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Trimetilsolfonio nuovo biomarcatore per l’idrogeno solforato

Siglato accordo tra ENEA Tech e Cnr per sostenere progetti finalizzati al trasferimento e alla diffusione di tecnologie, soluzioni e conoscenze

Secondo i risultati di uno studio del Cnr il trimetilsolfonio può essere un nuovo promettente biomarcatore per l’idrogeno solforato

Un recente studio del Cnr-Iriss in collaborazione con l’Università di Gratz (Austria) sulla tossicità dell’idrogeno solforato per la salute umana è stato pubblicato sulla rivista Journal of Advanced Health Care.

E’ noto che l’idrogeno solforato viene prodotto endogenamente nei tessuti umani a partire dall’aminoacido cisteina da varie attività enzimatiche. L’importanza dell’idrogeno solforato è stata sempre più riconosciuta ed è stata stabilita come la terza molecola gassosa di trasmissione del segnale insieme all’ossido nitrico e al monossido di carbonio, che svolge ruoli importanti nel sistema nervoso centrale, nella funzione cardiovascolare e nell’invecchiamento, afferma Renato Somma Associato alla ricerca presso il Cnr-Iriss e ricercatore dell’INGV Sezione di Napoli.

L’idrogeno solforato nei tessuti viene prodotto con un tasso elevato di 30-600 µmol h-1 Kg-1, che può causare l’accumulo di livelli letali; pertanto l’idrogeno solforato viene rapidamente ossidato a tiosolfato, che mantiene i livelli di idrogeno solforato nei tessuti in un intervallo nanomolare basso (ad esempio, 17±2,6 nM nei tessuti di ratto, 14±3,0 nM nel cervello di ratto). La regolazione dell’idrogeno solforato e le sue vie metaboliche rimangono tuttavia in gran parte sconosciute.

Dati i molteplici effetti sulla salute che possono essere mediati dall’idrogeno solforato e la difficoltà di studiare direttamente questo composto in campioni umani a causa della sua elevata volatilità, vi è la necessità di nuovi biomarcatori che siano stabili, facilmente analizzabili e indicativi degli accumuli corporei di idrogeno solforato derivanti da emissioni dovute ad attività industriale o da emissioni geotermiche naturali o da centrali geotermiche, conclude Renato Somma.

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