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Packlink spiega come tutelare la proprietà intellettuale nell’e-commerce

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Indagine Packlink: deep linking, framing, cybersquatting e typosquatting sono alcune delle attività illegali a danno degli e-commerce e degli imprenditori del settore

Gli ultimi due anni hanno visto nascere nuovi servizi e nuove modalità di contatto con i consumatori: l’e-commerce viene scelto per gli acquisti quotidiani da un numero crescente di italiani (27,7 milioni nel 2021, +3% rispetto al 2020) e nello stesso anno gli acquisti online in Italia hanno registrato un valore pari a 39,4 mld € (+21% rispetto al 2020).

Questi dati mostrano le notevoli opportunità di crescita economica legate al settore.

Allo stesso tempo però rappresentano anche il motivo dell’aumento del rischio di contraffazione e violazione della proprietà intellettuale. Secondo uno studio dell’EUIPO (l’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale) ed EUROPOL (l’Ufficio Europeo di Polizia), le categorie più colpite dalla contraffazione nell’e-commerce sono profumeria e prodotti cosmetici e farmaceutici, con oltre il 70% dei sequestri ai confini dell’UE in relazione alle vendite su Internet.

Di fronte a questa realtà, Packlink ha sviluppato una serie di raccomandazioni per la registrazione e la protezione della proprietà intellettuale di un marchio e-commerce:

La proprietà intellettuale del sito web

Secondo i principi del diritto d’autore dettati dall’UE, “un sito web di natura creativa è considerato un’opera intellettuale di natura multimediale”. In questo senso, il sito web comprende i seguenti elementi:

Quali sono le attività illecite che violano la proprietà intellettuale?

Gli ultimi tre casi sono legati alla cosiddetta “questione del principio di precedenza temporale” che si basa sull’assegnazione di un nome a dominio al primo che lo richiede. Per tale motivo, il Codice della Proprietà Industriale riconosce il nome a dominio come segno distintivo dell’azienda alla stregua del marchio, della ragione sociale o del segno e gli conferisce la stessa tutela.

Registrazione dei marchi e-commerce

La registrazione di un marchio e-commerce ne garantisce l’uso esclusivo, in modo che i concorrenti non possano sfruttarlo o trarne illegalmente vantaggio. In primo luogo, viene svolta un’analisi esaustiva per verificare che il marchio soddisfi i requisiti corrispondenti: deve essere nuovo, distintivo, legittimo e veritiero.

Quando si crea un marchio è necessario indicare la classe di prodotti a cui sarà associato, secondo la Classificazione di Nizza. Quest’ultima prevede 45 classi, suddivise in 34 tipologie di prodotti e 11 diversi servizi.

Inoltre, il marchio deve avere una protezione territoriale definita per poter essere registrato in Italia o consentirne l’espansione (e quindi la tutela) internazionale.

Infine, va tenuto conto che la tutela della proprietà intellettuale dei marchi non è infinita. Per non perdere i diritti, deve essere rinnovata ogni dieci anni. La procedura di rinnovo può essere svolta nei 12 mesi precedenti la data di scadenza e, al massimo, nei 6 mesi successivi.

Strumenti di protezione della proprietà intellettuale nell’e-commerce

Quando si tratta di protezione dell’e-commerce, l’attenzione è quasi sempre rivolta ai consumatori. Tuttavia, l’importanza dei rischi legati alla contraffazione dei prodotti e alla violazione dei diritti di proprietà intellettuale nei confronti degli stessi imprenditori viene spesso trascurata.

L’EUIPO (European Union Intellectual Property Office), in collaborazione con i principali mercati dell’e-commerce, offre tre strumenti:

In un panorama dello shopping sempre più digitale, è fondamentale puntare sulla proprietà intellettuale per tutelare il proprio lavoro e i relativi interessi economici. Un sito e-commerce deve essere attentamente strutturato con cura dal punto di vista legale e tutelato giuridicamente. Solo così può diventare uno strumento efficace per attirare clienti e creare l’identità digitale di un’azienda”, afferma Noelia Lázaro, direttrice marketing di Packlink.

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