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Alessandra Necci in libreria con “La regina e l’imperatrice”

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“La regina e l’imperatrice” di Alessandra Necci affronta le vite delle due sovrane più rappresentative del XVIII Secolo, Maria Teresa d’Austria e sua figlia Maria Antonietta

“Ho sempre cercato figure controverse, magari maltrattate, calunniate o addirittura espulse dalla Storia. Stavolta mi interessava raccontare storie di donne di potere: una che lo sa usare e una che lo spreca”. A descrivere così i suoi lavori letterari è Alessandra Necci, docente presso il Dipartimento di Impresa e Management della Luiss Guido Carli, appassionata di storia e autrice di numerose biografie: il suo ultimo libro, ‘La regina e l’imperatrice’, edito da Marsilio, affronta le vite delle due sovrane più rappresentative del XVIII Secolo, Maria Teresa d’Austria e sua figlia Maria Antonietta.

Una madre e una figlia che non potrebbero essere più diverse, come spiega bene all’Agenzia Dire (www.dire.it) Alessandra Necci: “Il destino è nel carattere, lo diceva Eraclito. E infatti anche Maria Teresa d’Austria arriva giovane e completamente impreparata a dover governare in un impero immenso. Ma usa tutti gli strumenti a sua disposizione, l’intelligenza, l’umiltà, la determinazione, per governare bene e farsi amare dal suo popolo”. La figlia della “sovrana illuminata”, invece, andata in sposa al re di Francia Luigi XVI a soli quattordici anni, “sembra aver vinto lotteria della vita ma, appena arrivata alla Corte di Francia, spreca i suoi primi anni. Forse perché giovane e troppo adulata o forse perché in questo Maria Teresa mostra meno lungimiranza, non preparandola davvero al suo ruolo, nonostante le raccomandazioni”.

Ma la Maria Antonietta ritratta da Alessandra Necci non è soltanto una donna frivola e superficiale, anzi, sottolinea l’autrice, “all’epoca tutti volevano essere lei. Era carismatica, affascinante, capace di dettare mode. Insomma, una sorta di influencer anzi tempo. Questo- prosegue Necci- emerge anche dalle fonti dell’epoca: ci sono relazioni di testimoni anche imparziali affascinatissimi dalla sua figura. La chiamano ‘Dea’, ‘Artemide’…”. Una vera e propria “icona” del ‘700, che racconta bene lo spirito del tempo, almeno quello dei più privilegiati: “Un secolo brillante, fatto di feste, balli e seduzione. Difficilmente si può pensare a un personaggio che riesca a sintetizzare così bene un pezzo di secolo”.

La festa, per Maria Antonietta, dura ben poco e presto è costretta a scontrarsi con la Storia con la S maiuscola, quella che vede la fine, inevitabilmente dolorosa, dell’assolutismo. Maria Antonietta, “non capisce questo tornante incredibile, vede subito la rivoluzione solo come una nemica”.

Il suo grande problema, per Necci, era una “assoluta mancanza di forza di volontà, di disciplina. Maria Antonietta è sfuggente, si ferma mai su una cosa: ha una irrequietudine perenne. È una persona buona ma sempre sull’onda dell’emotività. Si commuove magari per un bambino povero e lo porta a Versailles. Ha gesti di grande generosità ma nulla di strutturato”. E poi non conosce e non capisce il suo Paese: “Rimane nella bolla di Versailles, non ne esce, non visita Parigi. Preferisce essere la regina del palcoscenico della Corte, tra l’altro piena di veleni e matrice delle maldicenze sul suo conto”.

È troppo tardi, quando ormai il suo destino è segnato, che Maria Antonietta mostra un’inedita forza di carattere: “Ha una grande dignità nella fase più drammatica e si dimostra una grande lottatrice. È come se avesse mancato nella sua vita ma fosse riuscita nella sua morte. La ghigliottina la consacra al futuro”.

Tutt’altra storia, invece, per Maria Teresa d’Austria: “Ha qualcosa che può far venire in mente Angela Merkel, anche se è sempre bene cercare di non attualizzare la storia ma al contrario contestualizzarla. Entrambe, però, sono donne di potere pragmatiche e capaci. Poi Angela Merke spesso viene chiamata “mutter”, madre, e anche Maria Teresa d’Austria era la ‘madre del suo popolo’”. Eppure, a guardarla bene, anche Maria Teresa è molto più sfaccettata e complessa del ‘mito’ che la circonda: “Innanzitutto- spiega l’autrice- è una donna che lotta contro la depressione, per lunghi periodi addirittura si rinchiudeva. Poi il rapporto con le figlie: è vero che non le hanno dato molta soddisfazione, ma è anche vero che da loro lei riusciva sempre a ottenere l’opposto di ciò che raccomandava. E poi era donna molto moralista, bigotta a tratti”. Ciò che dimostrano le vite di Maria Teresa e Maria Antonietta è che “mai nulla è quello che sembra. Ci sono molte verità, non una. A seconda di come illumini una cosa emerge un aspetto nuovo. Nella storia, poi- conclude Alessandra Necci- la leggenda che ci si porta dietro non corrisponde quasi mai alla verità”.

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