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Disturbo bipolare: litio alleato contro l’osteoporosi

L'antipsicotico lumateperone efficace contro la depressione nei pazienti con disturbo bipolare secondo i dati di un nuovo studio

Disturbo bipolare: il trattamento con litio sembra offrire un significativo effetto protettivo contro l’osteoporosi secondo nuovi studi

Le persone con disturbo bipolare – in particolare gli uomini – mostrano un rischio significativamente aumentato di osteoporosi, rispetto alla popolazione generale, ma il trattamento con litio sembra offrire un significativo effetto protettivo contro la malattia ossea. È quanto emerge dai risultati del più grande studio del suo genere, presentato alla riunione annuale dell’American Psychiatric Association e pubblicato di recente anche su “JAMA Psychiatry”.

«I nostri risultati sottolineano che la salute delle ossa dovrebbe essere una priorità nella gestione clinica del disturbo bipolare e che i potenziali effetti protettivi ossei del litio dovrebbero essere sottoposti a ulteriori studi, sia nel contesto dell’osteoporosi che del disturbo bipolare» scrivono gli autori, guidati da ha affermato Soren D. Ostergaard, professore presso l’unità di ricerca sulla psicosi della Psichiatria dell’Ospedale Universitario di Aarhus (Danimarca).

Ampio studio di coorte retrospettivo
Per lo studio di coorte retrospettivo, I ricercatori hanno esaminato i dati di 22.912 pazienti trattati per disturbo bipolare in Danimarca tra il 1996 e il 2019 e hanno confrontato ciascun paziente con 5 controlli abbinati per età e genere, pari a 114.560 individui nella popolazione generale.

Dei pazienti con disturbo bipolare, il 38,2% era trattato con litio, mentre il 73,6% aveva ricevuto un farmaco antipsicotico; Il 16,8% era stato trattato con valproato e il 33,1% con lamotrigina.

A un follow-up mediano di 7,7 anni, l’incidenza di osteoporosi per 1.000 persone-anno è stata di 8,70 tra i pazienti con disturbo bipolare, rispetto a un’incidenza di 7,84 tra i controlli (hazard rate ratio, 1,15).

Associazione più evidente negli uomini
L’associazione del disturbo bipolare con l’osteoporosi era notevolmente più pronunciata tra i maschi (HRR, 1,42) rispetto alle femmine (HRR, 1,07).

In particolare, le persone con disturbo bipolare trattate con litio hanno mostrato un rischio significativamente ridotto di osteoporosi rispetto a quelle che non ricevevano litio (HRR, 0,62), dopo aggiustamento per fattori tra cui età, genere, indice di comorbilità di Charlson, uso di corticosteroidi sistemici, impiego di farmaci sedativi e diagnosi di disturbi alimentari. Non sono state osservate riduzioni simili del rischio di osteoporosi tra i pazienti trattati con antipsicotici, valproato o lamotrigina.

Da notare, inoltre, come il ridotto rischio di osteoporosi con litio sia apparso dopo circa due anni di trattamento (HR, 0,77) e sia rimasto stabile a più di 4 anni (HR, 0,76). Una dose cumulativa di litio più elevata è stata nel frattempo associata a una maggiore diminuzione del rischio di osteoporosi (P < 0,001).

Risultati in linea con ricerche precedenti
I risultati sono coerenti con precedenti studi più piccoli che indicano che le persone con disturbo bipolare hanno mtrato un aumentato rischio di bassa densità ossea, osteopenia e persino frattura ossea. Il più alto rischio di osteoporosi nel disturbo bipolare può essere spiegato da fattori di stile di vita, osservano Ostergaard e colleghi.

«Tali fattori potrebbero essere le stesse fasi depressive e maniacali nel disturbo bipolare ma, in generale, entrambe possono portare a uno stile di vita non salutare e questo è probabilmente ciò che guida l’associazione tra disturbo bipolare e osteoporosi» aggiungono. «Anche l’aumento di comportamenti come l’abitudino al fumo e il consumo di alcol possono essere considerati fattori predisponenti. Risultati simili si osservano con la depressione».

Seppure sia necessario approfondire l’argomento, Ostergaard e colleghi ipotizzano che tassi più elevati di tali comportamenti negli uomini con disturbo bipolare possano spiegare il più alto rischio di osteoporosi osservato nei pazienti di genere maschile.

Cambiamenti giustificati nella gestione dei pazienti
In generale, tuttavia, l’aumento del rischio sottolinea l’importanza di incrementare la consapevolezza della salute delle ossa tra i pazienti con disturbo bipolare, sostengono gli autori.

«In particolare, sembra giustificato guidare i pazienti verso uno stile di vita che supporti la salute delle ossa (non fumare, ridurre il consumo di alcol, seguire una dieta sana, compiere un regolare esercizio fisico) e – negli individui con fattori di rischio aggiuntivi  – monitorare la densità ossea tramite scansioni assorbimetriche a raggi X a doppia energia» scrivono.

Le implicazioni dei risultati ottenuto con il litio in questo studio non sono peraltro agevoli da determinare, precisano Ostergaard e colleghi. «Le prove per il litio nel disturbo bipolare sono onsolidate e i nostri risultati non aggiungono realiaspetti nuovi a questo» specificano. «L’aspetto principale che viene suggerito è che potrebbero esserci alcuni vantaggi del litio di cui non si è realmente consapevoli».

Effetto studiato per migliorare la guarigione ossea delle fratture
Le proprietà uniche osservate con il litio hanno attirato l’attenzione di alcuni specialisti in ortopedia e ricercatori dell’Università di Toronto – avendo trovato intrigante l’evidenza di guarigioni ossee con litio in studi preclinici sui roditori – stanno attualmente conducendo uno studio clinico multicentrico, randomizzato e controllato unico nel suo genere che valuta

i potenziali effetti del litio nella guarigione delle fratture ossee.
Diane Nam, della divisione di Chirurgia Ortopedica al Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto, ricercatrice principale dello studio, dichiara di non essere sorpresa dall’articolo di Ostergaard perché è coerente con ciò che il suo team ha osservato sugli effetti positivi sulla guarigione ossea.

Nam e associati hanno già stabilito i parametri di somministrazione per il loro studio clinico, determinando che gli effetti ottimali nella guarigione delle fratture sembrano richiedere che il trattamento con litio non inizi al momento della frattura, ma 2 settimane dopo, quando il nuovo osso è pronto per essere depositato nel sito della frattura. Nel loro studio, basse dosi giornaliere di litio (300 mg) vengono somministrate solo per una durata di 2 settimane.

«Mentre il nostro attuale studio è destinato a una popolazione adulta sana e non in trattamento steroideo, abbiamo anche dimostrato nei nostri studi preclinici che il litio è altrettanto efficace nel migliorare la guarigione delle fratture in un modello osteoporotico quando i tempi di somministrazione sono leggermente ritardati» afferma. «Quanto ciò sia rilevante e traslabile nei pazienti con disturbo bipolare richiede ulteriori studi».

Nam aggiunge che il suo team di ricerca ritiene che «la frattura guarirà non soltanto più velocemente ma anche in modo affidabile, dato che la guarigione ritardata o compromessa della frattura rimane un problema ortopedico significativo».

Mentre i dettagli non sono ancora disponibili, un’analisi preliminare ha mostrato risultati «che vanno in direzione positiva», tali da aver consentito al team di Nam di ottenere finanziamenti per uno studio multicentrico.

Bibliografia:
Köhler-Forsberg O, Rohde C, Nierenberg AA, Østergaard SD. Association of Lithium Treatment With the Risk of Osteoporosis in Patients With Bipolar Disorder. JAMA Psychiatry. 2022;79:454-63. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2022.0337. Link

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