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Lupus eritematoso: buoni risultati con litifilimab

I pazienti con Lupus eritematoso sistemico hanno un rischio di infezioni gravi che necessitano di ospedalizzazione da 2 a 4 volte più elevato

Lupus eritematoso: il trattamento con litifilimab, un anticorpo monoclonale sperimentale, è in grado di ridurre in modo efficace e sicuro l’attività di malattia cutanea

I risultati di un piccolo trial clinico randomizzato, recentemente pubblicato su NEJM, hanno dimostrato come Il trattamento con litifilimab, un anticorpo monoclonale sperimentale diretto contro il recettore dell’antigene 2 delle cellule dendritiche del sangue (BDCA2), sia in grado di ridurre in modo efficace e sicuro l’attività di malattia cutanea in pazienti con lupus eritematoso cutaneo.

I presupposti e gli obiettivi dello studio
Il lupus eritematoso cutaneo (CLE), una patologia autoimmune con manifestazioni cutanee eterogenee, è una condizione clinica che può manifestarsi in presenza o in assenza di lupus eritematoso sistemico (LES)
I principali sottotipi di lupus eritematoso cutaneo sono rappresentati dal lupus eritematoso cronico cutaneo (l’80% di questi casi è rappresentato dal lupus eritematoso discoide), dal lupus eritematoso cutaneo subacuto e dal lupus eritematoso cutaneo acuto.

Il lupus eritematoso cutaneo è causa di danno irreversibile e deturpazione della cute, altera la qualità della vita e si associa a depressione, ansia e fatigue.

Nei pazienti con compresenza di LES, le manifestazioni sistemiche come nefrite o malattia del sistema nervoso centrale sono rare. Tuttavia, il LES non si svilupperà nella maggior parte dei pazienti con CLE cronico.
Nelle lesioni cutanee associate a CLE, sia l’interferone di tipo 1 che gli altri mediatori dell’infiammazione sono secreti dalle cellule dendritiche plasmacitoidi e/o dai cheratinociti apoptotici mediati dalla cellule T citotossiche. Inoltre, sia nel CLE che nel LES, l’espressione di interferone di tipo 1 a livello ematico correla con l’attività e la severità di malattia.

Il recettore BDCA2 è espresso in maniera esclusiva sulle cellule dendritiche plasmacitoidi, notoriamente implicate nella patogenesi del lupus eritematoso.

Litifilimab è un anticorpo monoclonale diretto contro BDCA2; il legame a questo recettore comporta l’inibizione dell’interferone di tipo 1, delle citochine infiammatore e delle chemochine.

L’assenza di dati estesi sulla capacità di litifilimab di ridurre l’attività di malattia nei pazienti con CLE ha sollecitato la messa a punto del trial di fase 2 LILAC (acronimo di “The Study to Evaluate BIIB059 in Cutaneous Lupus Erythematosus with or without Systemic Lupus Erythematosus), uno studi clinico randomizzato organizzato in due parti:
– La parte A (i cui risultati saranno riportati separatamente) ha incluso individui che erano affetti da LES con manifestazioni articolari e cutanee di attività di malattia
– La parte B (oggetto della nostra recensione dello studio appena pubblicato) ha incluso pazienti con CLE subacuta e cronica, di grado moderato-severo, con compresenza o meno di manifestazioni sistemiche

Disegno dello studio
I ricercatori hanno randomizzato 132 pazienti adulti con CLE confermato a livello istologico, in presenza/assenza di LES, al trattamento (secondo uno schema 1:1:1:1) con litifilimab sottocute (a dosaggio di 50 (n=26), 150 (n=25) o 450 mg (n=48) o a placebo a 0, 2, 4, 8 e 12 settimane.

E’ stato utilizzato un modello dose-risposta per valutare se vi fosse una risposta nei 4 gruppi di trattamento sulla base dell’endpoint primario, rappresentato dalla variazione percentuale dal basale a 16 settimane dell’indice di attività e severità di CLE (CLASI-A; range punteggi da 0 a 70, con i punteggi più elevati indicativi di coinvolgimento cutaneo più diffuso o severo).

Tutti i partecipanti allo studio erano jn trattamento concomitante con glucocorticoidi, idrossiclorochina o farmaci immunosoppressori.
Il protocollo del trial, inoltre, prevedeva anche una valutazione della safety del trattamento.

Risultati principali
I punteggi medi CLASI-A per i gruppi in studio erano pari, al basale, a 15,2, 18,4, 16,5 e 16,5, rispettivamente.
A 16 settimane, i punteggi al basale CLASI-A si sono ridotti in modo statisticamente significativo con litifilimab vs. placebo ai 3 dosaggi testati:
– Gruppo 50 mg: -24,3 punti percentuali (IC95%: -43,7; -4,9)
– Gruppo 150 mg: -33,4 punti percentuali (IC95%: -52,7; -14,1)
– Gruppo 450 mg: -28 punti percentuali (IC95%: -44,6; -11,4)

Tre casi di infezione da herpes orale e un caso di infezione da herpes zoster sono stati documentati nei pazienti dello studio trattati con litifilimab, mentre un caso di meningite da herpes zoster si è manifestato 4 mesi dopo la somministrazione dell’ultima dose da 50 mg di litifilimab.

Riassumendo
In conclusione, i risultati del trial LILAC relativi all’impiego di litifilimab nella CLE sembrano incoraggianti. Sono ora necessarie ulteriori conferme dell’efficacia e della sicurezza del farmaco da studi meglio dimensionati e di più lunga durata nel trattamento di questa condizione clinica.

Bibliografia
Werth VP, et al “Trial of anti-BDCA2 antibody litifilimab for cutaneous lupus erythematosus” N Engl J Med 2022; DOI: 10.1056/NEJMoa2118024. Leggi

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