ieri le sono piovute contro per la scelta di esibirsi, questa sera, alla festa di Fratelli d’Italia in piazza del Popolo a Roma. La cantante, diventata famosa per aver cantato la quasi totalità delle sigle dei cartoni animati anni 80, è al centro di una polemica per aver accettato l’invito di Giorgia Meloni a esibirsi sul palco per la festa per i 10 anni di Fratelli d’Italia. In tanti, tantissimi, le hanno fatto notare che sta cantando per un partito che vuole negare l’aborto e i diritti della comunità Lgbt, e tanto altro. Questa mattina, in un lungo post su Facebook, Cristina D’Avena decide di spiegare il suo punto di vista, tralasciando di raccontare “come si è sentita” dopo aver letto le accuse che le sono state rivolte.

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“Non credo serva spiegare come mi sia sentita; preferisco ricordare a chi mi ha giudicato, forse con un po’ troppa fretta, chi sono- scrive Cristina D’Avena-. Da quarant’anni canto in tutti i posti dove sono ben voluta e accolta. Nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano. E sempre e ovunque con tutto l’impegno e la gratitudine possibili”.

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Poi la cantante prosegue: “Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso. E questo non è qualunquismo, ma libertà. Stasera, come tutte le altre, non porto ideologie, ma musica. Non mi schiero e non cambio pelle all’improvviso. Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta.

Poi, riferisce la Dire (www.dire.it), prosegue: “Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano. Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa. Vi voglio bene. Cristina”.

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