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Manifestazione per la pace a Roma: la piazza contesta Letta

enrico letta

A Roma in migliaia manifestano per denunciare l’aggressione russa in Ucraina e ottenere la pace immediata. Letta contestato: “Guerrafondaio”

Migliaia di persone sono giunte oggi a Roma munite di bandiere arcobaleno della pace, cartelli e striscioni per dire no alla guerra in Ucraina. Il corteo per la pace, promosso dalla piattaforma Europe for peace, è partito tra canti e slogan da piazza della Repubblica per giungere in piazza San Giovanni. All’evento era presente anche il presidente dem, Enrico Letta, che è stato contestato da alcuni manifestanti: “Questa manifestazione è contro l’invio di armi in Ucraina, fuori i guerrafondai da questa piazza”.  Fischi e “buuuh” e “guerrafondaio” hanno accompagnato il leader Pd.

CALENDA: “LETTA A MILANO NON SAREBBE STATO CONTESTATO”

“Mi dispiace che Letta non sia qui, qui non sarebbe stato contestato”, punzecchia Carlo Calenda a margine della manifestazione ‘Slava Ukraini’ organizzata a Milano dal Terzo polo per sostenere la resistenza ucraina. “Qui c’è metà del Pd lombardo, nessuno avrebbe contestato Enrico Letta perché se c’è una cosa che va riconosciuta a Enrico Letta è la totale linearità sulla questione ucraina. E quindi qui sarebbe stato solo applaudito”.

LA MANIFESTAZIONE

Ad aprire la lunga marcia dei dimostranti da una piazza della Repubblica gremita, lo striscione di EuropeForPeace, portato da giovani scout e della Comunità di Sant’Egidio.

Oltre seicento le realtà laiche e religiose – tra cui ong, sindacati, movimenti civili – che hanno aderito all’iniziativa che cade a otto mesi esatti da quella del 5 marzo, che culminò sempre a piazza San Giovanni in Laterano con decine di migliaia di persone. Anche in questa occasione le realtà promotrici sono Rete italiana pace e disarmoCampagna Sbilanciamoci!, l’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), e la carovana StopTheWarNow, che in questi mesi di guerra ha organizzato varie carovane in Ucraina.

L’obiettivo, spiega la Dire (www.dire.it): denunciare l’aggressione russa in Ucraina e ottenere il cessate il fuoco immediato, il ritiro delle truppe russe e l’avvio di negoziati di pace con un forte impegno da parte dell’Italia, dei paesi occidentali e dell’Ue. La piazza romana – sostenuta in contemporanea da altre città italiane tra cui Milano – intende inviare un forte messaggio di solidarietà alla popolazione ucraina.

L’evento è apartitico, ma hanno aderito Alleanza Verdi Sinistra, Articolo Uno, Partito Democratico, Socialdemocrazia SD,áPartito del Sud-Meridionalisti Progressisti, Movimento Politico Libertas, Coordinamento 2050, nonché un gruppo di 17 europarlamentati guidati da Pierfrancesco Majorino del Pd.

L’arrivo dei manifestanti in piazza San Giovanni è stato accolto dalla canzone “Heal the world” (cura il mondo) di Michael Jackson. “La coda del corteo è ancora a piazza della Repubblica”, scandisce Sergio Bassoli di Rete pace e disarmo, tra le organizzatrici dell’evento, e dal palco, aggiunge: “purtroppo a 8 mesi dall’aggressione russa siamo ancora qua. Noi, il popolo della pace, continuiamo a sostenere la popolazione ucraina e tutte le vittime delle guerre. Ma non basta. Chiediamo lo stop immediato, i negoziati di pace tra Mosca e Kiev. Ma arrivare fin qui non è stato facile: da settimane, lavoriamo a una agenda di pace. Oggi la illustriamo. I giornali dicono tutti il contrario di tutto. Ma mentre questa piazza ancora non si è riempita, chiediamo di fermare questa guerra: condanniamo la Russia di Putin e sosteniamo gli ucraini”.

LANDINI: “NUCLEARE MINACCIA CONCRETA, ORA MEDIAZIONE

“Il Mediterraneo comincia a riempirsi di sommergibili che hanno testate nuculeari che potrebbero distruggere parte dell’Europa. Non è un pericolo, è una minaccia concreta ed è una cosa che noi dobbiamo assolutamente evitare. I governi dicano di no a questa logica”, dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini, alla manifestazione per la pace a San Giovanni. “Il modo per fermare la guerra è la cultura della pace, questa manifestazione dimostra che è il tempo della politica, della mediazione e del coraggio. Non possiamo rassegnarci né abituarci alla guerra, occorre superare la guerra come strumento di regolazione tra i paesi e spostare la spesa dallee armi alla sanità, la cura e il lavoro”.

DE MAGISTRIS: PUTIN, ZELENSKY, E DRAGHI CI HANNO PORTATO LA GUERRA

“Questa piazza vuole fermare i governi. Quei governi che non hanno cuore, visione e capacità per fermare la guerra in Ucraina. Putin, Zelensky, Biden, Ue, Nato, Draghi, Meloni e pure Letta e chi c’era prima al governo ci hanno portato fin qui. Ora solo i popoli possono spingere per un cambio di rotta, in Italia e in Europa”, dichiara alla Dire Luigi de Magistris, leader di Unione Popolare, presente al corteo per la pace in corso a Roma.

De Magistris guida, gli attivisti intorno scandiscono: “Giù armi, su salari, fondi a scuole e ospedali”. “Negli ultimi anni- continua l’ex sindaco di Napoli- sono stati speso 40 miliardi in armi. Anche di recente, nel giro di una notte, sono stati trovati soldi per le armi mentre si continua a tagliare su scuola, sanità, diritti. Questa è una vergogna. Gli italiani non vogliono questo: c’è una differenza enorme tra governo che mortifica la Costituzione e popolo che la rivendica”, conclude.

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