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Il “Sortilegio” di Alex Cecchetti a Forof fino ad aprile

alex cecchetti

Erotismo spirituale nel cuore di Roma, è il “Sortilegio” di Alex Cecchetti. La mostra all’interno di Forof, lo spazio a Palazzo Roccagiovine ideato da Giovanna Caruso Fendi

Spogliarsi di tutto, lasciarsi andare. Prima agli odori, forti, intensi, pieni, dei fiori esotici, dei legni caldi, delle essenze primordiali. Poi ai sapori inebrianti di pozioni magiche, cocktail afrodisiaci miscelati con la sapienza antica delle piante. Infine immergersi nelle acque dell’oceano, lasciarsi cullare dalle meduse, farsi trasportare dalle onde dolci del mare. È davvero un “erotismo spirituale generoso di orgasmi” il Sortilegio che Alex Cecchetti, artista, poeta, coreografo e giardiniere, porta nel cuore di Roma, ai piedi della colonna di Traiano. Allestita all’interno di Forof, lo spazio a Palazzo Roccagiovine ideato da Giovanna Caruso Fendi che fonde archeologia e arte contemporanea, la mostra site specific, visitabile fino al 15 aprile, regala un incantesimo che annulla la frenesia della vita quotidiana a favore di un ritorno ai sensi, alla natura e all’unione con essa.

“È un sortilegio di trasformazione- ha spiegato l’artista all’agenzia Dire (www.dire.it) -. Mi piace pensare a una trasformazione delle coscienze. È un sortilegio molto intossicante: dei profumi, dei sensi, degli odori, degli spazi, della possibilità di galleggiare”.

Una trasformazione che si avverte appena varcata la soglia di Forof, quando una serie di Pitture botaniche ci invade dei colori e delle forme vegetali, scrigni di storie lontane realizzati con le tecniche dell’impressione e della tintura naturale. Niente qui è aggiunto agli elementi naturali, nessun additivo a sporcare questo incanto che prosegue con i Vasi rivoluzionari, dove Cecchetti ha riportato le sue poesie. Su letti di lavanda, luppolo e ibisco, questi vasi emanano gli odori più disparati. Una scia che ci accompagna fino a Essence, un rilievo in legno profumato di cipresso, cedro e cirmiolo nato da una riflessione sul tempo e sulla sua misurazione attraverso la vota degli alberi.

Felci e allori decorano le pareti e i soffitti del Love bar, una installazione ambientale che sarà protagonista degli episodi in programma durante la permanenza della mostra. “Sono piante locali colte nei giardini e nei parchi di Roma per preparare super alcolici, pozioni magiche, elisir che fanno innamorare le persone– ha annunciato l’artista- Prepareremo dei cocktail sulla base delle vostre storie d’amore”. L’alloro, altro elemento trasformativo, come racconta il mito di Apollo e Dafne a cui Cecchetti fa riferimento. “Apollo è innamorato di lei, ma quando riesce a prenderla lei si trasforma in un albero di alloro. È come la parola poetica che ci sfugge”.

Tra i canti degli usignoli e le nuvole disegnate “senza guardare il foglio”, Cecchetti ci accompagna nel cuore di Forof e del suo Sortilegio. Il piano ipogeo fonde la magnificenza dei resti della Basilica Ulpia con la profondità delle acque dell’oceano pensate dall’artista e realizzate attraverso la serie di installazioni Meduse, “esseri composti della stessa materia che li contiene”. Seta e cotone colorati dalla natura formano queste meduse che diventano amache, “un po’ come quelle delle fumerie d’oppio”, dove chiunque può sdraiarsi e sognare la sua trasformazione. “Torneremo foreste, forse torneremo onde- ha scritto Cecchetti in una poesia- La nostra identità verrà dissolta, il nostro ego dimenticato. Torneremo corallo, torneremo meduse. La vita è un passatempo magico“.

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