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Il presidente del Ghana chiede risarcimenti per la schiavitù

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Aminata, a displaced girl, uses a crutch to walk around a displacement camp in Sévaré, where UNICEF, local authorities and partners have set up clean water systems, tents for shelters and a temporary learning space where children can learn and play games with trained animators. Aminata was hit by a bullet as she tried to flee the village of Ogossagou when it was attacked in March 2019. "We started to run into the darkness and as we were running my mother was shot,” Aminata says. “I ran back to help her, and I was shot in the leg.” Mopti, Mali, June 2019. The current crisis in Mali is complex and protracted and has profoundly disrupted the lives of millions of children. In the first half of 2019, a sharp increase in grave violations perpetrated by all parties to the conflict against children was recorded, particularly in the killing and maiming of children. More than 150 children were killed between January and June 2019 - twice as many as in the entire year of 2018 combined. Repeated attacks have led to children losing their lives, being injured by gunshot or burns, being displaced and separated from their families, and being exposed to violence including rape and other forms of sexual violence, arrests and detention, and psychological trauma. Hundreds of children are also estimated to still be in armed groups, and more than 900 schools remain closed due to insecurity. UNICEF is working with other UN agencies, local authorities and NGOs to bring help to the children that need it most.

L’appello del presidente del Ghana: “Risarcire gli africani che subirono la schiavitù”. Da qui tra il XV e il XIX secolo salpavano le navi cariche di schiavi verso le Americhe

“Il commercio degli schiavi ha avuto conseguenze devastanti sul continente africano e le comunità africane all’estero, soffocandone il progresso economico, culturale e psicologico”. Lo ha dichiarato il presidente del Ghana Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, che a chiare lettere ha anche invocato compensazioni economiche per i popoli africani da parte dei governi che in passato hanno alimentato la tra tratta degli schiavi.

L’appello è giunto in un appuntamento ad hoc che si è tenuto ad Accra lunedì scorso, ossia il Reparations and Racial Healing Summit, il vertice sulle Riparazioni e il superamento del razzismo. Le coste atlantiche ghanesi furono tra i principali punti da cui tra il XV e il XIX secolo salpavano le navi cariche di schiavi dirette verso le Americhe, prima che le nazioni occidentali abolissero progressivamente la tratta.

Nel suo intervento dal palco dell’evento, Akufo-Addo ha denunciato “i doppi standard” che l’Occidente applica sulla questione della schiavitù: “I nativi americani hanno ricevuto e continuano a ricevere compensazioni. Le famiglie nippo-americane, che furono incarcerate nei campi di internamento in America durante la seconda guerra mondiale, ricevettero compensazioni. Gli ebrei, sei milioni dei quali morirono nei campi di concentramento della Germania hitleriana, ricevettero compensazioni, comprese sovvenzioni e sostegno per la patria”. Ciò però non è avvenuto per gli africani, in patria o all’estero, e “al danno” si aggiungerebbe “la beffa”: “Persino gli ex proprietari di schiavi hanno ricevuto risarcimenti per un totale di 20 milioni di sterline, ma gli stessi africani ridotti in schiavitù non hanno ricevuto un centesimo”, ha detto il leader ghanese. La stampa africana evidenzia che Haiti dovette pagare 21 miliardi di dollari agli schiavisti francesi nel 1825 dopo la rivoluzione haitiana.

Il presidente del Ghana ha concluso chiarendo che tuttavia, “prima ancora di parlare di riparazioni, l’intero continente africano merita le scuse formali delle nazioni europee coinvolte nella tratta degli schiavi per i crimini e i danni che ha causato alla popolazione”.

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