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Carta igienica: la storia dell’inventore Joseph C. Gayetty

La carta igienica rivela la tua personalità. Dal posizionamento del rotolo al modo in cui la strappiamo, ecco cosa ha rivelato uno studio

La carta igienica rivela la tua personalità. Dal posizionamento del rotolo al modo in cui la strappiamo, ecco cosa ha rivelato uno studio

Dagli egizi ai giorni nostri

Oggi sono moltissimi i beni di cui usufruiamo senza neanche accorgercene. Si pensi ai piatti, per esempio: oggetti tanto banali quanto essenziali, presenze immancabili in qualunque cucina. E per quanto riguarda il bagno sono infiniti gli esempi: il comfort della doccia, la praticità del deodorante o la comodità della carta igienica. Oggi ne esistono moltissime tipologie, tra colori e consistenze: sul sito https://www.regina.eu/it/prodotti/carta-igienica se ne può avere una ampia panoramica.

Eppure, c’è stato un tempo in cui la carta igienica non esisteva: nel Neolitico, infatti, il WC consisteva in un foro praticato in una roccia e il bidet era direttamente il ruscello, quando le temperature lo consentivano. Durante i rigidi inverni, però, probabilmente gli uomini e le donne del Neolitico usavano ciò che la natura gli offriva: foglie e ramoscelli. Gli Egizi passarono poi all’uso di sabbia intrisa di oli profumati, mentre Indiani e Arabi si pulivano con la propria mano sinistra: si pensi che, ancora oggi, per questi popoli è un insulto toccare qualcuno o porgere un oggetto usando questa mano.

Dal ‘500 in poi

A metà Cinquecento, nei monasteri e nei conventi si usavano pezze di stoffa ricavate da vecchie tonache per pulirsi nelle zone intime: ci sono prove che questa abitudine fosse già diffusa nel Trecento. Solo nel Settecento, però, inizia a diffondersi la “carta per usi igienici”: si trattava di prodotti innominabili, che recavano molta vergogna. Si pensi che qualcuno, in quel periodo, usava anche la carta di giornale: erano infatti gli anni della nascita dei primi quotidiani.

A inventare la carta igienica fu Joseph C. Gayetty, nel 1850. A quel tempo, la rivista scientifica “Scientific American” presentò l’innovazione come una “scoperta grandiosa e ineguagliabile”, mentre la comunità scientifica non pareva apprezzarla fino in fondo. L’imprenditore, infatti, presentava la sua “Medicated Paper” come utile ad evitare le emorroidi, al tempo molto diffuse a causa dell’uso di carta di giornale. Questa carta si diffuse molto rapidamente negli Stati Uniti: venduta in pacchetti di strisce regolari, su ognuna c’era impresso il nome del suo inventore.

La pubblicità

La pubblicità con cui si cercava di diffonderla nel mondo recitava: “Sono delicate come una banconota, ma robuste come un foglio per appunti”. Joseph C. Gayetty passò in breve tempo alla produzione di massa che, nel 1879, vide la comparsa dei rotoli grazie alla Scott Paper Company. La forma del rotolo, infatti, oggi ci sembra scontata ma al tempo non lo era affatto! La carta a due veli, più facile da sciogliere nel WC, arrivò invece solo nel 1942.

Fino al Novecento inoltrato, però, in Europa la carta igienica veniva considerata un lusso. Oggi è invece uno dei beni più consumati: il Worldwatch Institute stima che nel 2005 ognuno ha consumato circa 3.8 chili di carta igienica. Oggi non riusciremmo a farne a meno, probabilmente, ma se possiamo goderne è solo grazie a Joseph C. Gayetty.

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