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A Palazzo Bossi Bocchi la mostra “Alle barricate!” fino al 18 dicembre

alle barricate

Fino al 18 dicembre, a Palazzo Bossi Bocchi la mostra “Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria”, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri

Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Centro Studi Movimenti, promuove e organizza una mostra per celebrare il centenario delle Barricate del 1922 a Parma.

Fino al 18 dicembre, a Palazzo Bossi Bocchi sarà visitabile la mostra “Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria”, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri, con il patrocinio del Comune di Parma.

Dal 1 al 6 agosto 1922 gli abitanti dell’Oltretorrente e del rione Naviglio-Saffi di Parma si mobilitarono contro migliaia di fascisti comandati da Italo Balbo, arrivati da tutta Italia per aggredire l’Oltretorrente nei giorni dello sciopero legalitario. Guido Picelli, trascinatore e comandante degli Arditi del popolo, riuscì a respingere l’attacco grazie alle barricate che vennero erette in tutti i punti di accesso dei quartieri popolari.

Scopo della mostra è quello di raccontare gli avvenimenti inquadrandoli dal punto di vista storico, sociale e del particolare tessuto urbano in cui sono avvenuti.

Sono tempi difficili quelli che stiamo attraversando – osserva Franco Magnani, presidente di Fondazione Cariparma – l’umanità sembra aver smarrito il ricordo degli orrori della guerra che nel secolo scorso hanno afflitto il pianeta con due guerre mondiali. Questa mostra vuole riportare all’attenzione di tutti sugli eroici avvenimenti che hanno riguardato Parma cent’anni fa, con l’intento di tenerne vivo il ricordo, soprattutto nelle nuove generazioni, perché non si continuino a reiterare gli stessi errori del passato”.

Abbiamo mobilitato il territorio per raccogliere i materiali esposti in mostra, rivolgendoci a tutte le istituzioni culturali, le biblioteche, i musei deputati alla conservazione e valorizzazione della memoria – dichiara Francesca Magriresponsabile delle attività culturali di Fondazione Cariparma essere cittadini del presente e del futuro nasce dalla consapevolezza del valore educativo della storia. Per questo sensibilizzare i giovani diventa fondamentale per ricordare eventi che non possono essere dimenticati. La memoria è un valore che aiuta a migliorarci, che è molto più di un semplice ricordo, ha in sé un contenuto di rielaborazione del passato, ha suo un pensiero, un suo insegnamento, una sua morale”.

I fatti di Parma dell’agosto 1922 si inseriscono nel contesto generale del primo dopoguerra italiano – spiega Margherita Becchetti, ricercatrice del Centro studi movimenti –, quello delle violenze fasciste contro le organizzazioni democratiche e dei tentativi di risposta dei lavoratori a quelle aggressioni. Tuttavia quei fatti hanno anche caratteristiche specifiche e sono la conseguenza della storia particolare della nostra città: le Barricate, cioè, sono anche il risultato dall’antico spirito ribelle del popolo parmigiano, delle sue modalità di azione diretta, delle fortissime relazioni sociali sedimentate nei rioni più miseri dell’Oltretorrente, del Naviglio e del Saffi”.

Le vicende delle Barricate – aggiunge William Gambetta, altro ricercatore del Centro studi movimenti – durano pochi giorni e si svolgono in una piccola città della provincia emiliana. La loro conclusione vittoriosa non impedisce la presa del potere da parte del Partito nazionale fascista, avvenuta poche settimane dopo con la marcia su Roma, eppure già all’epoca sono motivo di riflessione politica per l’intero movimento antifascista italiano. Oggi, poi, vengono considerate uno dei punti più alti, se non il più alto, delle mobilitazioni dei lavoratori contro lo squadrismo mussoliniano. Nella mostra abbiamo dunque tentato di dare spazio agli eventi e ai loro protagonisti ma anche alle ragioni che portarono a un esito così straordinario”.

Nella prima sezione di mostra viene raccontata la Parma di cento anni fa, una città in cui il fiume segnava un confine sociale molto netto: da una parte i quartieri signorili (con i caffè eleganti e gli abitanti molto benestanti) e dall’altra i borghi popolari, popolati da donne, uomini e bambini dall’esistenza misera e faticosa che affollavano strade e osterie. Particolare spazio è poi riservato al mito dell’Oltretorrente ribelle che germogliò alla fine dell’Ottocento sulla scia dei tanti episodi di rivolta di cui il quartiere fu teatro: in mostra sono ad esempio esposti i numeri della “Domenica del Corriere” con le copertine di Achille Beltrame dedicate alle proteste popolari e allo sciopero agrario del 1908. Questa prima sezione termina poi con il rapporto della città con lo squadrismo fascista, documentato con fotografie e carte di polizia.

Nella seconda sezione una linea del tempo e le prime pagine di alcuni dei giornali del tempo raccontano gli eventi accaduti tra il 31 luglio e il 6 agosto 1922, mentre le fotografie scattate da Armando Amoretti sono affiancate a una grande mappa della città sono evidenziati i luoghi in cui le barricate furono erette. Nella stessa sezione sono esposti i documenti della Prefettura conservati all’Archivio di Stato e le fotografie dei fascisti in Parma nuova conservate all’Archivio centrale dello Stato di Roma. Un video proietta le testimonianze di alcuni ex arditi del popolo raccolte nel 1983.

La terza sezione dà spazio alla figura del fotografo Armando Amoretti, giovane apprendista dello Studio Vaghi che ebbe l’intuizione di andare sul campo a fotografare gli eventi.

La quarta sezione della mostra è invece riservata ai protagonisti: da una parte Guido Picelli e gli Arditi del Popolo; dall’altra Italo Balbo e le squadre fasciste. In mezzo a loro le autorità cittadine: il prefetto Federico Fusco, il vescovo Guido Maria Conforti, il generale Roberto Lodomez, il sindaco Amadeo Passerini. Infine il popolo dei borghi: le donne come Ada Nicolini o Alice Cesena, il giovanissimo Gino Gazzola, etc.

L’ultima sezione riguarda l’epilogo e la memoria delle Barricate sia durante il regime (con foto della mostra della Rivoluzione fascista del 1932, o il Diario 1922 di Balbo) sia nell’Italia democratica (con l’esposizione, tra le altre cose, dei quadri di Fereoli di Fondazione Cariparma, i manifesti per le celebrazioni annuali, il bozzetto del monumento di piazzale Rondani del 1997 e del busto di Picelli del 2011 etc).

Nell’ottica di incentivare e sviluppare attività didattiche multidisciplinari – in collaborazione con il corpo insegnanti dell’IPSIA Primo Levi Corso di Moda di Parma e all’interno di un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) che ha coinvolto le alunne di 3G (AS 2021/22) – sono stati realizzati due costumi, l’abito da sera della signora Barachini, da un dipinto di Donnino Pozzi, per rappresentare la Parma Nuova e il costume di una popolana.

ALLE BARRICATE!

agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria

Palazzo Bossi Bocchi (Strada al Ponte Caprazucca 4, Parma)

fino al 18 dicembre 2022

mostra a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri

con la partecipazione delle studentesse dell’IPSIA Primo Levi – corso di moda

realizzata da Fondazione Cariparma

in collaborazione con Centro Studi Movimenti

con il patrocinio del Comune di Parma

Giornate di apertura e orari:

martedì e giovedì 15.30/18.00sabato e domenica 10.00/12.30; 15.30/18.00

INGRESSO GRATUITO

La mostra prevede visite guidate tutti i giovedì pomeriggio

alle ore 16.30 (per i gruppi è richiesta la prenotazione)

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