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Verso le elezioni: le liste di Letta spaccano il Partito democratico

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Dopo una giornata di rinvii, la direzione del Pd si riunisce e approva le liste di Letta. C’è Crisanti, fuori Cirinnà e Lotti: è polemica nel partito

Dopo una giornata di rinvii, la direzione del Pd ha varato in notturna le liste con i candidati per le elezioni politiche del 25 settembre. Il segretario Enrico Letta, che ha presentato le sue scelte (approvate con 3 contrari e 5 astenuti), sarà capolista alla Camera in Lombardia e Veneto. Candidatura in Lombardia anche per Carlo Cottarelli, mentre nella circoscrizione Europa correrà il professore di Microbiologia dell’università di Padova Andrea Crisanti.

LETTA: “NON POTEVAMO RICANDIDARE TUTTI”. E PUNGE RENZI

In apertura di direzione, Letta ha spiegato: “Avrei voluto ricandidare tutti i parlamentari uscenti, ma sarebbe stato impossibile per il taglio dei parlamentari e anche per esigenza di rinnovamento. Ho chiesto personalmente dei sacrifici ad alcuni e mi è pesato tantissimo”. Poi una stoccata a Matteo Renzi: “Quattro anni fa il metodo di chi faceva le liste era fare tutto da solo, io ho cercato un equilibrio”.

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GLI ESCLUSI ECCELLENTI

Tra i capilista anche quattro under 35: Rachele Scarpa, Cristina Cerroni, Raffaele La Regina, Marco Sarracino. Al voto in direzione non ha partecipato la corrente Base riformista guidata dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Tra i motivi, la mancata candidatura dell’ex sottosegretario Luca Lotti. E resta fuori anche Monica Cirinnà, madre della legge sulle unioni civili. “Mi hanno proposto un collegio perdente in due sondaggi in territori non idonei ai miei temi e in cui la destra è fortemente radicata – ha spiegato la senatrice – il Pd ha scelto di andare in Parlamento senza di me, è legittimo. Io resterò nel partito, sono una donna di sinistra ma per fortuna ho altri lavori”.

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LOTTI: “MIA ESCLUSIONE SCELTA POLITICA FATTA PER RANCORE”

“Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è”. Lo dice Luca Lotti, deputato del Pd, della minoranza interna di Base riformista. “Non sarò certo io a fare polemiche: non le ho fatte in questi anni e non comincerò oggi”, aggiunge. “Ho sempre agito per il bene del mio territorio e del mio partito. Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd – prosegue l’ex fedelissimo di Renzi – e anche grazie a quella decisione (mia e di Lorenzo Guerini che ringrazio per il lavoro da Ministro e per aver guidato con me i riformisti) il Partito democratico è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava invece di sparire”.

Lotti prosegue: “Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura, così come leggere assurde ricostruzioni in cui si prova a far credere che a scegliere sia stato il territorio. In Toscana sappiamo tutti come sono andate le cose“. Lotti spiega: “La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche. Io sono abituato ad affrontare la realtà a testa alta, altrettanto faccia chi ha deciso. Aggiungo solo una riflessione. Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo. È stato un onore per me essere un deputato del Pd, il partito che ho contribuito a fondare e che, in questi ultimi anni, insieme a molti amici ho tenuto unito e compatto. Rifarei tutto!” Lotti rivolge un saluto ai tanti che gli “stanno scrivendo e mandando messaggi o che si sono preoccupati per me dico solo questo: anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro”.

FRANCESCHINI CAPOLISTA A NAPOLI

“Un orgoglio essere il capolista del Pd a Napoli. Cercherò di essere la voce al Senato di questa terra straordinaria, di questa città unica al mondo, da sempre e per sempre Capitale della Cultura. Dalla parte di Napoli”. Cosi’ il ministro della cultura Dario Franceschini, su twitter.

FUORI ANCHE IL COSTITUZIONALISTA CECCANTI

Anche il costituzionalista Stefano Ceccanti si tira fuori dalla contesa. “Leggo con stupore dalle agenzie che sarei candidato numero 4 al proporzionale a Firenze Pisa. La notizia è destituita di qualsiasi fondamento – precisa il deputato dem – come ben sa il segretario Letta”.

CRISANTI: “MI BATTERÒ COME UN LEONE”

Sono onorato di questa candidatura, che è in linea con i miei valori”. Lo afferma alla Dire il professore di microbiologia all’Università di Padova, Andrea Crisanti, candidato dal Partito Democratico come capolista in Europa. “È una cosa che non mi aspettavo arrivasse in questo modo, come capolista intendo – prosegue – e si tratta di una grande responsabilità che, chiaramente, prenderò molto sul serio. È davvero un bell’impegno“. Infine un appello ai suoi futuri elettori. “Mi batterò come un leone per i loro diritti e non derogherò mai le mie idee e i miei valori a opportunità di interesse”, conclude.

IL TWEET DI SALVINI SU CRISANTI: “ORA SI CAPISCONO TANTE COSE”

“Il televirologo Crisanti candidato col Pd. Credo che ora si capiscano tante cose”. Questo il commento su Twitter di Matteo Salvini alla notizia della candidatura come capolista in Europa di Crisanti con il Pd.

Mentre Carlo Calenda, sempre su Twitter, come riferisce la Dire (www.dire.it) spiega: “Ricevo molte richieste di commento sulle liste del Pd. Le liste del Pd sono fatti del Pd e degli elettori del Pd. Noi saremo giudicati sui nostri candidati. Fine”.

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