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Tumore al polmone: UE approva atezolizumab per sottogruppi

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Tumore al polmone: la Commissione Europea ha approvato atezolizumab come trattamento adiuvante per un sottogruppo di pazienti

La Commissione Europea ha approvato atezolizumab come trattamento adiuvante, dopo resezione completa e chemioterapia a base di platino, per pazienti adulti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) ad alto rischio di recidiva*, i cui tumori esprimono un livello di PD-L1≥50% e che non presentano NSCLC con mutazione EGFR o ALK-positivo.

Atezolizumab diventa quindi la prima e unica immunoterapia antitumorale approvata in Europa per per il trattamento di alcuni tipi di NSCLC in stadio precoce. Inoltre, atezolizumab ha anche ricevuto il via libera da AIFA all’estensione dell’uso in monoterapia per il trattamento di prima linea nel carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio metastatico con elevata espressione di PD-L1.

Questa ulteriore estensione di indicazione rende atezolizumab la prima e unica immunoterapia ad agente singolo contro il tumore polmonare, disponibile in tre dosaggi, che permettono la somministrazione ogni due, tre o quattro settimane, con un vantaggio notevole in termini di flessibilità di gestione del trattamento per medici e pazienti.

“Siamo di fronte ad un duplice traguardo per i pazienti affetti da tumore al polmone non a piccole cellule. Da un lato i pazienti italiani con NSCLC avanzato possono già usufruire di atezolizumab, grazie alla recente approvazione di AIFA dell’estensione di indicazione per il trattamento di prima linea del carcinoma in stadio metastatico con elevata espressione di PD-L1. Questo risultato è frutto dello studio IMpower110, che ha evidenziato un miglioramento significativo del dato di sopravvivenza globale (OS), con una diminuzione del 31% del rischio di morte e oltre il 60% dei pazienti vivi a 1 anno. L’esperienza clinica consolidata grazie all’uso di questa molecola anche in altre aree terapeutiche, insieme ai profili di efficacia e safety, sono fattori che differenziano l’opportunità di disporre oggi di atezolizumab anche nella prima linea di trattamento. – ha spiegato Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano – A questa approvazione italiana, si aggiunge quella europea, che apre la strada al trattamento della patologia in stadio precoce, con i promettenti outcomes dello studio IMpower010 per il trattamento del NSCLC nel setting adiuvante, area caratterizzata attualmente da un forte unmet need. I risultati di fase III dimostrano che atezolizumab dimezza (-57%) il rischio di recidiva o morte dei pazienti affetti da NSCLC stadio II-III, rispetto allo standard di cura”.

L’approvazione europea si basa sui risultati di un’analisi ad interim dello studio di fase III IMpower010. I risultati hanno dimostrato che il trattamento con atezolizumab, dopo resezione completa e chemioterapia a base di platino, ha ridotto il rischio di recidiva della malattia o di morte (DFS) del 57% ( hazard ratio [HR]=0,43, 95% CI:0,26-0,71)** nei pazienti con NSCLC resecato di stadio II-IIIA (UICC/AJCC 7a edizione) con espressione di un livello di PD-L1≥50%, senza mutazioni EGFR o NSCLC ALK-positivo, rispetto alle migliori terapie di supporto. (BSC).

Nella maggior parte dei sottogruppi, compresi l’istologia o lo stadio di malattia, è stato riscontrato un beneficio in termini di DFS con atezolizumab in adiuvante, rispetto alle BSC. I dati sulla sopravvivenza globale (OS) dei pazienti con NSCLC in stadio II-III resecato con elevata espressione di PD-L1 elevato che non presentano malattia con mutazioni EGFR o ALK-positiva sono ancora incompleti e non sono stati formalmente analizzati nell’analisi ad interim della DFS; tuttavia, è stata osservata una tendenza al miglioramento della OS con atezolizumab, con un HR stratificato di 0,39 (95% CI: 0,18-0,82).

Il follow-up proseguirà con le analisi programmate dei dati di OS più aggiornati nel corso dell’anno. I dati sulla sicurezza di atezolizumab sono coerenti con il profilo di sicurezza noto e non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza.

“Poter disporre di atezolizumab come terapia adiuvante rappresenta un importante passo avanti per i pazienti con NSCLC in fase iniziale, un setting in cui purtroppo i tassi di recidiva sono ancora molto elevati, nonostante la chirurgia punti alla guarigione.” – ha dichiarato Lorenzo Spaggiari, Direttore della Divisione di Chirurgia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano – “Oltre al fondamentale lavoro in tandem tra oncologo e chirurgo per la valutazione multidisciplinare, è importante poter identificare i pazienti in early stage, così da arrivare a una diagnosi precoce e intervenire tempestivamente prima di una fase avanzata, anche se ad oggi non esiste uno screening strutturato per il tumore al polmone, a differenza di altre patologie oncologiche”.

Ad oggi, atezolizumab è stato approvato in 19 Paesi, tra cui Stati Uniti e Cina, come trattamento adiuvante, dopo resezione completa e chemioterapia, per gli adulti con NSCLC in stadio II-IIIA (UICC/AJCC 7a edizione) i cui tumori esprimono PD-L1≥1%. In tre Paesi, tra cui Canada e Regno Unito, atezolizumab è stato approvato come trattamento adiuvante, dopo resezione completa e chemioterapia, per pazienti adulti con NSCLC in stadio II-IIIA (UICC/AJCC 7a edizione) i cui tumori presentano un’espressione di PD-L1 in ≥50% delle cellule tumorali.

Atezolizumab ha dimostrato benefici clinicamente significativi in vari tipi di carcinoma polmonare, con sei indicazioni attualmente approvate in Paesi di tutto il mondo. È stata la prima immunoterapia antitumorale approvata per il trattamento di prima linea di adulti con carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) in stadio esteso, in associazione a carboplatino ed etoposide (chemioterapia). Atezolizumab ha ottenuto l’approvazione anche per altre quattro indicazioni, per il trattamento del NSCLC avanzato o metastatico in monoterapia o in associazione con terapie mirate e/o chemioterapie. Atezolizumab è disponibile in tre diversi dosaggi, che consentono la somministrazione ogni due, tre o quattro settimane, mettendo così a disposizione di medici e pazienti una maggiore flessibilità nella gestione del trattamento

Roche ha un ampio programma di sviluppo per atezolizumab, che comprende numerosi studi di Fase III in corso e pianificati per i tumori polmonari, genitourinari, della pelle, della mammella, gastrointestinali, ginecologici, della testa-collo.

Le sperimentazioni prevedono la valutazione di atezolizumab sia in monoterapia che in combinazione con altri farmaci, nonché studi in setting metastatico, adiuvante e neoadiuvante su vari tipi di tumore.

*Stadio II-IIIA (UICC/AJCC 7a edizione)/ selezionato Stage II-IIIB per l’8a edizione
**HR non stratificato; il riassunto delle caratteristiche del prodotto comprende l’HR stratificato, pari a 0.49 (95% CI: 0.29-0.81)2

Lo studio IMpower010
IMpower010 è uno studio globale di fase III, multicentrico, opne-label, randomizzato, disegnato per valutare l’efficacia e la sicurezza di atezolizumab rispetto alle BSC, su pazienti affetti da NSCLC in stadio IB-IIIA (UICC/AJCC 7a edizione), dopo resezione chirurgica e fino a 4 cicli di chemioterapia adiuvante a base di cisplatino. Nello studio sono stati randomizzati 1.005 pazienti, con un rapporto di 1:1, per ricevere atezolizumab (fino a 16 cicli) o le BSC. L’endpoint primario è la DFS determinata dallo sperimentatore nelle popolazioni PD-L1-positive in stadio II-IIIA, in tutte le popolazioni randomizzate in stadio II-IIIA e nella popolazione intention-to-treat (ITT) in stadio IB-IIIA. Gli endpoint secondari comprendono la sopravvivenza globale nell’intera popolazione dello studio, NSCLC in stadio IB-IIIA ITT.

Lo studio clinico IMpower110
IMpower110 è uno studio di fase III, randomizzato, in aperto che valuta l’efficacia e la sicurezza della monoterapia con atezolizumab rispetto a cisplatino o carboplatino e pemetrexed o gemcitabina (chemioterapia) in pazienti con NSCLC non squamoso o squamoso di stadio IV, naïve alla chemioterapia e selezionati in base all’espressione di PD-L1. Lo studio ha arruolato 572 pazienti, di cui 554 nella popolazione WT intention-to-treat, che escludeva i soggetti con alterazioni tumorali genomiche EGFR o ALK, randomizzati 1:1 a ricevere Atezolizumab in monoterapia, fino alla progressione della malattia (o a perdita del beneficio clinico, come valutato dagli sperimentatori), o a tossicità inaccettabile o decesso; oppure: cisplatino o carboplatino (a discrezione degli sperimentatori) in combinazione con pemetrexed (non squamoso) o gemcitabina (squamoso), seguiti da terapia di mantenimento con pemetrexed in monoterapia (non squamoso) o migliore terapia di supporto (squamoso) fino alla progressione della malattia, tossicità inaccettabile o decesso. L’endpoint primario di efficacia era l’OS (overall survival) per il sottogruppo PD-L1 (TC3/IC3-WT; TC2,3/IC2,3-WT; e TC1,2,3/IC1,2,3-WT), come determinato dall’ anticorpo SP142. Gli endpoint secondari chiave includevano la sopravvivenza libera da progressione valutata dagli sperimentatori, il tasso di risposta obiettiva e la durata della risposta.

Il carcinoma polmonare 
Il carcinoma polmonare è una delle principali cause di morte per tumore a livello globale. Ogni anno 1,8 milioni di persone muoiono a causa di questa malattia; questo si traduce in oltre 4.900 morti al giorno in tutto il mondo. Il carcinoma polmonare può essere sostanzialmente suddiviso in due tipi principali: NSCLC e SCLC. Il NSCLC è il tipo più diffuso, poiché rappresenta circa l’85% di tutti i casi.

Circa il 50% dei pazienti con NSCLC riceve una diagnosi di malattia in stadio iniziale (stadi I e II) o localmente avanzata (stadio III). Oggi, circa la metà delle persone colpite da carcinoma polmonare in stadio iniziale presenta una recidiva dopo l’intervento chirurgico. Il trattamento precoce del carcinoma polmonare, prima della sua diffusione, può aiutare a prevenire le recidive della malattia e a offrire le migliori opportunità di guarigione.

Atezolizumab
Atezolizumab è un’immunoterapia antitumorale approvata per alcune delle forme di cancro più aggressive e difficili da trattare. Atezolizumab è stata la prima immunoterapia antitumorale approvata per il trattamento di alcuni tipi di carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) in fase iniziale, di carcinoma polmonare a piccole cellule (SCLC) e di carcinoma epatocellulare (HCC). Atezolizumab è anche approvato in diversi Paesi del mondo in monoterapia o in combinazione con terapie mirate e/o chemioterapie per varie forme di NSCLC, per alcuni tipi di cancro uroteliale metastatico, nel carcinoma mammario triplo negativo metastatico PD-L1-positivo e nel melanoma in stadio avanzato positivo alla mutazione BRAF V60.

Atezolizumab è un anticorpo monoclonale concepito per legarsi a una proteina chiamata Programmed Death Ligand-1 (PD-L1), che si esprime sulle cellule tumorali e sulle cellule immunitarie infiltranti il tumore, bloccandone le interazioni con i recettori di PD-1 e di B7.1. Inibendo il PD-L1, atezolizumab potrebbe abilitare l’attivazione dei linfociti T. Atezolizumab è un’immunoterapia antitumorale che ha il potenziale per essere utilizzata come partner fondamentale di combinazione con altre immunoterapie, con farmaci mirati e con varie chemioterapie in un’ampia gamma di tumori.

Oltre all’infusione endovenosa, la formulazione di atezolizumab è allo studio anche come iniezione sottocutanea per contribuire ad affrontare il crescente onere della terapia oncologica per i pazienti e i sistemi sanitari.

Bibliografia 

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