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Studio sugli “switchback”: il commento dei ricercatori del Cnr

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Studio per la prima volta ha osservato la propagazione delle perturbazioni del campo magnetico nella corona solare, denominate “switchback”: il commento del Cnr

In relazione allo studio internazionale “Observation of a Magnetic Switchback in the Solar Corona”  che per la prima volta ha osservato la propagazione delle perturbazioni del campo magnetico nella corona solare – denominate “switchback” – di seguito il commento dei ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche che hanno cofirmato lo studio.

“Gli “switchback”, rapide inversioni momentanee del campo magnetico solare nello spazio interplanetario, sono un importante ingrediente dei meccanismi di accelerazione e riscaldamento del plasma della corona e del vento solare. Grazie alle recenti osservazioni effettuate da Metis, il coronografo a bordo del satellite Solar Orbiter, abbiamo ottenuto per la prima volta un’immagine di tali strutture magnetiche.” spiega Luca Sorriso-Valvo, ricercatore della sede di Bari dell’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi (Cnr-Istp) esperto di campo magnetico interplanetario. Il suo contribuito alla ricerca ha riguardato l’identificazione della struttura e l’interpretazione dei risultati: “Sebbene siano osservati da decenni nelle misure in situ di vari satelliti, e nonostante diversi modelli teorici siano stati sviluppati per spiegarne l’origine, non è ancora chiaro dove e come gli switchback siano generati. L’osservazione di Metis permette di identificare la loro possibile regione di origine, un’informazione che potrebbe svelare il meccanismo di formazione e la loro evoluzione”.

“Le immagini di “switchback” sono state raccolte da una prospettiva molto favorevole, quando la sonda Solar Orbiter era molto vicina al sole. Grazie a questa vicinanza e ad una giusta dose di fortuna, siamo riusciti a vedere e studiare per la prima volta questo particolare fenomeno solare”, aggiungono Chiara Casini e Paolo Chioetto, ricercatori dell’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Cnr-Ifn) del Cnr di Padova. “La notevole esperienza maturata dai nostri ricercatori, che negli scorsi anni hanno partecipato allo sviluppo, realizzazione e calibrazione dello strumento Metis, è stata di fondamentale importanza per la corretta interpretazione dei dati raccolti” conclude Vania Da Deppo, che ha coordinato il gruppo del Cnr-Ifn che ha contribuito allo studio dando supporto per la calibrazione e l’analisi delle immagini di “switchback”.

I ricercatori del team di Metis continueranno il loro lavoro di ricerca e di analisi delle immagini in attesa di nuove e importanti scoperte nell’ambito della fisica solare.

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