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La bomba, i morti, il dolore: 42 anni fa la strage alla stazione di Bologna

Strage di Bologna, da 20 a 30 persone parteciparono all’attentato secondo il portavoce dei familiari delle vittime: "C'è probabilmente uno scenario che diventa più interessante"

Accadde oggi: Bologna ricorda il 42esimo anniversario della strage del 2 agosto 1980 che causò 85 morti e 200 feriti. Saranno completati i viaggi di quelle vite spezzate

Una bomba alla stazione, esplosa alle 10.25 nella sala d’aspetto della seconda classe. Un sabato mattina d’estate, ai primi d’agosto per di più, che per tanti segnava l’inizio delle vacanze. Un sabato, giorno di partenze per antonomasia. Ci furono 85 morti e 200 feriti nella strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La più piccola aveva 3 anni e si chiamava Angela Fresu, il più anziano era Antonio Montanari, 86 anni. La bomba, composta da 23 chilogrammi di esplosivo, fece crollare un tratto di edificio lungo 50 metri, l’onda d’urto investì il treno Ancona-Chiasso fermo sul primo binario e distrusse il parcheggio dei taxi davanti alla stazione. Fu considerato il più grave attentato terroristico commesso in Italia e in Europa nel secondo dopoguerra.

Da quel giorno, spiega la Dire (www.dire.it), sono passati 42 anni e oggi, come ogni anno, “Bologna non dimentica” come cita lo striscione che puntualmente apre il corteo che da piazza Maggiore raggiunge la stazione e la città celebra la memoria di quella strage scendendo in piazza.

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In via Indipendenza sfilerà anche quest’anno l’autobus di linea 37, che quel giorno venne utilizzato per trasportare i feriti e poi anche i corpi delle vittime, nascosti alla vista dai lenzuoli bianchi attaccati sui finestrini, tanto da diventare uno dei simboli della strage. Insieme all’orologio della stazione, che si ruppe e si fermò per sempre. Fu sostituito, ma per scelta venne lasciato fermo alle 10.25, orario dell’esplosione della bomba.

Gli 85 viaggi di quelle vite spezzate il 2 agosto 1980: oggi verranno completati tutti

La piccola Angela Fresu, 3 anni, in partenza con la mamma per una breve vacanza sul lago di Garda. Marina Trolese, 16 anni, che insieme alla sorella Chiara, stava partenza per l’Inghilterra. Manuela Gallon, 11 anni, iun partenza per la colonia estiva di Dobbiaco. Quest’anno le 85 vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna arriveranno ‘a destino’, che nel gergo dei ferrovieri significa ‘a destinazione’. A renderlo possibile saranno 85 volontari, tra cui due bambini di sette e 11 anni, che hanno partecipato al nuovo progetto, intitolato appunto ‘A destino’, promosso dall’associazione dei familiari delle vittime dell’attentato con la collaborazione del Teatro dell’Argine e il sostegno dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

85 VOLONTARI IN PARTENZA

L’iniziativa è stata presentata in Regione una decina di giorni fa e la presidente dell’Assemblea, Emma Petitti, ha spiegato che alla base del progetto c’è la convinzione che “sia fondamentale raccontare come si sarebbero potute sviluppare le vite delle 85 vittime“. Per questo motivo, il 2 agosto di quest’anno, poco dopo le 10.25 (ora in cui esplose la bomba in stazione) “85 volontari prenderanno il treno o altri mezzi per raggiungere le destinazioni delle persone che furono uccise nell’attentato“.

RICREARE I VIAGGI DELLE VITTIME

L’idea di ‘ricreare’ i viaggi delle 85 vittime, aggiunge Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, “è di una studentessa della professoressa Cinzia Venturoli, Sara Berardi”, ed è stata immediatamente accolta “perché- prosegue Bolognesi- l’unica differenza tra noi e chi è morto nella strage è che noi non eravamo in stazione in quel momento, ed è importante ricordare che le 85 vittime erano persone come noi e non sono solo numeri o nomi su una lapide”. Secondo il presidente dell’associazione questo “è un progetto estremamente ambizioso”, che si colloca all’interno di “un lavoro sulla memoria che, al pari del lavoro sulle carte e sui documenti, contribuisce sicuramente a raggiungere risultati” come le condanne emesse lo scorso aprile dalla Corte d’Assise di Bologna nell’ultimo processo sulla strage.

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CAPIRE CHI ERANO LE VITTIME

Sulla stessa lunghezza d’onda di Bolognesi è anche Venturoli, che sottolinea con soddisfazione come “quest’anno oltre 5.000 studenti siano stati coinvolti nei progetti sulla memoria” dedicati al 2 agosto. In quest’ottica, aggiunge, “far capire chi erano le vittime della strage diventa sempre più importante“, e iniziative come questa, che sono “molto legate anche ai processi”, servono a portare avanti la battaglia per “il diritto alla verità, senza il quale non c’è democrazia”.

IN PARTENZA CON UNA VALIGIA BIANCA

Entrando nel dettaglio del progetto, Micaela Casalboni del Teatro dell’Argine spiega che gli incontri con i partecipanti “sono stati anche l’occasione per informare su ciò che è accaduto dopo il 2 agosto, perché molte persone non conoscono, o conoscono solo in parte, quanto è avvenuto in questi 42 anni”. Nel corso degli incontri, dettaglia, “sono stati fatti fare degli esercizi di scrittura e di teatro ai volontari”, che quando si metteranno in viaggio, il 2 agosto, “avranno con loro una valigia bianca nella quale saranno messi i piccoli testi scritti durante il percorso e che potranno essere arricchite con oggetti, fotografie o altro”. Una volta giunti ‘a destino’, i viaggiatori “consegneranno la valigia ad un passante scelto a caso o alla persona che li attenderà sul posto, perché c’è anche chi, nei luoghi di arrivo, ha saputo del progetto e ha chiesto di partecipare”. A quel punto, aggiunge Casalboni, “a seconda dell’ora di arrivo, sulla pagina web del progetto compariranno delle luci in cui ci saranno un’immagine del luogo di arrivo e un audio del partecipante che legge il testo finale che ha creato al termine degli incontri”, testo che poi “sarà consegnato all’associazione”.

(l’immagine di copertina è tratta dal sito Stragi.it, in cui l’associazione dei parenti delle vittime del 2agosto 1980 ha ricostruito la storia delle 85 vittime)

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