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Il telescopio Webb fa nuova luce sulla galassia Ruota di Carro

galassia Ruota di Carro

Il telescopio spaziale James Webb della Nasa ci regala un’immagine dettagliata della galassia dalla rara morfologia ad anello Eso 350-40, nota come galassia Ruota di Carro

A distanza di poco meno di un mese da quando – con le prime immagini a colori e i primi dati spettroscopici – è stata inaugurata la nuova era del James Webb Space Telescope , la Nasa ci regala l’immagine di un altro incredibile e misterioso oggetto. Si tratta della galassia Eso 350-40, soprannominata Ruota di Carro (Cartwheel Galaxy), situata a circa cinquecento milioni di anni luce di distanza nella costellazione dello Scultore. Il suo aspetto è molto simile alla ruota di un carro ed è il risultato di un evento non insolito nell’universo ma molto energico: una collisione ad alta velocità tra galassie. Grazie a questa sua caratteristica distintiva, gli astronomi la classificano come galassia ad anello: una struttura simile alle galassie a spirale – come la nostra Via Lattea – ma meno comune.

Le collisioni di proporzioni galattiche innescano, tra gli oggetti coinvolti, una serie di reazioni e onde d’urto di varia intensità. Eso 350-40 non fa eccezione. La collisione che l’ha originata ha influenzato la sua struttura dando forma ai due anelli ben visibili nell’immagine: uno interno più luminoso, l’altro – quello esterno – ricco di colori. I due anelli si espandono verso il mezzo interstellare, dal centro della collisione, come fossero le increspature di uno stagno dopo che vi è stata lanciata una pietra. Il nucleo splendente della galassia contiene un’enorme quantità di polvere calda e aree molto luminose che ospitano giovani e giganteschi ammassi stellari. D’altra parte, l’anello esterno, che si sta estendendo da circa 440 milioni di anni, è dominato da un’intensa formazione stellare e da energiche supernove. Mentre l’anello si espande, attraversando il gas circostante, innesca la formazione di nuove stelle.

La galassia Eso 350-40 era già stata individuata in passato con altri telescopi spaziali, tra cui si annoverano HubbleSpitzer e persino Chandra, ma a causa dell’enorme quantità di polvere che la circonda, per decenni la galassia è rimasta, letteralmente, avvolta nel mistero. Adesso, grazie alle capacità di Jwst nel rilevare la luce infrarossa, è possibile condurre nuove analisi per scoprire l’evoluzione della sua “ruota”.

Come funziona la rilevazione? La Near-Infrared Camera (NirCam), l’imager principale a bordo di Jwst, osserva nella gamma del vicino infrarosso, da 0,6 a 5 micron, riuscendo a rilevare lunghezze d’onda fondamentali per l’astrofisica. NirCam può individuare molte più stelle di quelle che è possibile osservare nella luce visibile, poiché le giovani stelle – parecchie delle quali presenti nell’anello esterno di Eso 350-40 – quando osservate con la luce infrarossa sono meno oscurate dalla presenza di polvere. L’immagine composita qui a fianco mostra i dati rilevati da NirCam colorati di blu, arancione e giallo. La galassia mostra numerosi puntini blu che indicano la presenza di singole stelle o di complessi di formazione stellare.

Jwst riesce persino a distinguere le regioni popolate da stelle più vecchie e la polvere densa nel nucleo dalle popolazioni di stelle più giovani al di fuori di esso. Per far ciò, è supportato dallo strumento Mid-Infrared Instrument (Miri). I dati di Miri, nell’immagine composita, appaiono colorati di rosso e rivelano regioni ricche di idrocarburi e altri composti chimici, oltre a polveri di silicati. Queste regioni formano una serie di raggi a spirale che modellano lo scheletro di Eso 350-40. Struttura che, tuttavia, continuerà a trasformarsi: i ricercatori, infatti, attraverso le informazioni fornite da Jwst sono adesso in grado non solo di leggere la storia e l’origine della galassia ma anche di prevedere come si evolverà in futuro.

Dunque, non ci resta che attendere nuovi risultati. A questo proposito, Jwst ha già un fitto programma osservativo che è possibile consultare online. Analizzerà tutti gli oggetti che incontrerà lungo il suo viaggio: pianeti, stelle, galassie, buchi neri e tanto altro. Molte di queste immagini sono già state processate dai ricercatori e verranno diffuse al mondo nelle prossime settimane.

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