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Psoriasi: nuovo studio italiano su efficacia ixekizumab

L'inquinamento atmosferico può aumentare la probabilità di riacutizzazioni della psoriasi, secondo quanto emerso da uno studio retrospettivo

Nei pazienti con psoriasi da moderata a grave, ixekizumab si è dimostrato un’opzione terapeutica efficace e sicura a lungo termine secondo un nuovo studio

Nei pazienti con psoriasi da moderata a grave, ixekizumab si è dimostrato un’opzione terapeutica efficace e sicura a lungo termine, con risposte cliniche rapide nella maggior parte dei soggetti trattati. È quanto emerge da uno studio italiano multicentrico di real life pubblicato sulla rivista Dermatologic Therapy.

Negli ultimi anni sono state approvate diverse terapie biologiche per il trattamento della psoriasi da moderata a grave. Ixekizumab, in particolare, ha dimostrato di ridurre i livelli di infiammazione e ha portato ad altri miglioramenti clinici ma, nonostante efficacia e sicurezza a lungo termine del farmaco siano già state valutate in precedenza, pochi studi sono stati basati sull’esperienze di vita reale, hanno fatto presente gli autori.

Uno studio multicentrico di vita reale
I ricercatori, guidati dal primo autore Piergiorgio Malagoli dell’Unità di Dermatologia dell’Ospedale di San Donato Milanese di Milano, hanno valutato l’efficacia a lungo termine e il profilo di sicurezza di ixekizumab fino a 4 anni nello studio multicentrico osservazionale retrospettivo di vita reale PSO (ITALIAN LANDSCAPE PSORIASIS).

L’analisi ha incluso 11 centri italiani per la psoriasi per un totale di 779 pazienti con psoriasi da moderata a grave che avevano iniziato la terapia con ixekizumab tra il 2017 e il 2020 senza interruzione e avevano raggiunto almeno 2 anni di trattamento continuativo.

Tutti i soggetti coinvolti avevano ricevuto 2 iniezioni sottocutanee alla settimana 0 (160 mg) seguite da 1 iniezione (80 mg) ogni 2 settimane per le prime 12 settimane. Al termine del periodo di induzione hanno continuato la terapia con ixekizumab 80 mg ogni 4 settimane.

Sono stati trattati 484 maschi e 295 femmine e 49 pazienti hanno interrotto il trattamento dopo almeno 2 anni a causa di eventi avversi, inefficacia primaria o perdita di efficacia di ixekizumab. Circa 205 soggetti (26,32%) presentavano artrite psoriasica attiva al basale e non erano in trattamento con farmaci biologici, mentre 454 (58,23%) erano naïve a qualsiasi biologico.

Il punteggio medio al basale dello Psoriasis Area Severity Index (PASI) era 16,55, mentre quello medio a 48, 96, 144 e 192 settimane era rispettivamente di 0,57, 0,58, 0,37 e 0,17. Tra i 779 pazienti, 121 (15,53%) avevano la psoriasi delle unghie, 111 (14,25%) avevano un coinvolgimento dei genitali, 196 (25,16%) avevano psoriasi del cuoio capelluto e 110 (14,12%) avevano un interessamento palmo-plantare.

Risposta rapida che perdura nel lungo termine
I ricercatori hanno osservato che i pazienti hanno ottenuto una risposta clinica ottimale nel corso di 2-4 anni di follow-up, confrontando sia il profilo di sicurezza che di efficacia con quello emerso negli studi clinici randomizzati UNCOVER 1 e UNCOVER 3.

«Sulla base dei dati e dell’ampia esperienza di vita reale, ixekizumab potrebbe portare a un miglioramento rapido ma anche progressivo del PASI medio, oltre che della soddisfazione dei pazienti misurata dal DLQI medio» hanno scritto gli autori. «Possiamo considerare il farmaco come un inibitore sicuro dell’interleuchina (IL)-17 caratterizzato da una rapida risposta clinica, ma anche con un’efficacia a lungo termine osservata nei trial clinici randomizzati e confermata dalla nostra esperienza di vita reale».

Bibliografia

Malagoli P et al. Real life long-term efficacy and safety of ixekizumab in moderate-to-severe psoriasis: a 192 weeks multicentric retrospective study – IL PSO (ITALIAN LANDSCAPE PSORIASIS). Dermatol Ther. 2022 May 31;e15608. 

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