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Dolore cronico negli anziani: nuovo studio su efficacia analgesici

Artrite acuta sindrome metabolica

Per molti anziani che convivono con dolore cronico, gli analgesici possono esacerbare le condizioni sottostanti o interagire con i trattamenti che stanno già assumendo

Per molti anziani che convivono con dolore cronico, gli analgesici possono esacerbare le condizioni sottostanti o interagire con i trattamenti che stanno già assumendo. Una recente metanalisi pubblicata sul Journal of Post-Acute and Long-Term Care Medicine ha valutato la politerapia nelle cure a lungo termine e ha rilevato che, anche quando vengono utilizzati gli analgesici, molti anziani provano ancora dolore.

Lisa Nocera, specialista nella gestione del dolore e anestesista presso il St. Mary Interventional Spine and Pain Center di Langhorne, Pennsylvania, ha convenuto che l’uso degli analgesici negli anziani è impegnativo. Nella sua pratica molti pazienti geriatrici assumono anticoagulanti, che limitano l’uso dei FANS per lenire il dolore da infiammazione, mentre altri farmaci neuropatici possono avere effetti collaterali sedativi e aumentare il rischio di cadute.

Quando possibile gli antidolorifici topici sono una buona soluzione, ha osservato, dato che la via topica evita l’assorbimento sistemico, ma possono avere comunque degli effetti analgesici rilevanti. In alcuni casi possono essere di aiuto anche i blocchi nervosi tramite iniezioni di steroidi epidurali cervicali o lombari, iniezioni nelle faccette (articolazioni) vertebrali o persino blocchi dei nervi genicolari/del ginocchio nei pazienti con dolore cronico.

Valutazione di differenti approcci antalgici
La metanalisi ha valutato gli approcci farmacologici e non nella gestione del dolore, concentrandosi in particolare sui residenti nelle case di cura con più di 60 anni. I ricercatori hanno analizzato 42 studi clinici (38 randomizzati e 4 non randomizzati) che coinvolgevano poco più di 5.000 residenti, studiando cinque modalità di trattamento, anche in combinazione:

Nella selezione degli interventi sono state prese in considerazione la polifarmacia, le comorbidità e le preferenze dei pazienti. L’efficacia degli interventi è stata misurata tramite una scala di valutazione del dolore. La sequenza temporale dall’intervento al risultato variava da 2 settimane a 6 mesi di terapia.

Approccio combinato per migliorare il dolore e ridurre gli eventi avversi
I risultati hanno mostrato che i farmaci analgesici sono i più efficaci, seguiti dalle terapie alternative non farmacologiche e poi dalle terapie combinate. L’educazione dei pazienti è stata la quarta per efficacia e, in ultimo, le modifiche del sistema.

Gli analgesici e le terapie alternative non farmacologiche avevano un effetto da moderato ad ampio in tutti gli studi. Anche se gli antidolorifici erano statisticamente i più efficaci per la gestione del dolore cronico, i risultati variavano nelle diverse sperimentazioni. Ad esempio uno degli studi esaminati ha rilevato che, anche con i farmaci, un terzo dei residenti in case di cura con demenza lamentava comunque un dolore residuo da moderato a grave.

Tra gli approcci non farmacologici, l’esercizio fisico, la digitopressione auricolare e gli interventi psicosociali hanno mostrato la correlazione più forte con la riduzione del dolore. Per i residenti delle case di cura l’utilizzo di queste terapie ha comportato diversi vantaggi:

In qualità di agopunturista medico, Nocera ha affermato di massimizzare il più possibile le terapie non farmacologiche nella sua pratica, incorporando anche la terapia fisica e la TENS per aiutare i suoi pazienti geriatrici a trovare sollievo dal dolore.

La revisione della letteratura ha rivelato che, quando i residenti dell’assistenza a lungo termine si esercitavano per 50 minuti due volte a settimana, i punteggi del dolore miglioravano significativamente. In diversi studi si è dimostrata efficace anche la digitopressione, che aumentava anche la mobilità e riduceva l’ansia.

Nel complesso, i risultati della metanalisi hanno incoraggiato l’incorporazione di interventi non farmacologici, insieme agli analgesici, nei piani di trattamento del dolore cronico negli anziani, in particolare quelli in assistenza a lungo termine. Un approccio multimodale ha ridotto le comorbidità associate all’eccessiva assunzione di farmaci. Per guidare i piani di trattamento, i medici possono considerare le preferenze personali dei pazienti residenti nelle case di cura e la comunicazione con il team di assistenza.

Bibliografia

Knopp-Sihota JA et al. Management of Chronic Pain in Long-Term Care: A Systematic Review and Meta-Analysis. J Am Med Dir Assoc. 2022 May 18;S1525-8610(22)00305-X.

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