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Per i commercianti decade l’obbligo del Pos per pagamenti sotto i 30 euro

POS obbligatorio per tutte le attività commerciali per consentire i pagamenti con carta o bancomat anche sotto ai 5 euro

Le categorie artigiane ricevono già pagamenti tracciabili: l'obbligo del POS avvantaggia solo le banche

Con la manovra il Governo Meloni fa marcia indietro sui pagamenti con il Pos: sotto i 30 euro decade l’obbligo per i commercianti

“È rotto”, “È fuori uso”, “Eh no dai con le commissioni che ci sono non mi conviene”. Quante volte vi siete trovati in un taxi, in un bar o in un negozio e siete stati costretti a fare la gincana fra le mille giustificazioni che vi hanno dato pur di non farvi strisciare la carta? Da oggi non ci sarà più bisogno di alcuna giustificazione, il Governo sta facendo marcia indietro sull’obbligatorietà del pos per i commercianti. Nel primo testo scritto della manovra spuntano nuove esenzioni, per cifre inferiori ai 30 euro, che si aggiungono a quelle che già erano state concesse ai tabaccai a ottobre. Sarà il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a decidere, entro giugno, i criteri di esclusione per garantire l’economicità delle transazioni in rapporto ai costi delle stesse. In Italia sono 10 anni che si parla dell’obbligatorietà dei pagamenti con il pos, il primo a introdurlo fu Mario Monti nel 2012; da quel momento però nessun Governo è stato in grado di organizzare dei controlli a tappeto e le sanzioni sono state pochissime.

“A decorrere dal 1.01.2023 – si legge nella norma che il Governo vorrebbe cancellare- nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento (carta di credito o carta di debito), da parte di un soggetto obbligato, si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento”.

La misura dell’obbligatorietà del pos sembrava utile per diffondere una cultura dei pagamenti immateriali, contribuendo alla tracciabilità e allo lotta contro l’evasione fiscale. Questa marcia indietro viene giustificata dai costi fisici e da quelli di commissione che i commercianti devono sostenere per dotarsi di pos. Ma se andiamo a vedere le commissioni sui pagamenti variano dallo 0.45% al 4.5%, con dei limiti massimi, a seconda dei circuiti utilizzati e della somma in questione; quindi la forbice è ampia e il mercato propone anche soluzioni vantaggiose. Davvero siamo costretti a tornare al contante per i costi del pos?

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