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Diabete: identificati fattori per comorbidità psichiatriche della malattia

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Giovane età, sesso femminile e storia psichiatrica personale sono risultati essere i fattori più importanti associati alle comorbidità psichiatriche del diabete di tipo 2

Nei pazienti con diabete di tipo 2, la giovane età, il sesso femminile e la storia psichiatrica personale sono risultati essere i fattori più importanti associati alle comorbidità psichiatriche della malattia, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Neuropsychiatric Disease and Treatment.

I disturbi psichiatrici non psicotici sono comorbidità frequenti del diabete di tipo 2, con una prevalenza stimata del 42,5%. Tra le condizioni più frequenti ci sono i disturbi depressivi e d’ansia che sono stati associati a scarsi risultati e complicanze nel diabete. Esiste una complessa interrelazione tra disturbi psichiatrici non psicotici e diabete, che implica fattori genetici, ambiente iniziale avverso, disfunzione neuroendocrina, cambiamenti nello stile di vita ed effetti collaterali psicotropi. Tuttavia, l’interazione tra queste condizioni nei pazienti con diabete di tipo 2 di recente diagnosi non è stata completamente chiarita. Hanno premesso gli autori.

Disturbi psichiatri frequenti nel diabete di tipo 2
Precedenti studi hanno riportato frequenze variabili di disturbi psichiatrici nei pazienti con diabete di tipo 2, con ampie forbici di prevalenza dell’ansia (19-55%) e della depressione (10,8-63%). Uno studio del 2016 ha riportato un’associazione tra depressione e ansia con i livelli più elevati di emoglobina glicata (HbA1c), indice di massa corporea (BMI), abitudine al fumeo e ridotto automonitoraggio della glicemia. Altre ricerche hanno correlato i disturbi psichiatrici non psicotici con un aumento del rischio di mortalità nei pazienti con diabete di tipo 2 rispetto ai controlli senza comorbidità psichiatriche.

Studi di risonanza magnetica hanno identificato alterazioni strutturali e funzionali del cervello nei pazienti con diabete di tipo 2, che si ritiene siano originate da alterazioni vascolari nel corso del tempo. Dato che i sintomi psichiatrici sono un’espressione della funzione cerebrale, queste alterazioni legate al tempo potrebbero anche contribuire a cambiamenti nella presentazione dei disturbi psichiatrici non psicotici nel corso della vita. Pertanto, la prevalenza e le correlazioni delle comorbidità psichiatriche non psicotiche potrebbero essere diverse con l’evolversi della malattia.

Se i disturbi psichiatrici non psicotici presenti durante i primi anni di diagnosi del diabete non vengono trattati potrebbero interferire con il controllo metabolico, la prevenzione o il ritardo delle complicanze e l’ottimizzazione della qualità della vita.

Come scritto dagli autori, lo screening precoce e il trattamento dei disturbi psichiatrici sono clinicamente rilevanti per la cura completa di questi pazienti e la limitazione dei potenziali rischi. Pertanto l’obiettivo di questo studio era descrivere lo stato metabolico e le caratteristiche cliniche associate ai disturbi psichiatrici non psicotici in pazienti con una diagnosi di diabete di tipo 2 inferiore a cinque anni e valutare il ruolo dell’età nella presentazione delle comorbidità psichiatriche.

Valutazione del rischio in pazienti con diagnosi recente di diabete
L’analisi trasversale ha coinvolto soggetti che hanno frequentato un programma di assistenza completo, valutati tramite la Mini-International Neuropsychiatric Interview e dei quali sono state registrate le caratteristiche cliniche e metaboliche. Sono state condotte analisi di regressione logistica multivariata per identificare i fattori di rischio e protettivi per i disturbi psichiatrici ed è stata eseguita un’analisi per valutare ulteriormente l’influenza dell’età sui risultati.

Lo studio ha interessato un totale di quasi 2.000 pazienti con più di 18 anni di età e meno di 5 anni dalla diagnosi di diabete di tipo 2, BMI <45 kg/m2, senza complicanze disabilitanti del diabete, non fumatori e senza un disturbo psichiatrico psicotico.

Il disturbo psichiatrico non psicotico era presente nel 40,1% dei casi e le condizioni più frequenti erano i disturbi d’ansia (21,3%), i disturbi affettivi (19,6%) e i disturbi alimentari (24,7%). Tra i disturbi affettivi sono stati inclusi i pazienti con disturbo depressivo maggiore (15,3%) disturbo distimico (3,2%), rischio di suicidio (4,1%) ed episodio maniacale o ipomaniacale (3,3 %). Il gruppo dei disturbi d’ansia era composto da disturbo di panico (2,5%), agorafobia (2,4%), fobia sociale (0,9%), disturbo ossessivo-compulsivo (1,5%), disturbo da stress post-traumatico (1,7%) e disturbo d’ansia generale (14,1%). I disturbi alimentari includevano l’alimentazione emotiva nel 23,7% dei casi e il BED (Binge Eating Disorder, detto anche disturbo da alimentazione incontrollata) nel 7,0%.

Identificati tre fattori di rischio principali per i disturbi psichiatrici
Tre fattori sono risultati significativi in ​​tutti i modelli di regressione utilizzati.
In primo luogo il sesso femminile era un fattore di rischio per la presenza di qualsiasi disturbo psichiatrico non psicotico, in linea con i dati sulla maggiore prevalenza di disturbi depressivi, ansiosi e alimentari nelle donne rispetto ai maschi nella popolazione generale.

Il secondo fattore di rischio associato a tutti i gruppi di disturbo psichiatrico non psicotico era l’età più giovane. L’analisi in base all’età ha mostrato che i pazienti di età inferiore ai 45 anni avevano i parametri metabolici peggiori e maggiori probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici non psicotici, mentre i pazienti di età superiore ai 65 anni presentavano le migliori misure metaboliche e una probabilità inferiore di comorbidità psichiatriche.

Il terzo fattore di rischio associato a tutti i gruppi di disturbo psichiatrico non psicotico era la storia psichiatrica personale.

In aggiunta, l’uso di insulina è stato segnalato come un fattore protettivo per i disturbi alimentari e l’indice di massa corporea è risultato associato a eventuali disturbi psichiatrici e disturbi alimentari.

«La giovane età, il sesso femminile e la precedente diagnosi psichiatrica sono i principali fattori di rischio per il disturbo psichiatrico non psicotico» hanno concluso gli autori. «La presenza di questi disturbi all’esordio precoce del diabete di tipo 2 evidenzia la necessità di prestare attenzione alla salute mentale, per ridurre gli anni di vita totali aggiustati per la disabilità, migliorare la qualità della vita e diminuire le complicanze e la mortalità».

Bibliografia

Alcántara-Garcés MT et al. Comorbidity Between Recent Diagnosis of Type 2 Diabetes and Non-Psychotic Psychiatric Disorders: Metabolic Characteristics and Clinical Correlates. Neuropsychiatr Dis Treat. 2022 Jun 12;18:1151-1163. 

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