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Lupus quiescente: nuovo studio sui farmaci antimalarici

Anifrolumab riduce l'attività di malattia in pazienti con lupus eritematoso sistemico moderatamente e gravemente attivo secondo nuovi dati di ricerca

Studio suggerisce la fattibilità della sospensione, raggiunta mediante graduale riduzione della posologia, dei farmaci antimalarici nei pazienti con lupus quiescente

Un lavoro recentemente pubblicato su Seminars in Arthritis and Rheumatism suggerisce la fattibilità della sospensione (raggiunta mediante graduale riduzione della posologia) dei farmaci antimalarici nei pazienti con lupus quiescente. Le implicazioni di quanto osservato sono di particolare importanza se si tengono presente alcuni effetti avversi legati all’impiego a lungo termine di questi farmaci nei pazienti affetti da lupus (tossicità retinica e cardiaca).

Lo studio
Disegno
I ricercatori hanno valutato il tasso di recidive rilevato in pazienti con LES che avevano interrotto il trattamento in essere dopo aver conseguito e mantenuto lo stato di remissione clinica per almeno un anno rispetto ad un braccio di trattamento “controllo” costituito da pazienti lupici che, nonostante il raggiungimento della remissione, avevano continuato il trattamento con farmaci antimalarici.

A tal scopo, hanno attinto ai dati di un database canadese di pazienti con lupus (UTLC: The University of Toronto Lupus Clinic). Tutti i pazienti in studio sono stati seguiti ad intervalli temporali compresi da 2 a 6 mesi, durante i quali sono stati rilevati i risultati relativi all’esame fisico, a quelli di laboratorio e all’anamnesi medica. La data di cessazione completa del trattamento antimalarico era definita come data indice.

I ricercatori hanno incrociato i dati dei pazienti controllo con quelli dell’altro gruppo in base alla durata del trattamento antimalarico prima dell’insorgenza della remissione clinica e in base alla durata della terapia dalla data di remissione alla data indice.

Tutti i partecipanti allo studio sono stati seguiti in un follow-up di durata pari almeno a 2 anni e sottoposti ad una visita medica di controllo annuale. Era prevista la registrazione della ragione dell’eventuale cessazione del trattamento con un farmaco antimalarico.

La riduzione della posologia di somministrazione di questi farmaci era definita in base al decremento del dosaggio del farmaco prescritto nel corso di due visite mediche consecutive (es: due riduzioni consecutive o una riduzione iniziale della posologia, seguita dal mantenimento della dose più bassa del farmaco somministrato).

Risultati principali
Su un totale di 1.573 pazienti in trattamento con farmaci anti-malarici, 165 hanno raggiunto la remissione in un anno e successivamente hanno interrotto la terapia, mentre 173 non hanno interrotto il trattamento al raggiungimento della remissione.

Dopo match dei dati dei due gruppi, sono stati oggetto di valutazione i dati relativi a 261 pazienti, 175 dei quali in trattamento con idrossiclorochina (dose media= 4,9±1,2 mg/kg) e 88 con clorochina (dose media= 3±1 mg/kg).
Le caratteristiche dei pazienti che hanno interrotto il trattamento con antimalarici e dei controllo erano prevalentemente sovrapponibili. E’ emerso, tuttavia, che una proporzione significativamente più ampia di individui di etnia Afro-Americana era inclusa nel gruppo che aveva interrotto il trattamento con antimalarici rispetto a quanto rilevato nel gruppo di controllo (14,8% vs. 7,5%, rispettivamente; p=0,02). Questi pazienti si sono caratterizzati anche per un impiego ridotto di farmaci immunosoppressori alla data indice nel gruppo di individui che ha interrotto il trattamento rispetto al gruppo di controllo (18,2% vs. 28,9%, rispettivamente; p= 0,0364).

Episodi di recidiva sono stati documentati nel 61,4% dei partecipanti allo studio che avevano interrotto il trattamento con antimalarici rispetto al 45,3% dei pazienti del gruppo di controllo (p=0,002).

Nel complesso, il 52,3% di pazienti che aveva interrotto il trattamento con farmaci antimalarici li ha successivamente ripresi a causa dell’insorgenza di eventi di recidiva. Di questi, l’88% è riuscito a riprendere e a migliorare il controllo di malattia rispetto ad un 12% di pazienti che non è riuscito a riconquistare questo obiettivo.

Da ultimo, i pazienti che hanno ridotto gradualmente il farmaco antimalarico utilizzato hanno sperimentato meno recidive di malattia rispetto a quelli che hanno interrotto bruscamente il trattamento (45,9% vs. 72,6%, rispettivamente; p=0,01).

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso tra i limiti metodologici intrinseci dello studio la natura osservazionale dello studio e l’elevata eterogeneità della popolazione di pazienti considerata (per età, etnia decorso clinico e manifestazioni di malattia).

L’adozione di criteri stringenti di inclusione nello studio ha portato a perdere un numero elevato di pazienti durante l’operazione di matching dei casi e dei controlli, per cui il numero assoluto di pazienti considerato per l’analisi è risultato molto basso rispetto alle condizioni di partenza.
Ciò premesso, gli autori dello studio hanno concluso con l’affermazione che la riduzione e la cessazione del trattamento con farmaci antimalarici dei pazienti con lupus è una strategia terapeutica che andrebbe tenuta in considerazione da parte del clinico nel trattamento dei pazienti che sperimentano una remissione clinica prolungata, previa attenta valutazione del bilancio rischio tossicità-beneficio d’impiego di questi farmaci.

Bibliografia
Papachristos DA et al. Outcomes following antimalarial withdrawal in patients with quiescent systemic lupus erythematosus. Semin Arthritis Rheum. 2022 Aug;55:152046. doi: 10.1016/j.semarthrit.2022.152046. Epub 2022 Jun 11. PMID: 35716465.
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