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Dalla vagina più giovane al lifting del pene: il ritocchino ai genitali

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Alcuni interventi ai genitali sono più noti, altri come il lifting del pene o l’aumento del punto G meno, ma in Italia il fenomeno è in aumento

Chi lo ha fatto, non lo dice e non lo dirà mai neanche sotto tortura. E chi vacilla e non riesce a decidersi, lo fa soprattutto per paura dei giudizi di parenti e amici. Ma in realtà gli italiani che pensano e considerano l’idea di farsi un ‘ritocchino’ proprio lì sono tanti. E il fenomeno di chi decide di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica genitale è in aumento. Come mai? Perché l’occhio vuole la sua parte anche se parliamo di parti intime e molte persone, invece, da questo punto di vista si sentono insoddisfatte del proprio aspetto.

Ma quali sono i possibili interventi di chirurgia estetica ai genitali? Ce ne sono diversi, alcuni più noti (come l’imenoplastica, la circoncisione e il ringiovanimento vaginale) ed altri che sol odi recente stanno prendendo piede come l’aumento del punto G, la rimozione scrotale e il lifting del pene.

CHIRURGIA INTIMA

“Come ogni anno, la Federazione ha condotto un’indagine on line con lo scopo di conoscere gli orientamenti della popolazione su nuovi fenomeni e tematiche di attualità. Il questionario per l’edizione del 2022, ha indagato quali sono le posizioni che gli italiani hanno riguardo alle pratiche di chirurgia estetica dei genitali. Il trend di interventi è infatti in crescita da anni anche in Italia. Questo tipo di chirurgia spesso viene richiesta dalle persone per sentirsi in armonia con il proprio corpo e vivere serenamente la propria sessualità”, commenta Caruso. “L’indagine mira a dare il polso della situazione su quanto gli italiani conoscano un fenomeno in crescita, nonostante sia ancora considerato di nicchia, e sapere se hanno al riguardo dei pregiudizi. Dietro le richieste di chirurgia estetica delle parti intime non c’è solo vanità ma anche percorsi che le persone compiono per affermare la propria identità”, afferma la dottoressa Roberta Rossi, psicosessuologa e past president della Fiss.

GLI INTERVENTI PIÙ NOTI

Secondo l’indagine, nessuno dichiara di essersi sottoposto a un’operazione di chirurgia estetica dei genitali. E anche la stragrande maggioranza (oltre il 90%) non ha mai pensato di farlo. Quasi tutti però ne hanno sentito parlare. Fra gli interventi più noti, in cima c’è la circoncisione, seguita dall’imenoplastica e dal ringiovanimento vaginale. Meno conosciuti sono l’aumento del punto G, la rimozione scrotale e il lifting del pene. Chi è stato sfiorato dall’idea di bussare alla porta del chirurgo per le parti intime ha considerato l’ipotesi di sottoporsi al ringiovanimento della vagina e alla labioplastica, cioè alla chirurgia delle piccole labbra. La chirurgia estetica – prosegue la Fiss – non solo dei genitali, non attrae il campione. Oltre l’80 per cento infatti dichiara di non essersi mai sottoposto a un intervento e ben il 74% dei partecipanti sostiene di non averne mai sentito il bisogno. Fra i fattori annoverati per non rivolgersi al chirurgo estetico, per il 96% c’è la disapprovazione che ne deriverebbe da parte di amici e familiari. I pochi che dicono di aver fatto ricorso affermano che la decisione è stata influenzata dall’insoddisfazione per il proprio aspetto, seguito dal desiderio di migliorare la sicurezza e essere più attraenti.

L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE

“C’è comunque chi ha rotto gli indugi. Chi si è sottoposto agli interventi di chirurgia estetica- prosegue la Fiss- afferma di aver voluto colmare un senso di insoddisfazione personale per il proprio aspetto fisico. I partecipanti dichiarano di aver fatto ricorso agli interventi per migliorare in primo luogo l’immagine, l’autostima e l’umore. In generale, credono che chi si sottopone alle procedure di chirurgia estetica non faccia nulla di male e allo stesso tempo rifiutano il concetto che i ‘ritocchini’ migliorino l’aspetto di donne e uomini o che risultino più attraenti agli occhi degli altri. Niente illusioni – infine – per chi pensava che avrebbe migliorato molto la propria vita sociale è solo una risicata minoranza. La maggioranza invece crede che avrebbe migliorato la relazione sessuale con il partner. Sul fatto che siano pericolose le operazioni, più del 36% è d’accordo così come il 45% ritiene che siano dolorose e il 43% che facciano sentire le persone più sicure di sé”, conclude la Fiss.

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