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Ecco la prima immagine a colori del telescopio spaziale James Webb

James Webb

Rilasciata la prima immagine a colori del telescopio spaziale James Webb: ritrae un ammasso di galassie la cui massa deflette e amplifica la luce di quelle più lontane

Ritrae l’ammasso di galassie Smacs 0723 e le lontanissime galassie sullo sfondo – la cui luce viene deflessa e amplificata dalla lente gravitazionale costituita dall’ammasso, creando archi e altre forme distorte – la prima immagine a colori del James Webb Space Telescope (Jwst), resa pubblica circa 20 minuti dopo la mezzanotte italiana, durante una diretta straordinaria dalla Casa Bianca. A svelarla il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in persona alla presenza della vicepresidente Kamala Harris.

È l’immagine dell’universo nell’infrarosso a risoluzione più elevata mai ottenuta. «Stiamo guardando più di 13 miliardi di anni indietro», ha commentato l’amministratore Nasa Bill Nelson.

«L’aver puntato il telescopio su un ammasso di galassie», spiega Adriano Fontana, responsabile della divisione nazionale abilitante dell’astronomia ottica ed infrarossa dell’Inaf, «ci ha permesso di sfruttare il suo effetto di amplificazione della luce – un effetto previsto dalla relatività generale di Einstein – per rendere visibili gli oggetti molto distanti che sono dietro l’ammasso stesso. Questi dati – ed altri analoghi – ci permetteranno di studiare nel dettaglio come si sono formate le prime galassie, e anche di studiare il mistero della materia oscura che domina l’ambiente dell’ammasso».

Si tratta di un’anteprima – in anticipo sulla tabella di marcia, un colpo di scena annunciato solo questa mattina e preceduto da una interminabile attesa al suono del jingle ‘Get after it’ – dell’intera prima release di immagini a colori e dati spettroscopici di Jwst, una collaborazione internazionale tra la Nasa, l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’Agenzia spaziale canadese (Csa).

La release completa, attesa per le 16.30 ora italiana di oggi, martedì 12 luglio, comprende anche immagini della Nebulosa della Carena, della Southern Ring Nebula (Ngc 3132), del gruppo di galassie noto come Quintetto di Stephan e dell’esopianeta Wasp-96, di cui è stato realizzato lo spettro.

Oltre alla diretta online, l’Esa ha coordinato anche una serie di eventi satellite in presenza che coinvolgono nell’annuncio la comunità astronomica di tutta Europa. Quattro gli eventi in Italia, organizzati dal Dipartimento di fisica “Enrico Fermi” dell’Università di Pisa, dall’Inaf – Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio di Bologna e Sofos Aps, dal Planetario di Roma e dal Dipartimento di fisica, Sapienza Università di Roma insieme all’Inaf – Osservatorio astronomico di Roma.

Poche ore fa, la Nasa, Esa e Csa hanno anche annunciato che l’osservatorio ha completato le sue attività di collaudo: tutti e quattro gli strumenti scientifici di Jwst sono adesso ufficialmente pronti per la scienza e il team ha già iniziato a raccogliere alcuni dei primi dati scientifici. Ciascuno dei quattro strumenti scientifici ha molteplici modalità di funzionamento, utilizzando lenti, filtri, prismi e macchinari specializzati appositamente: ognuno di essi doveva essere testato individualmente, calibrato e infine verificato nella configurazione operativa nello spazio.

Il primo a essere dichiarato pronto è stato il Near-Infrared Imager and Slitless Spectrograph (Niriss), lo strumento canadese, seguito dal Mid-Infrared instrument (Miri), una collaborazione tra gli Stati Uniti e un consorzio di istituti di ricerca europea. Poi è stata la volta del Near-Infrared Spectrograph (NirSpec) fornito dall’Esa, e infine l’ultimo strumento a essere validato, proprio ieri, è stata la Near Infrared Camera (NirCam) a guida statunitense.

FONTE: INAF

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