Site icon Corriere Nazionale

Con i rincari aumentano i capi bovini macellati in Italia

Decreto sul sistema di qualità nazionale benessere animale: un tassello fondamentale della strategia nazionale per una zootecnia più sostenibile

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di decreto legislativo con il quale si punta alla riorganizzazione dei servizi della zootecnia italiana

Più capi bovini macellati in Italia nei primi cinque mesi del 2022 anche a causa dei costi di produzione elevati, in particolare dei mangimi

Più capi bovini macellati in Italia nei primi cinque mesi del 2022 anche a causa dei costi di produzione elevati, in particolare dei mangimi. Lo segnala Ismea sulla base dei dati registrati nell’Anagrafe Nazionale Zootecnica. A gennaio-maggio 2022 è aumentato del 4,1% il numero di capi macellati, ma è diminuito il peso medio. Un trend che, secondo Ismea, potrebbe mantenersi e portare a ulteriori macellazioni e nuove riduzioni di peso delle carcasse entro la fine dell’anno.

A livello mondiale la produzione di carne bovina è stimata a 71,8 milioni di tonnellate, praticamente invariata rispetto all’anno precedente, a causa della flessione registrata in Brasile, Australia e Argentina, controbilanciata da un incremento produttivo nei Paesi asiatici, dove la produzione aumenterà del 3% a 14 milioni di tonnellate in India, Cina e Pakistan.

Per quanto riguarda i prezzi di vendita nel nostro Paese, grazie anche a un aumento della domanda della ristorazione, a partire da febbraio, i prezzi dei bovini da macello di tutte le categorie hanno segnato un’impennata che ha raggiunto, a giugno, valori notevolmente superiori a quelli dei precedenti anni.

Il prezzo dei vitelloni da macello, sempre a giugno, ha toccato i 2,92 euro/kg (peso vivo – iva esclusa), il 22% in più rispetto alla media del triennio precedente (giugno ’19-’20-’21). Il prezzo medio delle vacche da macello, malgrado la maggiore disponibilità, è arrivato a 1,59 euro/kg segnando, rispetto alla media del triennio precedente, un balzo del 33%. Anche in Europa la scarsa disponibilità di capi bovini pronti per il macello mantiene i prezzi a livelli elevati.

Sul fronte dei costi di produzione della carne bovina italiana, in base al monitoraggio realizzato da Ismea nel 2021 negli allevamenti di grandi dimensioni (più di 550 posti stalla) in Veneto, che allevano vitelloni razza Charolaise, si è osservata una crescita delle spese di alimentazione per vitellone e per chilogrammo di peso vivo venduto di oltre il 20% nella seconda metà dell’anno, a causa della crescita dei costi dei mangimi. Il costo della razione giornaliera del bestiame ha toccato, nell’ultimo trimestre del 2021, quota 2,55 euro, rispetto alla media di 2,05 euro/capo/giorno della prima metà dell’anno.

Tuttavia si è registrata, come riferisce Ismea, anche una riduzione del prezzo del ristallo che ha determinato, almeno nel secondo e nel terzo trimestre dell’anno, il calo del costo medio totale.

Per quanto riguarda i consumi nei primi cinque mesi del 2022 gli acquisti in volume di carne bovina si sono contratti del 5,6% rispetto all’analogo periodo del 2021, a fronte di una spesa invariata rispetto allo scorso anno (+0,1%). Sono aumentati invece del 14,8% gli acquisti di alternative alle carni a base vegetale dopo il +21% del 2021.

Exit mobile version