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“Pece” è il singolo d’esordio dei Giuditta

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Si intitola “Pece” il singolo d’esordio dei GIUDITTA, alternative rock band bresciana, già Best Band Lombardia all’Arezzo Wave Love Festival del 2021

PECE è casa nostra: buia, sporca, primitiva e incrostata di difetti. Ma all’alba dell’ultimo giorno scenderemo le sue scale a piedi nudi, guardandoci allo specchio e troveremo noi stessi.

Di fronte al mare in tempesta, trafitti da raffiche di vento, perdiamo di vista orizzonti e confini. Allora, spogliati di tutto, cerchiamo la nostra dimora, una casa, un’origine. Un posto al quale ricondurci, una volta perse le coordinate, dove respirare.

PECE è una riflessione, lucida e graffiante, su tutto questo: una canzone sull’abbandono del superfluo, sul confronto con la parte di noi che ci spaventa, sull’inevitabile rinascita che segue ogni sconvolgimento. Sul tornare bambini: autentici, sinceri e soprattutto liberi.

Da bambini siamo attratti dai vecchi che non si vergognano di essere stati anch’essi bambini, mentre noi siamo così sospinti a vergognarci di esserlo al presente. Parte così un percorso alla rovescia, a ritroso, nel secolo della propria vita. Alla fine del tunnel ci troviamo trasportati in una camera buia che ci ricordiamo bene: è il nostro “io” più celato, quello di cui crescendo abbiamo perso memoria. Siamo scappati di corsa, abbiamo spento la luce e serrato la porta. Ci siamo illusi che non ci saremmo mai più entrati in un posto così. Chi ci avremmo potuto portare, se non noi stessi? Ci accetteremo e ci abbracceremo. Capiremo di essere il nostro inizio (vita) e la nostra fine (morte), tutto e il contrario di tutto.

A caratterizzare la band, in questo primo brano come nelle prossime produzioni, le liriche in italiano: una scelta obbligata, vista la necessità di dare risalto alle tematiche trattate nei testi. Per i Giuditta, infatti, musica e testo vanno di pari passo, l’uno non prescinde mai dall’altro.

PECE è stata registrata e mixata da Luca Tacconi presso il Sotto il mare Recording Studios di Verona e masterizzata da Giovanni Versari.

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