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Sclerosi multipla: nuovo studio sulla perdita di volume cerebrale

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Sclerosi multipla: progressione della disabilità indipendente dall’attività recidivante legata a un aumento significativo della perdita di volume cerebrale

Secondo uno studio longitudinale pubblicato online su “JAMA Neurology” e condotto in Svizzera in pazienti con sclerosi multipla recidivante (RMS), la progressione della disabilità indipendente dall’attività recidivante era legata a un aumento significativo della perdita di volume cerebrale.

Rispetto ai pazienti clinicamente stabili, i pazienti con RMS che avevano una disabilità peggiore senza recidive avevano un più alto tasso di atrofia cerebrale (differenza media nella variazione percentuale annuale: -0,36, IC al 95% da -0,60 a -0,12, P = 0,02), scrivono gli autori, coordinate da Cristina Granziera, dell’Università di Basilea.

La differenza è stata principalmente guidata dalla perdita di materia grigia nella corteccia cerebrale, riferiscono i ricercatori. L’aumento dei tassi di atrofia probabilmente riflette i processi neurodegenerativi diffusi in corso, specialmente nella materia grigia corticale, sostengono Granziera e colleghi.

Misura di peggioramento della disabilità
«La misura della progressione indipendente dall’attività di recidiva quantifica la percentuale di peggioramento della disabilità nei pazienti con sclerosi multipla (SM), che è dovuta a processi neurodegenerative, non infiammatori» precisano gli autori.

«Il nostro studio affronta la questione se i pazienti con SM che sperimentano una progressione indipendente dall’attività di recidiva mostrino tassi di atrofia cerebrale più elevati rispetto ai pazienti stabili» spiegano Granziera e colleghi. «Rispondere a questa domanda è fondamentale per capire se la neurodegenerazione è alla base della progressione indipendente dagli eventi di attività di recidiva e se si debba agire per prevenirli».

L’associazione tra peggioramento senza attività di ricaduta e neurodegenerazione diffusa evidenzia la necessità di stratificare meglio i pazienti con SM nella pratica clinica e ottimizzare i regimi terapeutici per questi pazienti, osservano i ricercatori.

I risultati di ricerche precedenti
Nel 2019, i ricercatori della University of California di San Francisco hanno usato per la prima volta il termine di “progressione silenziosa” per descrivere il peggioramento a lungo termine indipendente dall’attività di recidiva nella RMS e hanno suggerito che il monitoraggio di questa attività potrebbe richiedere un cambiamento nel modo in cui la SM viene valutata e trattata.

Più recentemente, i dati presentati al Forum ACTRIMS 2022 hanno dimostrato che il peggioramento insidioso della disabilità e privo di recidive può verificarsi all’inizio della RMS e potrebbe essere previsto dal tasso di atrofia del midollo cervicale.

Studio basato su punteggi EDSS e scansioni di risonanza magnetica
Granziera e coautori hanno valutato 1.904 risonanze magnetiche cerebrali di 516 pazienti con RMS nella coorte svizzera di SM. La maggior parte dei pazienti (67,4%) erano donne. Al basale, l’età media era di 41,4 anni e il punteggio mediano della scala EDSS (Expanded Disability Status Scale) era di 2,0, indicativo di una disabilità minima.

Il follow-up mediano è stato di 3,2 anni; i dati sono stati acquisiti dal gennaio 2012 al settembre 2019. Le valutazioni cliniche standardizzate con calcolo dell’EDSS sono state eseguite ogni 6 o 12 mesi e a ogni visita è stato registrato se si fossero verificate recidive.

La progressione confermata della disabilità è stata definita come un aumento del punteggio EDSS di 1,5 punti o più se l’EDSS basale era pari a 0 o a 1,0 o un punteggio maggiore se l’EDSS basale era compreso tra 1,0 e 5,5, o 0,5 o ancora di 0,5 punti o superiore se l’EDSS basale era maggiore di 5,5.

La progressione indipendente dall’attività di recidiva è stata definita come un episodio di progressione di disabilità confermata senza recidiva durante i 90 giorni precedenti l’aumento dell’EDSS e durante il periodo di 6 mesi tra l’aumento dell’EDSS e la conferma della progressione della disabilità.

Le evidenze emerse dallo studio e i potenziali bias
Dei 516 pazienti della coorte:

I confronti sono stati effettuati dopo corrispondenza per punteggio di propensione per durata del follow-up, età, genere, durata della malattia, numero di scansioni disponibili di risonanza magnetica cerebrale e tipo di trattamento modificante la malattia.

I pazienti che hanno avuto una progressione indipendente dall’attività di recidiva hanno avuto un aumento annualizzato mediano del punteggio EDSS di 0,20 punti, rispetto a nessun aumento per i gruppi con sole recidive e clinicamente stabili.

Non sono emerse differenze nei tassi di atrofia cerebrale tra i pazienti con progressione indipendente dall’attività di ricaduta e i pazienti con recidive. Rispetto ai pazienti clinicamente stabili, i pazienti con recidive hanno mostrato un aumento dell’atrofia dell’intero cervello (differenza media nella variazione percentuale annua: -0,18, IC al 95% da -0,34 a -0,02, P = 0,04), con perdita accelerata di materia grigia sia nella corteccia cerebrale che nella materia grigia profonda.

Lo studio aveva diverse limitazioni, scrivono Granziera e coautori. Il criterio utilizzato per determinare la progressione – sottolineano in particolare – si basava solo sull’EDSS e il sottile peggioramento che non ha portato a un punteggio EDSS più alto potrebbe essere stato trascurato.

«Inoltre, le terapie modificanti la malattia potrebbero aver costituito un bias nel nostro studio, che abbiamo cercato di superare eseguendo la corrispondenza per punteggio di propensione per lo stato del trattamento e considerando i gruppi di trattamento nelle analisi di sensibilità» aggiungono.

Bibliografia:
Cagol A, Schaedelin S, Barakovic M, et al. Association of Brain Atrophy With Disease Progression Independent of Relapse Activity in Patients With Relapsing Multiple Sclerosis. JAMA Neurol. 2022 May 16. doi: 10.1001/jamaneurol.2022.1025. [Epub ahead of print] Link

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